Immigrazione, presentato il XV Rapporto su integrazione e multietnicità

E’ stato presentato oggi a Palazzo Pirelli il XV Rapporto dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità. Lo studio, messo a punto da Orim ed Eupolis Lombardia, presenta i risultati della rilevazione campionaria effettuata annualmente ed esamina la condizione economica e sociale degli immigrati nella nostra regione, approfondendo poi alcune tematiche specifiche quali il bilancio fiscale dell’immigrazione nonché i temi legati all’istruzione, alla formazione professionale, al lavoro e alla salute dei migranti in Lombardia. Alla illustrazione hanno partecipato, tra gli altri, i professori Vincenzo Cesareo (responsabile scientifico Orim), Giancarlo Blangiardo (referente area popolazione Orim) e Massimo Bordignon (Università Cattolica del Sacro Cuore).

Il Rapporto del 2015 evidenzia che la dinamica dei flussi migratori dall’estero “sembra aver definitivamente accantonato la crescita numerica impetuosa per orientarsi sempre più verso un percorso di miglioramento “qualitativo” sul piano del radicamento e dell’integrazione nella società ospite. Si tratta di un’inversione di rotta che certamente riflette le persistenti difficoltà economico-occupazionali e le minori opportunità di reddito determinate dal perdurare della crisi economica, ma che rappresenta anche un segnale di maturazione del fenomeno migratorio”.
Secondo i dati, oggi in Lombardia ci sono 1 milione e 321mila stranieri provenienti dai così detti “Paesi a forte pressione migratoria (Pfpm)”. “Ma – avverte il Rapporto – anche quest’anno come già nel 2014 – c’è stato solo un modesto incremento numerico (+2%), ben lontano dai tassi di crescita a due cifre che avevano caratterizzato quasi tutto il primo decennio del XXI secolo. Più in dettaglio, l’aumento registrato nel periodo che va dal 1° luglio 2014 al 1° luglio 2015 ha riguardato 23-24mila immigrati regolari e 2-3mila soggetti in condizione di irregolarità rispetto al soggiorno. Questi ultimi, che già lo scorso anno erano aumentati di 6mila unità rispetto al 2013, registrano un ulteriore rialzo che li porta ad attestarsi a poco più di 95mila ”.

Hanno seguito i lavori l’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali e il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo. “I dati del Rapporto -ha commentato Cattaneo- ci dicono che per quanto riguarda gli immigrati in Lombardia non siamo di fronte a un andamento che va verso l’esplosione ma al contrario viene segnalato un contenimento; la curva complessiva cresce ma si va appiattendo“.Cattaneo ha poi aggiunto: “Non è impossibile costruire meccanismi per trasformare gli immigrati in cittadini lombardi, italiani, milanesi, che rispettano le nostre regole, che pagano le tasse, che vanno a scuola con i nostri figli, che contribuiscono allo sviluppo della nostra società. La Lombardia ha fatto molti passi in questo senso. Credo che un approccio sulla questione che non tenga conto dei dati di realtà emersi oggi ma tenda ad acuire alcuni aspetti dell’immigrazione non sia un approccio in grado di costruire soluzioni”.

Cattaneo ha poi evidenziato come “ Il bilancio fiscale della presenza in Lombardia degli immigrati è positivo. La loro presenza – ha detto – non è un costo per il Paese ma, se pur di poco, fa registrare un guadagno di circa 30 milioni di euro. Forse c’è un problema derivante dal fatto che le tasse che pagano gli immigrati vanno a Roma, mentre i servizi come la sanità, l’istruzione e la formazione li eroga sul territorio la Regione”.

Da dove arrivano
Le stime al 1 luglio 2015 ripropongono ai vertici tre soli Paesi con oltre 100mila presenti: la Romania, con 193mila unità, il Marocco con 123mila e l’Albania con 122mila. Tuttavia, mentre la componente romena prosegue nel suo percorso di crescita (+5mila unità negli ultimi dodici mesi), il Marocco continua il leggero regresso avviato nel 2011, quando aveva toccato la punta massima di 132mila presenti, e l’Albania – anch’essa in lieve calo (quasi mille unità in meno) – si mantiene sul livello delle poco più di 120mila unità. Per entrambi questi due ultimi Paesi va comunque ricordato che la modesta decrescita, o la non crescita, vanno lette anche in relazione alle uscite dal collettivo per acquisizione di cittadinanza. Nella graduatoria delle nazionalità più presenti in Regione nel 2015 trovano in seguito spazio – come già negli anni precedenti – sei Paesi con almeno 50mila presenti. Guida il gruppo l’Egitto, con 90mila unità (8mila in più), seguito dalla Cina con 72mila (4mila in più), quindi dalle Filippine con 68mila (mille in più), dall’Ucraina con 60mila (+2mila), dall’India con 57mila (quasi come lo scorso anno) e infine dal Perù con 55mila (mille in meno). Vanno ancora segnalati sette Paesi con un numero di presenze compreso tra 20mila e 50mila, nell’ordine: E-cuador (48mila), Pakistan (45mila), Senegal (41mila), Sri Lanka (36mila), Moldova (28mila), Bangladesh (25mila) e Tunisia (22mila).