Il Consiglio regionale ha approvato con 48 voti favorevoli e 8 contrari la legge sulla “Disciplina per la trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici presso il Consiglio regionale”, relatore Carlo Malvezzi (Lombardia Popolare). Il provvedimento crea l’elenco dei lobbisti. In pratica riconosce la figura dei portatori di interesse ma vieta loro di proporre regali o benefici che non siano meramente simbolici, condanna le pressioni indebite, impone il dovere della trasparenza nei rapporti con i rappresentanti dell’istituzione e dell’amministrazione regionale.
“Con questa legge – ha sottolineato il relatore Carlo Malvezzi – Regione Lombardia opera una scelta chiara e decisa verso la trasparenza e la tracciabilità. Con questa legge intendiamo infatti dire a chiare lettere che non bisogna aver paura di parlare di lobby, di gruppi di interessi, di sistemi di relazioni con mondi dell’economia e del sociale; al contrario, occorre diffidare da chi non ne vuol parlare appellandosi anche ad una negativa accezione del termine lobby che nell’opinione pubblica suona come sinonimo di malaffare e di sottoboschi opachi dove speculano, purtroppo, apparati burocratici non sempre leali e corretti. Il problema, pertanto, non sono i portatori di interesse , ma l’assenza di regole che permettano loro di interagire con la politica in modo trasparente, partecipato ed uguale per tutti”.
Cosa prevede la legge
Chi vorrà iscriversi all'elenco per poter esercitare l’attività di lobbista nella sede del Consiglio regionale, dovrà fornire le sue generalità, i dati dell'ente del quale rappresenta gli interessi, i potenziali destinatari delle sue proposte. Dovrà essere maggiorenne, non aver riportato condanne passate in giudicato e non essere stato dichiarato fallito. I decisori pubblici acquisiranno proposte e suggerimenti e trasmetteranno alla Giunta e al Consiglio una volta l’anno una relazione sulle attività istituzionali svolte, indicando incontri e contatti. Anche i lobbisti accreditati avranno l’obbligo di produrre annualmente una relazione di rappresentanza illustrando l’attività posta in essere e l’elenco delle istituzioni nei confronti dei quali è stata svolta. Un regolamento che dovrà essere approvato dalla Giunta regionale entro un anno dalla pubblicazione della legge, stabilirà obblighi e doveri per entrambe le parti. La sua violazione comporterà l’applicazione delle sanzioni che saranno individuate e contenute nello stesso regolamento.
Le posizioni
La legge è passata con i voti di PD, Lega Nord, Lista Maroni, Lombardia Popolare, Patto Civico, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto Fuxia. Forza Italia non ha partecipato al voto, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro. Per Pietro Foroni della Lega Nord si tratta di “una sintesi giusta a tutela di tutti e che dà regole chiare al processo decisionale”. Anche per Lombardia Popolare il “testo è positivo”. Il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, intervenendo in Aula nel dibattito dai banchi del gruppo di Lombardia Popolare, ha sottolineato che la legge “va nella direzione di una migliore rappresentanza. Il provvedimento è dunque importante per Regione Lombardia perché oltre a ribadire il concetto di trasparenza dei portatori di interesse introduce il rispetto del principio di sussidiarietà. Il ruolo della rappresentanza va riconosciuto e favorito perchè è un valore per tutti”. Via libera anche da PD e Patto Civico . Fabio Pizzul ha evidenziato che la “legge rappresenta una novità significativa perché promuove trasperanza e tracciabilità ma che da sola non basta: adesso bisogna promuovere la partecipazione”, mentre per Roberto Bruni “il provvedimento è un po’ timido ma è un primo passo perché dà trasparenza alla relazioni, una legge è comunque meglio di nessuna legge.”.
Per il capogruppo della Lista Maroni Stefano Bruno Galli si tratta di “una legge che coinvolge la dignità della politica. Autorevolezza e trasparenza non si ottengono per decreto. La politica deve essere trasparente, deve essere autorevole indipendentemente dalle norme, altrimenti rimane schiacciata tra gli apparati burocratico – amministrativi e la regolamentazione dei portatori di interessi e così muore.” Via libera anche dai Fratelli d’Italia che tramite il capogruppo Riccardo De Corato ha parlato di “un importante segnale da parte di Regione Lombardia. Il nostro obiettivo è quello però di dare sempre più trasparenza, ecco perché questa importante legge dovrà essere migliorata ulteriormente in futuro”. Forza Italia non ha preso parte al voto. Per Anna Lisa Baroni nel provvedimento “ci sono contenuti illiberali”. “Noi – ha detto Baroni – siamo per la trasparenza ma questa legge è nata troppo in fretta. Il rischio che vediamo è che si inseriscano nuovi vincoli burocratici e nuovi freni mentre noi dovremmo lavorare per sburocratizzare e velocizzare i procedimenti”. Il M5S ha votato contro. Per Eugenio Casalino la legge “è inefficace nel raggiungimento degli obiettivi che annuncia. Per assurdo la micro associazione di cittadini sarà obbligata alla trasparenza mentre la grande associazione delle banche no. Il problema del lobbying rimane assolutamente aperto”.