Ascoltiamo il soldato Johnny

In una scena di “Salvate il soldato Ryan” si vede un militare della US Army in mezzo a una folla che si trascina sulla strada allontanandosi dalla zona degli attacchi tedeschi. L’uomo  viene individuato da altri soldati e interpellato perché si è saputo che ha visto da poco l’ultimo dei fratelli Ryan rimasto in vita. Purtroppo, però, si scopre che lui non può ascoltare: ha i timpani distrutti da una tremenda ferita e perciò, dopo aver letto un biglietto, grida quello che può e come può, qualcosa comunque di utile a indirizzare la ricerca. Dal dramma alla speranza: la storia prosegue, grazie a un mutilato. E’ un episodio che rimanda per certi aspetti a quanto accade in “E Johnny prese il fucile”, romanzo di Dalton Trumbo che racconta di un soldato americano, questa volta della Prima Guerra Mondiale, gravemente ferito e reso incapace di comunicare col mondo. Risvegliatosi in ospedale,  si trova all’improvviso a dover fare i conti con una mutilazione terribile, che lo separa sembra irrimediabilmente dalle altre persone. Eppure, eppure … anche in questo caso la storia continua, sorprendentemente e nonostante le lesioni. La vicenda viene ora messa in scena a teatro a Varese, nell’ambito di Glocal News (Cinema Teatro Nuovo, giovedì 8 novembre ore 18-20), in una rappresentazione particolarissima. Agli spettatori dell’audiodramma, infatti, viene fornita una radio cuffia con la quale si potranno seguire voci, pensieri, suoni e rumori prodotti sul palco, immedesimandosi con il travaglio interiore del povero soldato.

Hanno collaborato permettendo la performance l’Ordine dei Giornalisti e l’Ordine degli Infermieri, uniti nel proporre una storia tratta da un romanzo ma che rimanda a chissà quante altre storie, tutte vere, drammaticamente reali, che le guerre hanno provocato negli anni. Glocal News, evento dedicato alla comunicazione digitale, si sofferma in questo caso sul valore della comunicazione tout court, alla sua importanza soprattutto quando diventa essenziale, grido-non gridato, strumento fragile ma insostituibile di uomini che hanno bisogno di altri uomini per coltivare una speranza, per gettare un ponte di comunione affermando, nonostante tutto e sempre, che la vita ha un senso.