Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, è la casa dei cittadini lombardi. Partecipazione, accessibilità e trasparenza sono valori cardine per l'istituzione che oggi lavora sempre più nella direzione di un "palazzo aperto".
Quando fu costruito i suoi 31 piani certificavano un’Italia e una Lombardia in pieno boom economico e proiettate verso un futuro di ricchezza e modernità. Sono passati 60 anni e il “Pirellone”, così come subito fu affettuosamente chiamato dai milanesi, continua ad essere l’immagine simbolo di Milano e della Lombardia e un’icona dell’architettura mondiale. Da sede della Pirelli, una delle fabbriche simbolo di Milano, il Palazzo è diventato sede del Consiglio regionale della Lombardia, il parlamento regionale. Oggi è un edificio che idealmente abbraccia tutti i 10 milioni di cittadini lombardi perché sugli scranni dell’Aula, attraverso i gruppi e le forze politiche, sono rappresentate tutte le sensibilità sociali e culturali della regione. Per suggellare questo legame ideale tra la mission del Palazzo e la società lombarda, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale da diverso tempo ha deciso di aprire sempre di più le porte di Palazzo Pirelli con iniziative e manifestazioni per offrire l’occasione ai cittadini di visitare e vivere, anche attraverso momenti di festa, commemorazioni e ricorrenze, quello che oggi è un importante simbolo della democrazia e della partecipazione.
Il Pirelli e la sua struttura architettonica, la firma di Giò Ponti
127,10 metri; 31 piani; 710 gradini; 30mila metri cubi di cemento e quasi 4000 tonnellate di ferro. La costruzione del Palazzo parte il 12 luglio 1956 con la posa della prima pietra; viene inaugurato il 4 aprile del 1960. Per la sua costruzione – è uno degli edifici in calcestruzzo più alti al mondo – ci vollero 4 anni. A firmarne il progetto l’architetto Giò Ponti, che usufruì della collaborazione delle migliori firme di architetti e ingegneri del tempo come Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto, Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso. In cima al Grattacielo fu posta una copia della Madonnina del Duomo di Milano: una decisione presa per rispettare la tradizione che voleva che nel capoluogo lombardo non ci potesse essere edificio più alto del Duomo (109 metri contro i 127 del nuovo palazzo).
Pianta esagonale con una superficie interna di 24mila metri quadrati e vetrate che coprono 9.550 metri quadrati, Palazzo Pirelli fu poi acquistato dalla Regione Lombardia nel 1978 e ristrutturato negli interni con la supervisione dell’architetto Bob Noorda (sua è la Rosa Camuna, simbolo di Regione Lombardia).
La tragedia del 2002
Colpito al cuore nel 2002 da un piccolo aereo da turismo svizzero, il Pirellone è rimasto chiuso due anni per essere sottoposto a un importante restauro conservativo. In quegli anni l’attività istituzionale si tenne nella tensostruttura posta a pochi metri di distanza, dove oggi sorge l’attuale sede della Regione: Palazzo Lombardia. Nell’incidente morirono le avvocatesse Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito e due interi piani andarono distrutti: uno di questi, il 26esimo, oggi è espressamente dedicato alla memoria del tragico schianto.
La ristrutturazione
Con la riapertura nel 2004, il Palazzo è stato rimesso a nuovo preservando i tratti progettuali e architettonici voluti da Giò Ponti e che ne avevano fatto un simbolo dell’architettura contemporanea. I lavori di ristrutturazione hanno permesso di realizzare due sale completamente nuove e volutamente dedicate a protagonisti che hanno reso famosa la città. A Giorgio Gaber è infatti intitolato l’Auditorium del primo piano sotterraneo (utilizzato per proiezioni come la Prima della Scala e convegni) e a Enzo Jannacci il Belvedere del 31esimo piano, che ospita eventi d’eccezione e in alcune domeniche dell’anno resta aperto per i lombardi che vogliono ammirare un panorama mozzafiato su tutta la città.
Ciak, si gira!
La casa dei lombardi è stata negli anni presa in prestito da registi e case di moda come set cinematografico e per sfilate. Il Pirellone, infatti, è stata la location di pellicole importanti, come ad esempio la “Notte“ di Antonioni girato nel 1960, e “Inception” girato nel 2010 con Leonardo Di Caprio. Il Belvedere inoltre ospita anche mostre o eventi di particolare rilievo sociale e culturale. E’ affittato per girare spot pubblicitari e catering di feste private e matrimoni. Le sue pareti sono diventate nel tempo strumento per comunicare con i cittadini: ne sono un esempio concreto le fotografie, proiettate sulle sue facciate, delle opere d’arte esposte nel palazzo in occasione di mostre tematiche o la scritta “Je suis Paris”, apparsa sul grattacielo a seguito degli attentati francesi. Situato in una posizione strategica, proprio davanti alla stazione Centrale di Milano e vicino ai più importanti alberghi meneghini, il suo piazzale è sempre un via vai di turisti con macchine fotografiche che lo immortalano. Negli ultimi anni – come l’ Empire State Building di New York – ha anche ospitato la “Vertical Sprint”, la corsa per le scale degli edifici più alti al mondo.