Discariche per inerti, il Consiglio regionale all’unanimità chiede interventi su siti sviz

 Il tema delle discariche di inerti in progetto o già realizzate in territorio svizzero sulle aree di confine con i comuni lombardi di Bizzarone, in provincia di Como e di Cantello, in provincia di Varese, è stato affrontato dal Consiglio regionale con l’approvazione all’unanimità di due distinte “Risoluzioni”.

Discarica lungo il confine di Bizzarone (Co)

A ridosso del confine italo-svizzero, tra Mendrisio e Novazzano, è allo studio delle autorità elvetiche un progetto per la realizzazione di due discariche per rifiuti inerti, la “Genesterio Prella I” di 36.800 metri quadrati di superficie per un volume lodo di 350.000 metri cubi e la “Genesterio Novazzano Chioso” di 40.000 metri quadrati di superficie per 360.000 metri cubi di volume.
L’impatto ambientale della loro realizzazione potrebbe ripercuotersi sulla zona boschiva dei parchi della Valle del Lanza e delle Sorgenti del Lura nel territorio di Bizzarone, in provincia di Como; sulle attività produttive della zona tra cui un’azienda florovivaistica e un agriturismo; sulle abitazioni che alla fine dei lavori si troverebbero ad una distanza inferiore ai 50 metri dal margine sud delle discariche. 
La “Risoluzione” presentata congiuntamente dalle Commissioni “Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome” (presieduta da Francesca Brianza, LN) e “Ambiente”, presieduta da Luca Marsico (Fi) impegna la Giunta ad assumere ogni iniziativa con le autorità svizzere affinchè i due siti vengano stralciati dalla programmazione cantonale e si possano individuare soluzioni alternative.

Discarica lungo il confine di Cantello (Va)

La seconda “Risoluzione”, sempre presentata congiuntamente dalle Commissioni “Ambiente” (presieduta da Luca Marsico, Fi) e “Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome” (presieduta da Francesca Brianza, LN) riguarda invece una discarica di inerti realizzata nel comune svizzero di Stabio a ridosso del confinante comune di Cantello, in provincia di Varese. 
Il sito ha raggiunto un volume di 145.000 metri cubi ed un’altezza del materiale superiore a 5 metri. Ciò, è riportato nella risoluzione, provoca una “significativa” riduzione del soleggia mento delle abitazioni italiane che distano poche decine di metri dall’impianto. Inoltre, le autorità elvetiche stanno progettando la realizzazione di un’area di “occupazione temporanea per il riciclaggio e il deposito provvisorio di materiali inerti” (su una superficie di circa 14.000 metri quadrati) con il posizionamento di un frantoio e un vaglio per la separazione dei rifiuti. La loro costruzione, in una zona priva di edifici in un raggio di almeno 400 metri e peraltro non concordata tra Lombardia e Confederazione Svizzera, comporterebbe per i cittadini di Cantello “l’assoggettamento a rumore continuo dato dalla frantumazione dei materiali inerti stoccati”.
La Risoluzione approvata dal Consiglio regionale impegna la Giunta ad assumere ogni iniziativa con le autorità svizzere affinchè “riveda la determinazione assunta” per evitare possibili rischi per la salute dei cittadini di Cantello e “per garantire le stesse forme di tutela previste per il territorio elvetico”. Chiede inoltre che vengano predisposte le necessarie misure di mitigazione per gli impatti ambientali di origine trasfrontaliera.

Nel corso del dibattito sulle Risoluzioni sono intervenuti i consiglieri Francesco Dotti (Fratelli d’Italia), Lara Magoni (Lista Maroni),Alessandro Fermi (Fi), Luca Gaffuri (Pd), Gianpietro Maccabiani (M5S).