Rischio idrogeologico: nuovi strumenti di prevenzione

Introduzione dell’obbligo di invarianza idraulica nella realizzazione di nuove case, industrie, parcheggi o strade, e negli interventi di riqualificazione: attraverso la progressiva realizzazione di vasche volano, pozzi filtranti, tetti verdi e superfici semipermeabili sarà impedito il peggioramento del regime idraulico delle acque sotterranee e superficiali. Stop a nuove realizzazioni edilizie in terreni prossimi o adiacenti ai corsi d’acqua con l’introduzione di strumenti e misure di contrasto più incisive contro gli episodi di abusivismo. Potenziamento della manutenzione dei corsi d'acqua, delle opere esistenti e del territorio in genere, nella consapevolezza che mantenere in efficienza un’opera idraulica esistente ha un costo due volte inferiore rispetto alla sua ricostruzione o ripristino.
Sono questi gli aspetti più significativi del progetto di legge che attua una revisione organica della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d’acqua, approvato questo pomeriggio in Commissione Territorio presieduta da Alessandro Sala (Lista Maroni). Hanno votato a favore Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia e NCD, astenuti Partito Democratico, Patto Civico e M5Stelle, nessun voto contrario. Ai lavori della Commissione ha preso anche parte l'Assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi.

Il testo finale è frutto di un lungo e approfondito lavoro coordinato dal relatore Roberto Anelli (Lega Nord) e che ha coinvolto tutti i gruppi consiliari, recependo anche le indicazioni pervenute dalle Commissioni “Agricoltura” e “Ambiente e Protezione civile”.
Nella nostra regione sono presenti bacini e corsi d'acqua tra i più importanti del Paese che negli ultimi anni, complice anche l’elevato livello di urbanizzazione e di utilizzo del suolo e i sempre più ricorrenti eventi alluvionali legati ai cambiamenti climatici, hanno causato numerosi dissesti idrogeologici e danni diffusi e ingenti ai centri abitati, alle infrastrutture, alle attività produttive, all'agricoltura e al patrimonio forestale. Pertanto –ha spiegato il relatore Roberto Anelli (Lega Nord)- Regione Lombardia con questa legge vuole dotarsi di strumenti moderni ed efficienti per affrontare in modo concreto il tema della difesa del suolo e della prevenzione dal rischio idrogeologico. Siamo consapevoli che non potremo mai raggiungere il livello di “rischio zero", ma vogliamo ridurre al minimo il livello di rischio con nuove azioni di prevenzione e pianificazione investendo risorse economiche importanti".
Complessivamente il progetto di legge prevede uno stanziamento di circa 15 milioni di euro per la manutenzione dei corsi d’acqua nel prossimo triennio e di circa 11 milioni di euro per il sistema dei Navigli e delle idrovie collegate.
Abbiamo fatto un lavoro positivo il cui esito dipenderà però da come la Giunta regionale tradurrà i principi contenuti in questa legge attraverso i numerosi regolamenti attuativi che dovrà emanare e sui quali purtroppo il Consiglio non avrà ruolo decisionale –ha sottolineato Jacopo Scandella (PD), motivando l’astensione del suo gruppo-. Resta aperto il problema di come intervenire laddove si è in presenza di interventi e costruzioni esistenti in prossimità dei corsi d’acqua che non rispettano i parametri di questa legge e si pone ancora di più la necessità di rivedere la legge 12 e dare vita a una vera riforma urbanistica: infatti la pianificazione legata all’acqua per la sua ampiezza e complessità non può investire la singola scala comunale ma deve interessare un ambito almeno di area vasta”.
Abbiamo apprezzato il metodo di lavoro che ha portato all’approvazione di questo progetto di legge –ha detto il Consigliere Segretario del Consiglio Eugenio Casalino (M5Stelle)- e guardiamo con favore all’accoglimento di molti nostri contributi. Il nostro è per ora un voto di astensione in attesa di capire se potranno esserci ulteriori modifiche e miglioramenti in Aula”.

Di seguito in sintesi i punti e gli obiettivi principali del progetto di legge:

  • riordinare le competenze regionali, disciplinando le funzioni e le attività per la difesa del suolo e la gestione dei corsi d'acqua in capo alla Regione e coordinando l’azione degli altri enti pubblici (Comuni, Comunità Montane, Province, enti del sistema regionale) che concorrono all’attuazione delle politiche di prevenzione;
  • disciplinare la gestione dei diversi reticoli idrici del territorio (reticolo idrico principale, minore e consortile), al fine di coordinare le azioni delle diverse autorità idrauliche preposte (Regione, AIPO, Comuni, Consorzi di bonifica);
  • sviluppare le conoscenze sulla difesa del suolo e il demanio idrico fluviale promuovendo un sistema integrato di banche dati, archivi informatizzati e procedure telematiche da costruire nell'ambito del Sistema Informativo Territoriale regionale già esistente, con il concorso di tutti i soggetti pubblici e privati, delle Università e dei centri di ricerca;
  • prevenire i rischi di esondazione dei corsi d'acqua mediante l'introduzione negli strumenti urbanistici e nei regolamenti edilizi comunali dei principi dell'invarianza idraulica e idrologica delle trasformazioni territoriali, favorendo e sviluppando il drenaggio urbano sostenibile;
  • disciplinare, sulla base delle norme nazionali, le attività di polizia idraulica al fine di combattere l'abusivismo edilizio lungo i corsi d'acqua, valorizzando gli usi compatibili delle alzaie e degli argini golenali;
  • promuovere e finanziare le attività di manutenzione costante delle opere di difesa del suolo e degli alvei dei corsi d'acqua per garantire una migliore qualità ecologica e ambientale dei corsi d'acqua;
  • definire una disciplina per l’accatastamento delle opere di difesa del suolo e per la servitù idraulica, nonché per la tutela dei sistemi terrazzati della Lombardia quali presidi del territorio collinare, anche con funzioni di stabilizzazione idrogeologica;  
  • riordinare la governance sulla materia, valorizzando le funzioni di difesa del suolo attribuite agli enti del sistema regionale, in particolare quelle relative ai Consorzi di bonifica e all'Agenzia Interregionale per il fiume Po, alla quale viene affidata la gestione del sistema idroviario del fiume Po e delle idrovie collegate.