La Regione e i suoi governi dal 1970 ad oggi

Dalle disposizioni transitorie contenute nella Costituzione repubblicana all’effettiva istituzione delle regioni a statuto ordinario e, quindi, della Lombardia, passa un quarto di secolo. Anni in cui il Parlamento e la politica in generale dibattono sull’effettivo peso istituzionale da attribuire ai nuovi Enti, fra i timori di contraccolpi sull’unità nazionale e la consapevolezza della necessità di delegare alcune funzioni amministrative.

Fino agli anni 70 – anno in cui, a giugno, si eleggono i primi Consigli regionali – sembra prevalere un criterio di rinvio e di gradualità e la stessa legge finanziaria per le Regioni (la 281 del maggio 1970) è espressione di una scelta piuttosto restrittiva dell’autonomia finanziaria regionale.

Gli Statuti regionali vengono poi promulgati nel 1971 e, con i decreti delegati del gennaio 1972, si compie il trasferimento delle funzioni amministrative negli ambiti relativi a circoscrizioni comunali, acque e cave, assistenza scolastica ed ospedaliera, musei, trasporti, turismo, urbanistica, agricoltura, caccia e pesca.
La prima giunta regionale è guidata da Piero Bassetti, eletto dal Consiglio: i partiti di maggioranza sono DC (con il 41% dei voti) Psi, Psdi e Pri. Il primo partito di minoranza è il PCI (con il 23%). La prima giunta si dimette il 15 luglio 1971, come atto dovuto dopo l’approvazione dello Statuto, e viene reinsediata lo stesso giorno. Alle dimissioni di Bassetti (nel ’74) fa seguito, con la stessa maggioranza, la prima delle Giunte guidate da Cesare Golfari,.
L’identità della nuova istituzione si conquista faticosamente: le sedute iniziali del Consiglio si tengono nell’Aula consiliare della Provincia e la Regione in quanto tale è sconosciuta alla maggioranza dei cittadini. L’iniziativa di acquistare il Pirellone, durante la II legislatura (sotto la presidenza Golfari, con la presenza del Pci in una sorta di maggioranza allargata) è da questo punto di vista una scelta vincente.
Il palazzo costruito da Gio Ponti, con la collaborazione di Pierluigi Nervi per una delle industrie più rappresentative della Lombardia, allora il più alto della Lombardia, diventa nel 1978 la sede della Regione e uno dei suoi simboli, insieme alla rosa camuna disegnata da Bob Noorda, Bruno Munari, Roberto Sambonet e Pino Tovaglia.
L’ultima seduta della II legislatura si tiene nella nuova Aula Consiliare.
La III legislatura (1980/85) è caratterizzata dalla Presidenza di Giuseppe Guzzetti e dalla nascita del pentapartito (a DC, Psi, Psdi, Pri si aggiunge il Pli) che governerà anche per parte della IV legislatura (1985/90): sono gli anni della riconversione industriale, del referendum sul nucleare, della localizzazione delle centrali energetiche e del disastro in Valtellina.
Nel maggio del 1987 Guzzetti si dimette per candidarsi al Senato e, dopo un breve interregno del vicepresidente socialista Ugo Finetti, si forma una giunta guidata dal democristiano Bruno Tabacci, che nell’ottobre dell’anno successivo lascerà a sua volta.
La V legislatura (che inizia nel 1990) è l’ultima della “prima Repubblica” e attraversa la stagione di Mani Pulite. La Lega Nord entra per la prima volta in Consiglio, con un significativo risultato elettorale e un numero elevato di consiglieri.
Alle giunte di Giuseppe Giovenzana (che continua il mandato dalla fine della legislatura precedente e che si dimette nel maggio del 1992) succede il primo ed unico governo regionale di sinistra, la cosiddetta giunta “rosso-verde” guidata da Fiorella Ghilardotti, che governerà fino al 1994, con Pds, Psdi, Verdi e il liberale Giancarlo Morandi, con l’appoggio esterno di socialisti e DC.
Dal ‘94, per un anno, presidente della Regione sarà il leghista Paolo Arrigoni.
Nel 1992 erano state istituite le province di Lecco e di Lodi (mentre la provincia di Monza e Brianza sarà istituita nel 2004).
La VI legislatura, che inizia nel 1995, vede un’altra svolta. Scompaiono, o cambiano nome, i vecchi partiti, mutano le modalità di elezione, con l’introduzione del premio di maggioranza alla coalizione vincente. Forza Italia diventa il primo partito e inizia l’era Formigoni, con un programma di coalizione, di cui sono parte essenziale l’idea di sussidiarietà e la riforma del sistema sanitario.
E’ anche l’inizio del processo che porterà a identificare la Lombardia con il suo “governatore” e che condurrà, nel 2000, all’elezione diretta del Presidente. Neanche il programma di governo dovrà più essere votato dal Consiglio e gli assessori potranno essere scelti fra personalità esterne, prive di mandato elettivo, ma indicate direttamente dal Presidente.
Nelle elezioni di aprile Roberto Formigoni ottiene il 62,4% dei consensi e sbaraglia il leader della coalizione di centro sinistra, Mino Martinazzoli, ex ministro e ultimo segretario nazionale della DC, che si ferma al 31,5 % dei consensi. (nella foto la prima seduta della VI legislatura, il 19.6.1995)
La VII legislatura vede quindi la seconda giunta Formigoni, che verrà riconfermato anche per la VIII (con le elezioni del 2005) e per la IX, la legislatura che si è conclusa precocemente nel 2012, con le dimissioni dei consiglieri regionali, evento unico nella storia dell’istituzione regionale.