La Vice Presidente Silvia Scurati (Lega): “Agevoleremo l’apertura di un tavolo politico con il Mimit per salvaguardare i lavoratori a rischio”
Milano, 2 ottobre 2025 – Sotto i riflettori della Commissione Attività produttive un’altra crisi aziendale nel milanese. Nella seduta odierna della Commissione, presieduta da Marcello Ventura (FdI), si sono svolte le audizioni sulla situazione della fabbrica metalmeccanica LPE di Baranzate (Mi) richieste dai Consiglieri Silvia Scurati (Lega), Alfredo Negri (PD) e Michela Palestra (Patto Civico).
“Di fronte a situazioni come queste e alla crisi aziendale di un’azienda strategica per il territorio, le posizioni politiche non contano, ma conta la salvaguardia dei posti di lavoro dei cittadini lombardi. – ha commentato la Vice Presidente della Commissione Silvia Scurati (Lega) -. La situazione fino ad oggi era piuttosto nebulosa. Grazie alle audizioni, si è chiarito che si parla del rischio concreto di circa 70 licenziamenti. Aspettiamo numeri certi dalla proprietà e come istituzione faremo in modo che si apra un tavolo di confronto politico che coinvolga anche i sindacati con il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) per capire perché non siano state presi in considerazione altri ammortizzatori sociali e per sollecitare un piano industriale che porti a soluzioni sostenibili per i lavoratori”.
Nei capannoni dell’azienda di Baranzate lavorano 134 persone. Vengono prodotti reattori epitassiali per carburo di silicio e silicio: macchinari altamente tecnologici utilizzati per la realizzazione dei wafer di silicio, elementi fondamentali per la produzione dei chip. Si tratta di una produzione altamente specialistica e quindi di un’azienda strategica. Nel 2022 la società è passata sotto il controllo del gruppo olandese Asm che nelle scorse settimane avrebbe annunciato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di avviare una forte riorganizzazione del sito produttivo di Baranzate.
Un’azienda strategica quella di Baranzate, tanto che nel 2021, un anno prima del via libera all’acquisizione da parte della multinazionale olandese, la LPE era ad un passo dall’essere acquistata dal colosso cinese Shenzhen Investment Holding, interessato a rilevarne il 70%. L’operazione, però, venne bloccata dal governo Draghi attraverso lo strumento della “golden power”, la normativa che consente di tutelare l’interesse nazionale nei settori considerati strategici.
“Se nel 2021, il nostro sito produttivo era stato oggetto di golden power, come è possibile che dopo 3 anni, le professionalità che operano in questa azienda non siano più considerate strategiche?”. Questa è stata la domanda sollevata dai rappresentanti dei sindacati della Fiom Cgil e della Rsu alla proprietà nel corso dell’incontro, oltre a sollecitare risposte chiare sul perché l’azienda olandese “non abbia investito sullo stabilimento di Baranzate per stare al passo con un mercato sempre più competitivo e in evoluzione, dimostrando invece di avere orizzonti molto circoscritti per essere una multinazionale affermata e quindi probabilmente di avere già l’intenzione di arrivare a questo punto”.
A supporto dei lavoratori, presente anche il Sindaco di Baranzate Luca Elia che ha sottolineato come “per salvaguardare il futuro di molte famiglie, sia necessario che la proprietà intraprenda il percorso di un aiuto governativo”.
La proprietà ha chiarito che “non è prevista nessuna delocalizzazione della produzione, ma che la situazione critica in cui versa il mercato metalmeccanico a livello globale e che quindi non riguarda solo Asm, è la causa principale che porta ad intraprendere delle misure organizzative che sono diventate necessarie”. “Il fatturato che avevamo tre anni fa con la metà dei dipendenti impiegati – ha proseguito il legale della società di Baranzate – è lo stesso di quello attuale. Abbiamo introdotto tutte le strategie possibili per evitare questa situazione senza volere pesare sui soldi pubblici sfruttando la via degli ammortizzatori sociali”.
La proprietà ha spiegato anche “che il sito di Baranzate per caratteristiche strutturali, spazi interni ed esterni non è idoneo per realizzare una ‘camera bianca’, ovvero un laboratorio a bassissimo contenuto di microparticelle in sospensione, struttura indispensabile per creare macchinari ancora più precisi e restare competitivi sul mercato internazionale”.
Problemi economici e problemi strutturali dichiarati dall’azienda, di fronte ai quali durante la seduta Carlo Bianchessi della Direzione Generale Sviluppo Economico di Regione Lombardia ha rinnovato alla proprietà “il suggerimento a valutare i numerosi strumenti messi a disposizione da Regione Lombardia a sostegno di imprese come la LPE, sia sottoforma di bandi sia prevedendo l’inserimento dell’azienda in una filiera o distretto di settore che permetterebbe di accedere a determinate agevolazioni”. “La questione occupazionale è diventata prioritaria alla luce di quanto è emerso in questo incontro – ha proseguito Bianchessi – Ci rendiamo quindi disponibili fin da ora ad aprire un interlocuzione con il Governo per coinvolgere i sindacati nei tavoli di Roma”.
Nel dibattito sono intervenuti anche i Consiglieri regionali Giorgio Bontempi (FdI) e Onorio Rosati (AVS), oltre a Simone Negri (PD): tutti hanno condiviso le preoccupazioni per la situazione che si è venuta a delineare e hanno ribadito che l’istituzione regionale continuerà a tenere alta la guardia sulla vicenda.