Palazzo Pirelli, la casa dei lombardi Storia e futuro del grattacielo

Il Pirellone oggi, simbolo della democrazia e della partecipazione
Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, è la casa dei cittadini lombardi. Partecipazione, accessibilità e trasparenza sono valori cardine per l'istituzione che, oggi, lavora sempre più nella direzione di un "palazzo aperto". Il 2016 è un anno speciale: a luglio si festeggeranno i 60 anni dalla posa della prima pietra. Quando fu costruito, nel 1960, i suoi 31 piani erano l’emblema della modernità e al tempo stesso certificavano un’Italia e una Lombardia in pieno boom economico e proiettate verso un futuro di ricchezza e modernità. Sono passati 56 anni e il “Pirellone”, così come subito fu affettuosamente chiamato dai milanesi, continua ad essere l’immagine simbolo di Milano e della Lombardia. Da sede della Pirelli, una delle fabbriche e del luogo del lavoro simbolo di Milano, adesso il Palazzo è sede del Consiglio regionale della Lombardia, il parlamento regionale. Un luogo che è sempre stato l’icona architettonica di Milano oggi è uno spazio che idealmente abbraccia tutti i 10 milioni di cittadini lombardi perché sugli scranni dell’Aula, attraverso i gruppi e le forze politiche, sono rappresentate tutte le sensibilità sociali e culturali della regione. Una vera e propria casa di tutti i lombardi, nella quale si fanno e si approvano leggi, regolamenti e atti amministrativi. Per suggellare questo legame ideale tra la mission del Palazzo e la società lombarda, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale da diverso tempo ha deciso di aprire sempre di più le  porte del Pirelli con iniziative e manifestazioni per offrire l’occasione ai cittadini di visitare e vivere, anche attraverso momenti di festa, commemorazione e ricorrenze,  quello che adesso rappresenta oggi un importante simbolo della democrazia e della partecipazione.

Il Pirelli e la sua struttura architettonica, la firma di Giò Ponti 
127,10 metri. 31 piani. 710 gradini. 30mila metri cubi di cemento e quasi 4000 tonnellate di ferro. La sua costruzione parte il 12 luglio del 1956 con la posa della prima pietra ed è inaugurato il 4 aprile del 1960. Per la sua costruzione – è  uno degli edifici in calcestruzzo più alti al mondo – ci vollero dunque 4 anni. A firmarne il progetto l’architetto Giò Ponti, che usufruì della collaborazione delle migliori firme di architetti e ingegneri del tempo come Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto, Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso. Pianta esagonale con una superficie interna di 24mila mq e vetrate che coprono 9.550 mq, fu poi acquistato dalla Regione Lombardia  nel 1978 e ristrutturato negli interni con la supervisione dell’architetto Bob Noorda (sua è la Rosa Camuna, simbolo di Regione Lombardia). Quando fu costruito, in cima al Grattacielo Pirelli  fu posta una copia della Madonnina del Duomo di Milano: una decisione presa per rispettare la tradizione che voleva che nel capoluogo lombardo non ci fosse edificio più alto. La madonnina del Duomo è infatti a 109 metri di altezza contro i 127 del Pirelli.

La tragedia del 2002
Colpito al cuore nel 2002  da un piccolo aereo da turismo svizzero, è rimasto chiuso due anni per essere sottoposto a un importante restauro conservativo. In quegli anni l’attività istituzionale si tenne nella tensostruttura posta a pochi metri di distanza, dove oggi sorge l’attuale sede della Regione: Palazzo Lombardia. Nell’incidente morirono le avvocatesse Anna Maria Rapetti ed Alessandra Santonocito e due interi piani andarono distrutti: no di questi, il 26esimo, oggi è  espressamente dedicato alla memoria del tragico schianto.

La ristrutturazione
Con la riapertura nel 2004, il Palazzo ha è stato rimesso a nuovo ma preservando i tratti progettuali e architettonici voluti da  Giò Ponti che ne hanno fatto un simbolo dell’architettura contemporanea. I lavori hanno permesso di realizzare di due sale completamente nuove e volutamente dedicate a protagonisti che hanno reso famosa la città. A Giorgio Gaber è infatti intitolato l’Auditorium del primo piano (utilizzato per proiezioni come la Prima della Scala e convegni) e a Enzo Jannacci il Belvedere del 31esimo piano, che in alcune domeniche dell’anno resta aperto ai lombardi che vogliono ammirare un panorama mozzafiato su tutta la città.

Ciak, si gira!
La casa dei lombardi è stata negli anni anche presa in prestito da registi e case di moda come set cinematografico e per sfilate. Al Pirellone, infatti, è stata la location di pellicole importanti, come ad esempio la “Notte “di Antonioni girato nel 1960, e Inception, girato nel 2010 con Leonardo Di Caprio. Il Belvedere, posto al 31 piano, inoltre ospita anche mostre o eventi di particolare rilievo sociale e culturale. E affittato per girare spot pubblicitari e catering di feste private e matrimoni. Le sue pareti sono diventate nel tempo strumento per comunicare coi cittadini. Ne sono un esempio le fotografie, proiettate sulle sue facciate, delle opere d’arte esposte nel palazzo in occasione di mostre tematiche o la scritta Je suis Paris, apparsa sul grattacielo a seguito degli attentati francesi. Situato in una posizione strategica, proprio davanti alla stazione Centrale di Milano e vicino ai più importanti alberghi meneghini, il suo  piazzale è sempre un via vai di turisti con macchine fotografiche che immortalano il Pirellone, protagonista negli ultimi anni – come l’ Empire State Building di New York  –  della “Vertical Sprint”, la corsa per le scale degli edifici più alti al mondo.