Lambrusco Mantovano: ecco perché va tutelato

Virgilio duemila anni fa decantava nei suoi scritti la vitis labruscaFurono però solo i monaci benedettini nei territori dell'abbazia di Polirone a San Benedetto Po a tramandare la tradizione. Stiamo parlando delle "origini" del Lambrusco Mantovano Dop (Denominazione di origine protetta) che viene prodotto in un'area che comprende i comuni di Viadana, Sabbioneta, Suzzara, Gonzaga, Pegognaga, Moglia, Quistello, San Benedetto Po, Revere, Poggio Rusco e Sermide nelle tipologie rosso e rosato. Viene classificato come Lambrusco Mantovano DOP Viadanese-Sabbionetano (zona di produzione la riva sinistra del fiume Po) o Lambrusco Mantovano DOP Oltrepo' Mantovano (sulla riva destra). Dai vigneti coltivati su 339 ettari si ottengono circa 6,5 milioni di bottiglie di vino da pasto frizzante, di colore rosso rubino e con gradazione minima di 10°.

Il disciplinare di produzione prevede che il Lambrusco Mantovano DOP contenga, da sole o congiuntamente, almeno l’85% di uve Lambrusco Viadanese (in loco chiamato Grappello Ruberti), Lambrusco Maestri (in loco chiamato Grappello Maestri), Lambrusco Marani e Lambrusco Salamino. Possono concorrere alla produzione del lambrusco mantovano DOP anche uve Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa (o Grappello Grasparossa), Ancellotta e Fortana nella misura massima del 15% da sole o congiuntamente. Vino da pasto, si presenta al palato morbido, fresco e frizzante, poco tannico e sapido, e ben equilibrato. Per la sua degustazione gli intenditori consigliano di berlo alla temperatura di 14 e i 16° e di abbinarci salumi, formaggi, cotechini e piatti tipici del territorio di provenienza.

Nonostante queste peculiarità, le politiche europee (ora in fase di revisione) rischiavano di metterne in pericolo la storia, spingendo per una liberalizzazione del marchio. Anche il Consiglio regionale ha preso posizione perché la denominazione non venga annacquata.

Per proteggere la sua denominazione e sfruttare al meglio le sue potenzialità e per rispondere alla sempre pià alta domanda estera, i produttori dal 2012 hanno fondato il Consorzio Vini Mantovani, con l’obiettivo di potenziarne l’azione e razionalizzare le risorse. Tutt’oggi il Consorzio opera in favore della viticoltura e dell’enologia mantovana, che vanta produzioni di alta qualità. Con lo stesso obiettivo, per evitare l’uso improrpio della denominazione protetta, messa a rischio dalla possibilità di una liberalizzazione dei vitigni autoctoni, avviata a livello europeo, la Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione di Andrea Fiasconaro (M5S). Il documento chiede la tutela del marchio e invita la Giunta a vigilare affinchè l’Europa ritiri l’atto delegato che consentirebbe a tutti di portare in etichetta il nome dei vitigni locali, ritenendo la menzione Lambrusco non riferita al territorio e all’elemento geografico.. Furono però solo i monaci benedettini nei territori dell'abbazia di Polirone a San Benedetto Po a tramandare la tradizione. E’ il Lambrusco, vino frizzante tipico dei colli Morenici, il cui colore va dal rosato al rosso rubino, dal profumo intenso e di solito bevuto nei mesi freddi.