Oggi, la prima edizione della gara automobilistica più bella del mondo spegne 93 candeline. Fin dall'esordio il successo fu eclatante e andò ben oltre alle più rosee aspettative dei “quattro moschettieri” (i quattro amici di allora), il giornalista della Gazzetta dello Sport Giovanni Canestrini, il conte Aymo Maggi, il nobile Franco Mazzotti e la mente di tutta l'organizzazione Renzo Castagneto che misero testa e cuore in questo straordinario progetto a cui quasi nessuno sembrava crederci.
Puntualmente, alle 8 di mattina del 26 marzo 1927, la bandiera a scacchi si abbassa davanti all'Isotta Fraschini di Aymo Maggi e Bindo Maserati e degli altri 66 equipaggi, per dare inizio così alla leggenda della Freccia Rossa.
A trionfare in quella prima edizione della Coppa delle Mille Miglia furono Nando Minoja e Giuseppe Morandi, piloti della fabbrica bresciana O.M. (Officine Meccaniche), alla fantastica media di 77,238 km/h, in 21 ore, 4 minuti e 48 secondi impiegati per completare i 1600 chilometri del percorso, da Brescia a Roma via Ferrara lungo l'Adriatico per poi tornare nella “Leonessa d'Italia” correndo sugli Appennini, paralleli al Tirreno. Sarà proprio questa lunghezza di percorso competitivo a determinare il nome della gara: Mille Miglia stradali. Al secondo e al terzo posto si classificarono altre due O.M. per un tripudio tutto bresciano.
Dal 1927 al 1957, trent’anni di memorabili vicende fatte di vittorie e sconfitte in quel periodo caratterizzato dalla seconda grande guerra, fino a quando l’ultima vera Mille Miglia si concluse tra le polemiche che ruotarono intorno a Enzo Ferrari e alla sua macchina, sottoposta a una perizia magistrale. Il 12 maggio del 1957 infatti, un fatale incidente avvenuto sulla Goitese nei pressi di Guidizzolo in provincia di Mantova, causato dallo scoppio di un pneumatico, costò la vita al pilota spagnolo Alfonso de Portago, al navigatore americano Edmund Gurner Nelson e a nove spettatori, tra i quali vi erano cinque bambini. A seguito della fatalità, la corsa venne definitivamente soppressa ed Enzo Ferrari, costruttore della vettura coinvolta nell'incidente, subì un processo che durò alcuni anni e dal quale uscì assolto. Dopo lo stop definitivo imposto alla Mille Miglia, di fronte alla irremovibilità delle autorità che non concessero mai i nulla-osta necessari per disputare la competizione su strada, l’evento abbandonò il profilo agonistico per svolgersi con altrettanto successo in modalità sfilata per auto storiche, riscuotendo una grande adesione e partecipazione anche sotto il profilo dell'attrattività turistica.
Una curiosità fa da sfondo al mito: i concorrenti della Prima Coppa delle Mille Miglia partirono con i bagagli, convinti di stare in viaggio almeno due giorni! Le strade degli anni Venti non erano asfaltate e, con eccezione delle lastricature in pietra nei centri abitati, le carreggiate erano del tutto sterrate. Nessuno immaginava che la lunga cavalcata attraverso l'Italia sarebbe potuta durare così poco: era nata una leggenda, era nata una gara che avrebbe segnato l'evoluzione tecnica di motori, freni, carrozzerie.
Per quanto riguarda l’edizione 2020 della Mille Miglia, a causa della pandemia da coronavirus, gli organizzatori confermano lo spostamento della data in autunno. La sfilata delle auto d'epoca si terrà dal 22 al 25 ottobre, invece che dal 13 al 16 maggio, secondo quanto deciso dal Consiglio di Amministrazione di Mille Miglia srl in accordo con l’Automobile Club di Brescia.