Dolore pelvico: via libera della Commissione Sanità al progetto di legge

Approvato all’unanimità il testo normativo per il riconoscimento legislativo delle patologie correlate al dolore pelvico cronico

Milano, 15 maggio 2025 – La Commissione Sanità ha dato il via libera al progetto di legge per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi e il trattamento del dolore pelvico cronico e delle patologie correlate

“Le donne che soffrono di dolore pelvico e patologie correlate si trovano spesso isolate, senza una diagnosi chiara, con difficoltà di accesso a cure adeguate e, talvolta, persino senza il riconoscimento della gravità del loro dolore – ha sottolineato la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia) –. È, pertanto, essenziale riconoscere queste patologie non solo per la loro incidenza epidemiologica, ma anche per le conseguenze sociali e psicologiche che comportano. La ricerca, la formazione degli operatori sanitari e lo sviluppo di figure professionali specializzate rappresentano elementi fondamentali per migliorare la gestione di queste malattie, Inoltre, i consultori si confermano un elemento centrale per un approccio integrato all’interno della nuova sanità territoriale. Il provvedimento di legge che porteremo in Aula è il risultato una serie di audizioni con il mondo medico e le associazioni dei pazienti e, per questo, è in grado di fornire una risposta concreta all’esigenza di garantire a tutte le donne percorsi di diagnosi e cura validi ed efficaci”.

 

Il testo normativo, approvato all’unanimità, è composto da sei articoli: prevede la creazione di uno o più centri specializzati nella cura delle patologie correlate al dolere pelvico cronico, l’istituzione di una Rete regionale per la prevenzione, la diagnosi e la cura del dolore con l’obiettivo di garantire percorsi diagnostico – terapeutici assistenziali (PDTA) appropriati, uniformi e accessibili su tutto il territorio regionale attraverso la definizione di linee guida regionali e la costituzione di un Registro regionale per la raccolta e l’analisi dei dati epidemiologici, clinici e assistenziali con l’obiettivo di organizzare l’offerta e garantire l’efficacia degli interventi. Previsti anche percorsi di formazione e aggiornamento del personale medico e sanitario, forme di esenzione parziale o totale dal ticket per prestazioni diagnostiche, terapeutiche e farmacologiche, potenziamento del supporto psicologico per i pazienti, il sostegno alla ricerca attraverso bandi specifici, il coinvolgimento dei medici di medici di medicina generale che svolgono un ruolo fondamentale nella prima fase diagnostica, il riconoscimento del ruolo attivo delle associazioni, la definizione di programmi di informazione e educazione sanitaria tra cui una “Giornata regionale per il dolore pelvico cronico”.

Il progetto di legge è finanziato con un investimento di 240 mila euro per il biennio 2025-2026.

“La forza di questo progetto di legge è la presa in carico multidisciplinare del dolore pelvico: l’obiettivo è dare ai pazienti la possibilità di ottenere una diagnosi immediata attraverso l’istituzione di centri specializzati senza la necessità e la difficoltà di doversi spostare in diverse strutture della regione alla ricerca di uno specialista – spiega Claudia Carzeri (Forza Italia), relatrice del provvedimento -. Il progetto di legge per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento patologie correlate al dolore pelvico cronico mette al centro due ‘parole chiave’: informazione e prevenzione, che devono diventare sempre di più gli strumenti per gestire, dal punto di vista sanitario e sociale, le conseguenze di queste patologie, come indicato nelle linee guida del Piano Socio Sanitario dove i programmi di screening e le campagne di informazione sono considerati strategici. È necessario aumentare la consapevolezza su questa condizione, non solo tra le donne ma anche tra gli uomini che possono soffrire di alcune di queste patologie e gli operatori sanitari”.

 

 

Tra le patologie collegate al dolore pelvico cronico le più diffuse sono endometriosi, vulvodinia e neuropatia del pudendo che interessano complessivamente tra il 12 e il 16% delle donne tra i 18 e i 64 anni. Queste malattie hanno un impatto sulla salute delle donne, ma anche sulla vita relazionale e sociale attraverso disagio emotivo, sintomi depressivi, perdita dell’autostima, isolamento sociale e difficoltà nelle relazioni intime.

In Lombardia sono circa 700 mila le donne che soffrono di vulvodinia, una donna su sette.

La endometriosi colpisce tre milioni di donne, di cui 160 mila in Lombardia, il 10-15% in età fertile e interessa circa il 30-50% delle donne infertili.

La neuropatia del pudendo in genere esordisce tra i 50 e i 70 anni e in Italia coinvolge 10 individui ogni 10.000 abitanti anche se, probabilmente, si tratta di una sottostima.

Ciononostante, sono malattie che possono rimanere non diagnosticate o gestita in modo inadeguato per anni perché, pur nelle loro diversità, sono ancora poco conosciute anche dagli stessi medici e perché le cause non sono completamente note.

 

Approvati, sempre all’unanimità sei subemendamenti presentati da Claudia Carzeri e quattro da Miriam Cominelli (PD) che ha sottolineato l’importanza di “percorsi di formazione specifici che possano consentire una presa in carico tempestiva ed efficace per migliorare la vita dei pazienti”.

Giulio Gallera (Forza Italia) ha sottolineato come questo provvedimento possa essere l’occasione per “rilanciare l’attività e il ruolo rete regionale del dolore”.

 

Il progetto di legge (“Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento del dolore pelvico cronico e patologie correlate”) approderà in Aula nelle prossime settimane.