Percorsi formativi specifici per la nuova figura professionale dell’assistente infermiere introdotta nell’ordinamento dal DPCM del 28 febbraio 2025. È ciò che chiede la Risoluzione presentata da Carmela Rozza (PD) e Giulio Gallera (Forza Italia) e approvata oggi all’unanimità dalla Commissione Sanità.
La Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia), ha definito la risoluzione un atto “fortemente voluto” per definire criteri formativi e organizzativi chiari per questa nuova figura professionale.
“Questa Risoluzione ed il lavoro svolto in Commissione – prosegue Patrizia Baffi – dimostra l’attenzione su un tema fondamentale all’interno del panorama delle figure che operano in ambito socio-sanitario. Questo documento ci permette di agire in modo proattivo per garantire un’introduzione ordinata e qualificata dell’assistente infermiere. Riteniamo fondamentale prevedere per la formazione e i tirocini un numero di ore maggiore di quelle previste dal Decreto e l’istituzione di un esame finale serio e strutturato che possa fornire garanzie di sicurezza alle aziende che inseriranno le nuove figure professionali. Per garantire qualità, sicurezza e continuità delle cure, è indispensabile che tali operatori siano formati secondo standard chiari, omogenei e riconosciuti. Investire in percorsi strutturati significa valorizzare le competenze, sostenere gli operatori della sanità, migliorare l’organizzazione delle strutture e offrire risposte più efficaci ai cittadini. È un passo che rafforza il sistema sociosanitario lombardo nel suo insieme e che guarda alla sostenibilità dell’assistenza nel futuro“.
La Risoluzione prevede l’attivazione di corsi di formazione per gli assistenti infermieri che dovranno essere coordinati da Polis-Lombardia e dall’Accademia di formazione per il servizio sociosanitario lombardo (AFSSL) attraverso la coprogettazione dei programmi formativi con le istituzioni universitarie, le OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) lombarde e le DAPSS (Direzione Aziendale delle Professioni Sanitarie e Sociali) delle ASST (Aziende Socio-Sanitarie Territoriali).
“Ogni innovazione nella sanità è importante – sottolinea Giulio Gallera (Forza Italia) -. Con questo documento abbiamo provato a chiamare tutte le categorie del mondo sanitario a fare un passo avanti e a non guardare con diffidenza questa innovazione. L’istituzione dell’assistente infermiere è un’opportunità per valorizzare il territorio come asset del sistema. Nella fase di avvio della nuova figura professionale, che nasce per dare supporto concreto al lavoro degli infermieri e migliorare l’organizzazione dell’assistenza, soprattutto per i pazienti cronici e fragili, è necessario stabilire dei criteri di formazione omogenei. Formare bene significa mettere queste nuove figure professionali nelle condizioni di lavorare, collaborare nelle équipe e contribuire al benessere dei pazienti. È un investimento che permette di sostenere chi già opera ogni giorno sul campo e offrire un ulteriore supporto ai cittadini lombardi. In poche parole, è un passo in avanti per tutto il sistema sanitario della regione”.
Per approfondire gli effetti dell’istituzione di questa figura professionale all’interno della Commissione Sanità è stato istituito un gruppo di lavoro che, per acquisire ulteriori elementi di conoscenza, ha svolto sei sessioni di audizioni con la ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, la DAPSS della ASST Garda, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Brescia, la Facoltà di Scienze Infermieristiche Generali Cliniche e Pediatriche dell’Università degli Studi di Milano, il SIDMI (Società Scientifica dei Dirigenti e Direttori DAPS), l’UNEBA (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) Lombardia, la Sezione Socio-Sanitaria AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) Lombardia e il Direttore Generale della DG Welfare, Mario Melazzini.
“Dall’attività del gruppo di lavoro è nata questa Risoluzione – spiega Carmela Rozza (PD) –. La decisione del Governo di istituire una nuova figura professionale non dà nessun contributo alla valorizzazione della professione infermieristica, rischia solo di creare confusione su ruoli e competenze. Per questo abbiamo costruito un percorso che, attraverso la Risoluzione, punta a definire le modalità operative della nuova figura e rendere funzionale al sistema sociosanitario l’assistente infermiere, senza che ciò comporti alcuna riduzione del numero di infermieri previsti nei setting di cura né la sostituzione di personale infermieristico con figure a minore qualificazione”.
Il documento approvato in Commissione Sanità prevede, inoltre, la stipula di idonee convenzioni per la formazione decentrata presso enti del sistema sociosanitario per i tirocini formativi e un esame finale che possa fornire garanzie di sicurezza alle aziende che inseriranno le nuove figure professionali; la definizione da parte delle ASST delle modalità operative dell’assistente infermiere; l’attivazione di un sistema di monitoraggio permanente sull’attuazione del percorso formativo per valutare periodicamente l’impatto organizzativo, le criticità e gli eventuali rischi di sovrapposizione con le altre figure professionali del comparto sociosanitario; la definizione dei requisiti di accesso ai percorsi formativi per ottenere il titolo di assistente infermier.
Nel corso del dibattito sono intervenuti Nicola Di Marco (Movimento 5 Stelle) che ha sottolineato l’importanza di “definire ruoli, compiti, percorsi formativi e titoli della figura dell’assistente infermiere, pur restando scettico rispetto alla decisione del Governo di istituire una nuova figura professionale da inserire nel sistema sociosanitario; Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia) ha definito la Risoluzione “un atto che non toglie qualcosa a qualcuno, ma aggiunge. Si tratta di un provvedimento che, attraverso la qualificazione professionale, dà valore al territorio e supporto ai pazienti cronici”; Gigliola Spelzini (Lega) ha sottolineato il percorso del gruppo di lavoro che con la Risoluzione “ha dato un indirizzo sul piano organizzativo e formativo, mantenendosi all’interno della normativa nazionale”.