Gli Ospizi delle Alpi, suggestivi luoghi sospesi tra la terra e il cielo

A piedi, a cavallo o su carri e barche: i viandanti della vecchia Europa dei secoli medioevali attraversavano monti e valli sfidando intemperie, animali e briganti. Nulla fermava l'ardire di chi aveva una meta. E nemmeno le barriere più ostiche costituivano un ostacolo insormontabile. Prendiamo le Alpi, che siamo abituati a superare senza difficoltà sfrecciando su aerei, treni o auto. Allora incutevano rispetto e timore e non avevano trafori e autostrade. Eppure, essendo al centro delle grandi vie di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme, venivano affrontate senza indugio, a prescindere dalla stagione.
A dare soccorso in particolare ai tanti viandanti erano gli "Ospizi", una rete di edifici diffusa su tutto l'arco alpino voluta in origine dai grandi protagonisti della vita europea: imperatori come Carlo Magno piuttosto che grandi famiglie religiose come i benedettini. Sospesi tra la terra e il cielo, questi luoghi sono sopravvissuti in parte conservando le funzioni originarie e in parte trasformandosi in semplici realtà museali o "riciclandosi" come alberghi. Ormai lontani dalle grandi vie di comunicazione e persino dai centri abitati, gli "Ospizi" sono oggi punti di interesse turistico e paesaggistico, meritevoli di moderni pellegrinaggi alla ricerca di ristoro fisico e religioso. Nel Medioevo, però, la loro caratteristica principale era quella di accogliere e rifocillare senza chiedere nulla in cambio ("ospitando", appunto).
Dal Piemonte alla Lombardia, dalla Svizzera al Friuli e all'Austria: la mappa degli Ospizi è stata ricostruita dai curatori della mostra "Hospitia. Mille anni di accoglienza e ospitalità sulle Alpi", il cui piatto forte sono le fotografie, magnifiche, del varesino Carlo Meazza, corredate da testi e documenti raccolti dall'associazione culturale Ammira. Qualche nome? L'abbazia di Novalesa, sant'Antonio di Ranverso in Valle di Susa, San Lorenzo d'Oulx, gli ospizi del Gran San Bernardo, del san Bernardino e del San Gottardo, Val Mustair (abbazia con affreschi), Egna (castello), Marbach in Alsazia (canonica), Novacella, San Tomaso di Majano in Fiuli. A questi luoghi, tutti conosciuti e visitabili, se ne aggiungono tanti altri che le immagini dell'esposizione valorizzano incastonandoli nei paesaggi baciati dal sole o immersi nella neve. Località che avevano e hanno nella bellezza il motivo prevalente di un piacevole soggiorno, insieme al comandamento di san Benedetto che guidava le azioni dei monaci pronti ad accogliere: "Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo".
A Palazzo Lombardia, Milano, fino al 30 novembre