Milano, 24 novembre 2016 – Una “black list” delle aziende che abbandonano la Lombardia con modalità ritenute “scorrette” e un sistema di premialità nelle commesse pubbliche per quelle che, invece, continuano a investire e operare sul territorio lombardo. Compatibilmente con le norme nazionali e comunitarie, è questa l’ipotesi di lavoro concordato oggi nella Commissione Attività produttive, presieduta da Pietro Foroni (Lega Nord), su sollecitazione di Onorio Rosati (PD).
La stretta è stata ipotizzata in occasione della articolata audizione sul caso della Convergys di Cernusco sul Naviglio (MI), sede lombarda del call center statunitense che ha deciso di accorpare al propria attività in Sardegna, a Cagliari, mettendo in serie difficoltà il futuro lavorativo per 213 dipendenti.
Sindacati e lavoratori hanno usati in maniera sintetica l’equazione “trasferimento uguale licenziamento” chiedendo un tavolo di lavoro con azienda, Regione e Ministero per trovare una soluzione condivisa, ricordando la qualità del servizio erogato e la preoccupazione dei committenti (è stata letta una missiva di Samsung, ad esempio). I lavoratori hanno ribadito la disponibilità (già attivata in alcune forme) per il telelavoro e per ulteriori forme di flessibilità e riduzione delle spese.
Il consulente inviato dalla multinazionale americana, però, non ha lasciato margini: “La decisione non è trattabile né revocabile” perché, secondo l’azienda, presa nel rispetto delle normative e per mantenersi in Italia e non delocalizzare.
Preoccupazione per le ricadute sul territorio sono state espresse dal sindaco di Cernusco, dal collega di Pessano con Bornago e dagli assessori di Pioltello e Cassina De’ Pecchi.
“Una scelta folle per tagliare personale e bruciare know how” è stato il commento del consigliere Stefano Buffagni (M5S), mentre per Marco Tizzoni (Lista Maroni) “bisognerebbe studiare normative nazionali per penalizzare le aziende che usano procedure regolari per mascherare licenziamenti collettivi”. Onorio Rosati (PD) propone una “ black list per chi non si comporta in modo responsabile”, mentre Lara Magoni (Lista Maroni) sollecita incentivi per chi decide di restare in Lombardia. Jari Colla (Lega Nord) mette in guardia sui rischi delle politiche nazionali perché “c’è il rischio di un esodo delle aziende dal Nord al Sud per usufruire della decontribuzione fiscale del Governo”.
Notizie più rassicuranti, invece, dall’audizione dello storico marchio di rubinetti “Mamoli”, di cui la Commissione si era già occupata ad aprile, non senza timori di possibili chiusure o delocalizzazioni. L’azienda ha illustrato l’operazione di cessione di ramo agli svizzeri della Franke e ai piemontesi della Paini, operazione che ha consentito una ripresa della produzione con l’assorbimento anche di dieci persone in più rispetto alle attuali condizioni produttive. Presenti il sindaco di Lacchiarella (MI), dove la Mamoli ha sede, e il rappresentante della Città Metropolitana, dalla Commissione è arrivato l’auspicio di un ricollocamento per i 16 dipendenti attualmente in mobilità e coinvolti in percorsi di qualificazione.