Sistema fieristico, dalle esposizioni di Milano ossigeno per il Made in Italy

Le fiere, è risaputo, sono un efficace strumento di politica industriale e uno straordinario vettore per le esportazioni delle aziende in tutto il mondo. In questo settore, da anni Fiera Milano si contraddistingue come eccellente piattaforma di business che attraverso congressi ed eventi ha consentito a molti settori di punta del Made in Italy e dell'industria di poter disporre di una vetrina espositiva, strategica a livello internazionale.

La Fondazione, infatti, conta ben 50 manifestazioni organizzate mediamente in un anno, capaci di coinvolgere 25mila espositori e 4milioni di visitatori. Ottimi numeri in grado di generare cifre da record: 46,5 miliardi di ricavi di cui 17,5 in esportazioni per le sole aziende italiane espositrici. A certificare l’efficacia e la rilevanza del sistema fieristico per l’industria italiana dopo l’emergenza sanitaria è una ricerca-studio realizzata da The European House-Ambrosetti 2020 per conto di Fondazione Fiera Milano.

Nello studio sono delineati scenari che ben si prestano al dibattito sul futuro dell’industria nel nostro Paese. Una ricognizione “a tutto tondo” del sistema del manifatturiero italiano, delle sue criticità e potenzialità che evidenzia come la Pandemia altro non ha fatto che accelerare alcune cause di difficoltà che da anni gravano sul potenziale industriale nazionale (eccesso di burocrazia, carenza di infrastrutture fisiche e digitali, mancanza di riforme strutturali, etc).

Tra gli asset strategici di sviluppo individuati nella ricerca, oltre agli investimenti nel campo dell’innovazione, digitalizzazione e dell’economia circolare, un ruolo centrale viene occupato proprio dal sistema fieristico che appare strategico per sostenere la ripartenza dopo mesi di stop dovuti all’emergenza pandemica.

A documentare l’efficacia del sistema sono gli eventi ospitati e gestiti ogni anno da Fiera Milano che producono, in media, ricadute economiche per 8,1 miliardi su tutto il territorio nazionale, di cui 4,3 miliardi nella sola Lombardia. Il valore aggiunto generato dalle vendite fieristiche delle aziende italiane che hanno partecipato come espositori alle manifestazioni è così stimato: 17,5 miliardi di euro annui di valore aggiunto diretto; 32,6 miliardi di valore aggiunto indiretto e 3,6 miliardi di valore aggiunto indotto per un totale di 53,7miliardi, ovvero il 3% del Pil italiano nel 2019, calcolato attraverso un moltiplicatore di 3,1 per il settore manifatturiero sull’economia italiana.

Il ruolo delle fiere, oltre alle vendite, è strategico anche per l’evoluzione del sistema imprenditoriale. In Italia, le aziende esportatrici rappresentano il 25% del totale ma la percentuale sale al 92% se si considerano le imprese che espongono nei padiglioni di Milano. Nell’innovazione, ad esempio, la percentuale delle realtà industriali italiane si attesta al 46% ma questo dato sale all’84% per le imprese espositrici in Fiera Milano.

In questi giorni, fino a fine anno, il calendario di Fiera Milano propone 17 eventi, a cominciare da Miart, la manifestazione d’arte contemporanea (solo su piattaforma digitale). A fine mese, invece, sono attese tutte le kermesse fieristiche legate al mondo della moda: Milano Unica, Mipel, Micam e Lineapelle (eventi in presenza e in parte virtuali). Un trittico espositivo, primo importante stimolo per dare ossigeno alla crisi finanziaria delle imprese fieristiche. Secondo le stime della società internazionale Amr, a oggi nel settore le perdite per il mercato mondiale sono al 70%. Per l’Italia questo calo è del 67% che si traduce in una perdita del Pil nazionale del 2% (fonte il Sole 24 Ore 3092020)