In un libro la storia di Autodelta, tra mito e leggenda

Il mito, la leggenda e la storia dell’Autodelta, il reparto corse dell’Alfa Romeo, raccontato in un libro che è un vero e proprio revival per tutti gli appassionati di una scuderia leggendaria. Il libro  “Autodelta, l’ala veloce dell’Alfa Romeo” (Fucina Editore, pagg. 616, euro 33,00) , scritto dai fratelli Giuseppe e Massimo Colombo, è stato presentato ieri sera al Mac di Milano nel corso di una affollata serata che ha visto anche la presenza  dell’ex pilota Bruno Giacomelli, di ingegneri e tecnici dello storico reparto corse, come Chicco Svizzero e Armando Tonti, tanto per citarne alcuni. Giuseppe e Massimo Colombo, appassionati alfisti e studiosi del marchio del Biscione, hanno inserito la storia del reparto corse dell’Alfa Romeo  nel contesto politico, sociale ed economico italiano dell’epoca, non tralasciando le vicissitudini della Casa madre in quegli anni difficili. Ne è uscito un percorso di testimonianze, frammenti di vita raccolti grazie alle fonti dell’epoca, ai ricordi dei figli dei protagonisti, dei piloti, dei tecnici e tanti altri,  che tracciano per la prima volta in maniera davvero ampia ed esaustiva la storia di un nome, un simbolo, un’azienda che fa battere il cuore ancora oggi al solo nominarla. Autodelta racconta così le corse sui più svariati circuiti del pianeta fino alle tortuose e pericolose ma maledettamente affascinanti gare stradali, in mezzo ai 22 chilometri del Nurburgring o alle strade spesso assolate della Targa Florio, dove si correva a oltre 200 all’ora vicino alle case, ai muriccioli, agli alberi (e al pubblico). “Non abbiamo tralasciato nulla – dice Massimo Colombo, soddisfatto per l’esito della presentazione – Neanche i rally e le gare di motonautica. L’Autodelta ha vissuto la sua intensissima storia con un carico di passione, di voglia, di entusiasmo e di delusioni davvero inimitabili, perché inimitabili erano gli uomini che ne facevano parte. Nel libro raccontiamo tutto questo con l’obiettivo di condivere quell’entusiasmo e quella carica che il mitico reparto corse ha sempre saputo trasmettere”.