L’emergenza Coronavirus costringe tutti a rimanere in casa, ma per una donna vittima di violenza, questa situazione può rivelarsi drammatica. Denunciare quando si condivide lo stesso spazio e le occasioni di uscita sono molto ridotte diventa un’impresa difficile e rischiosa. Nelle ultime settimane sono crollate le denunce ai presidi nazionali e le richieste di aiuto al numero antiviolenza e stalking 1522, il servizio gratuito promosso dalla Presidenza del Consiglio e gestito da Telefono Rosa.
La Regione Lombardia ha dato nuove indicazioni ai 51 Centri Antiviolenza lombardi e ai relativi sportelli per attivare, oltre la reperibilità telefonica H24 sui numeri dedicati, servizi di modalità ‘a distanza’ (telefono, mail, videochiamate, messaggi..).
Assistenza psicologica, orientamento legale, accoglienza e ospitalità sono alcuni dei servizi offerti, gratuiti e a garanzia dell’anonimato, dai Centri Antiviolenza della rete lombarda. Questi si occupano anche di proteggere e accompagnare le donne durante tutti i passi necessari per uscire dalla situazione di violenza fino a ritrovare la propria autonomia.
Tra le nuove indicazioni di Regione Lombardia ci sono: la richiesta per i Centri a dare ampia diffusione delle nuove modalità organizzative con avvisi affissi presso gli sportelli, informazioni sui siti internet, registrazioni di messaggistica telefonica sui numeri dedicati e singoli messaggi alle donne già in carico; l’invito a mantenere un contatto costante con le Forze dell’ordine in modo da non creare disagi alla donna nell’eventuale spostamento dal domicilio. In caso di procedure di emergenza, inoltre, le denunce possono essere formalizzate anche successivamente l’allontanamento da casa. Prima di essere ospitate in una struttura le donne devono essere sottoposte a quarantena. All’interno delle case rifugio, infine, devono essere garantite le prescrizioni di sicurezza sanitaria attivate per il contenimento del Coronavirus.