Parità di genere: due progetti di legge delle minoranze

 

Due progetti di legge per sostenere la parità di genere e riequilibrare la presenza di donne e uomini nelle nomine spettanti alla Giunta Regionale e al Consiglio regionale. In sostanza i documenti chiedono che un terzo delle designazioni sia “rosa”.

Obiettivo di entrambi i testi – presentati da Sara Valmaggi (PD) e firmati da tutte le donne consigliere della minoranza (PD, Patto Civico e Movimento Cinque Stelle) – è rispettare e superare la normativa nazionale in materia di società quotate e partecipate da PA che impone la presenza di almeno 1/5 delle donne negli organi di controllo e amministrazione.
 
La nostra iniziativa – ha detto la Vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi (PD) – chiede che la Lombardia vada oltre la normativa nazionale dal momento che è la Regione dove le donne sono più affermate nei settori della vita sociale e produttiva. La parità di genere è un principio già presente nel nostro Statuto. Dobbiamo lavorare per fare un altro sforzo e ottenere che venga ribadito anche dalla legge regionale”.
 
Ad oggi in Lombardia le donne negli organismi direttivi degli enti partecipati dalla Regione sono 229 su 1402, poco più del 16% del totale.
 
Lanciamo una sfida – ha spiegato Laura Castellano (Patto Civico) – alle donne presenti in Consiglio regionale e vorremmo che fosse colta anche dalla maggioranza, affinché ci si unisca per arginare il potere maschio che ancora caratterizza molte istituzioni e in particolare la nostra Regione”. “In una lotta a favore della maggiore presenza di donne all’interno delle Istituzioni, dovrebbe impegnarsi anche la maggioranza – ha auspicato la capogruppo del M5S Silvana Carcanoperché certi scogli, che ancora impediscono piena parità tra uomini e donne, vanno affrontati e questi progetti di legge sono un primo passo”. “Il potere nella nostra Regione appartiene ancora prettamente agli uomini, basta pensare che le donne in Consiglio regionale sono 15 su 80” ha fatto presente la consigliera PD Laura Barzaghi mentre per Paola Macchi (M5S) “non ci può essere piena parità di genere se il numero di donne nelle Istituzioni non è rappresentato in maniera proporzionale”. “Il passaggio di questi progetti di legge – ha concluso Iolanda Nanni (M5S) – costituirebbe un cambio di rotta anche nel senso di basare le nomine non sull’opportunità politica ma sulle competenze. Dobbiamo dare una spallata a un certo tipo di cultura e adottare le misure necessarie per consentire alle donne di fare politica”.