Sarà dedicata agli anziani, alle persone portatrici di handicap, a chi soffre di autismo e di disturbi psichiatrici e alle loro famiglie la Santa Messa ( in diretta su Rai 3, dalle ore 11) che monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, celebrerà domenica dalla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Una scelta che segue le parole espresse alcuni giorni fa da papa Francesco durante la celebrazione eucaristica a Santa Marta, in cui aveva invitato tutti a pregare per le famiglie e per le persone con disabilità affinché " in questo momento difficile conservino la pace, la gioia e la fortezza".
Un impegno che la Fondazione Sacra Famiglia porta avanti anche in questi difficili giorni, continuando a portare assistenza ai propri ospiti grazie al lavoro e all'impegno di circa 2000 professionisti tra medici, psicologi, assistenti sociali, terapisti, educatori, infermieri, OSS, ASA e a una rete di 1300 volontari, all'insegna del motto paolino “Super Omnia Charitas”, sopra ogni cosa la carità.
Con oltre 120 anni di storia, ogni anno Sacra Famiglia eroga oltre 360.000 prestazioni sanitarie e sociali, assistendo 12.000 persone nelle oltre 60 Unità di accoglienza e servizi abilitativi e riabilitativi sparse in 23 sedi tra Lombardia, Piemonte e Liguria.
La vita del fondatore e l’emergenza Coronavirus. La celebrazione di domenica non solo vuole esprimere vicinanza alle persone fragili, doppiamente colpite dall’emergenza Coronavirus, ma proprio la scelta dell’istituzione di Cesano Boscone si intreccia con la drammatica attualità. Ad iniziare dalla vita del suo fondatore, monsignor Domenico Pogliani (1838-1921), che prima di diventare parroco di Cesano Boscone, venne ordinato sacerdote da Pietro Ferrè, allora vescovo di Crema, città ora al centro del focolaio di Covid 19 in Italia. Inoltre, fu proprio l’intensissimo lavoro pastorale svolto da don Pogliani a minare gradualmente la sua salute, costringendolo anche a un a lunga degenza a letto. Una volta ripresosi, non si risparmiò, ma continuò anche a Milano, dove venne operò come coadiutore della parrocchia del Duomo fino a diventare, il 23 ottobre 1883, prevosto di Cesano Boscone. Il lavoro e la preoccupazione fecero declinare nuovamente la sua salute. I medici, dopo vari consulti, si trovarono d’accordo sulla gravità del male e che solo un intervento soprannaturale l’avrebbe salvato. Il prevosto, che ne aveva sentore, si raccomandò con una novena alla Madonna del Rosario e il sesto giorno della novena, dopo il Santo Viatico, si trovò improvvisamente migliorato, entrò in convalescenza e poté riprendere presto il suo ministero. Proprio a testimonianza del suo impegno è stata avviata la causa per la sua canonizzazione.
La sede di Cesano Boscone (testo a cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione Sacra Famiglia)
La sede di Cesano Boscone si estende su 240.000 mq e attualmente ospita circa 900 persone nelle diverse strutture residenziali per disabili e anziani e nei Centri Diurni Disabili. Una vera cittadella dell'assistenza e della riabilitazione, dove ciascun ospite segue un piano individuale. In particolare, a Cesano sono attive 2 RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani non autosufficienti) con 142 posti, 7 Residenze Sanitarie per Disabili-RSD con 353 posti, 7 Centri Diurni Disabili-CDD con 150 posti, 2 Comunità alloggio Socio Sanitarie-CSS con 13 posti, 1 Centro Diurno Integrato con 40 posti, una Comunità Protetta ad Alta assistenza con 15 posti, un Centro Diurno Psichiatrico con 20 posti e una Unità operativa di Cure Intermedie con 21 posti. I servizi riabilitativi residenziali offrono inoltre altri 137 posti dedicati ad adulti e minori.
Fiore all'occhiello della sede di Cesano sono i 9 Laboratori Abilitativi, dove ogni settimana sono impegnati 250 ospiti e una ventina di istruttori: alcune opere realizzate nei Laboratori sono state esposte in eventi di spicco quali la Design Week, la Triennale, il Fuorisalone.
All’interno della sede di Cesano Boscone si trova inoltre Casa di Cura Ambrosiana, ospedale accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale con 132 posti di degenza.
La chiesa interna a Fondazione (testo a cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione Sacra Famiglia)
La costruzione della chiesa interna a Sacra Famiglia inizia nel 1907 grazie a un lascito del ragionier Alessandro Brioschi di Varese, amico del fondatore don Pogliani. La direzione dei lavori e il progetto vengono affidate all'ingegner Carlo Ravasi, che nel 1909 termina l'opera. Don Pogliani tiene particolarmente a questo progetto, e chiede a Ravasi un edificio bello e grande perché, spiega, « è l'abitazione del Padrone di casa».
L'interno dell'edificio è a forma ottagonale; all'altezza del soffitto vi erano delle aperture che permettevano ai ricoverati di assistere alle funzioni religiose dai reparti, direttamente collegati ai lati della chiesa stessa.
Nel 1923 la chiesa viene restaurata e viene arricchita da un affresco del pittore Mario Albertella rappresentante La Sacra Famiglia, cui la chiesa viene dedicata.
Nel 1931 sul retro della chiesa viene costruita una grotta dove è collocata ancora oggi la statua della Madonna di Lourdes, da sempre protettrice degli ammalati.
L'interno è impreziosito da affreschi sulle pareti interne (la Madonna Immacolata, il Sacro Cuore e Cristo Re), tutte opere dell'artista Vanni Rossi, e si aggiungono vetrate istoriate con simboli religiosi e di santi, a opera del pittore Angelo Tevarotto. L'inaugurazione ha luogo il 25 Maggio 1935 alla presenza del cardinale Schuster.
Il mondo della Fondazione (testo a cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione Sacra Famiglia)
Si deve al successore di Pogliani, monsignor Luigi Moneta, la notevole espansione dell’Istituto, con l’apertura di 18 nuovi reparti, e l’inaugurazione delle sedi di Intra (VB), Premeno (LC), Cocquio Trevisago (VA) e Andora (SV). Negli anni '60 vengono aperte la struttura di Regoledo, l'ospedale interno Casa di Cura Ambrosiana. Lo sviluppo non si ferma nel Nuovo millennio: apre il Centro diurno per anziani (Villa Sormani) e nel 2008 apre la sede di Settimo Milanese, che accoglie disabili e persone anziane. Nel 2009 ad Inzago è inaugurata una struttura per utenti con malattie degenerative e patologie invalidanti post traumatiche.
Negli anni più recenti nascono l’Hospice di Inzago, gli alloggi protetti per anziani a Castronno e due servizi per minori a Varese. Rispondendo alle esigenze dei territori, negli ultimi anni le sedi di Cesano Boscone, Verbania, Lecco si aprono a progetti di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati.