Palazzo Pirelli, da 60 anni punto di riferimento della Milano verticale

Il 4 aprile del 1960 si inaugurava a Milano la Torre Pirelli, sede dell’omonima azienda che in quel momento scriveva, così, una delle pagine più alte di quella Rinascita che portò il Paese a superare le distruzioni della guerra e ad arrivare alla ribalta della scena internazionale. La Torre diventa subito “il Pirellone”, come affettuosamente i milanesi chiamarono il grattacielo che, con la coeva torre Velasca, segnò un capitolo fondamentale nella Storia dell’Architettura, dell’Ingegneria, della cultura tutta nonché dell’economia e del costume. Nato da un sito industriale dismesso, memoria ormai dimenticata di una città neoindustriale di due secoli ed un millennio fa, il grattacielo Pirelli, capolavoro italiano sul tema dell’edificio alto concepito dalla formidabile forza creativa ed innovativa di Ponti, Fornaroli, Rosselli, Nervi, Danusso, Valtolina, sembra oggi più giovane di quando, sessant’anni fa, fu inaugurato. Ma non è stata una vita priva di avventure e momenti anche drammatici. Nato come simbolo industriale di una Milano capitale dello sviluppo economico postbellico, il grattacielo è stato punto di riferimento di una città che, nel giro di pochi decenni, ha cambiato completamente la propria struttura economica e sociale. Il grattacielo è diventato bene della comunità quale sede della Regione Lombardia e del Consiglio regionale della Lombardia ed è, quindi, passato ad essere punto di riferimento di un intero territorio, quel territorio che dall’ultimo piano si ammira nelle belle giornate. All’inizio del nuovo millennio un terribile incidente aereo riporta l’edificio alla ribalta aprendo, assieme al lutto per l’evento, anche la riflessione sul suo futuro e sul suo “corpo” architettonico ferito. Il grattacielo diventa così laboratorio per uno straordinario restauro del “moderno” che ci ha consegnato una struttura architettonica bellissima ed in perfetta forma. La vicenda dell’edificio di Piazza Duca d’Aosta racconta, nello stesso tempo, la storia della città e della nazione non senza uno sguardo e un’interazione con lo scenario internazionale. Il “Pirelli” è una architettura che viene dalla storia, guarda al futuro e, a sessant’anni dalla sua inaugurazione, costituisce ancora uno dei punti di riferimento della Milano Verticale del terzo Millennio. Anche in questo momento di grande difficoltà ed incertezza il “Pirelli” ci rinfranca con la sua bellezza, ci convince con la sua razionalità, ci conferma nelle capacità del saper fare, della creatività, della visione del futuro, che sono insite nella nostra città, nella nostra regione, nel nostro paese.

Alessandro Colombo