Il Consiglio regionale ha respinto con 45 voti contrari 29 favorevoli la mozione di censura nei confronti dell’Assessore alla Salute e vicepresidente della Giunta Mario Mantovani, presentata da Patto Civico e Partito Democratico (primo firmatario Umberto Ambrosoli) che ieri è stata sottoscritta anche dal Movimento 5 Stelle.
Il documento illustrato in Consiglio regionale da Umberto Ambrosoli chiedeva di censurare l’operato dell’assessore “per non aver vigilato sul corretto funzionamento del sistema sanitario lombardo”, per “non essere intervenuto tempestivamente nel rimuovere i soggetti inquisiti” e per aver “pubblicamente promosso la raccomandazione come metodo per ricoprire incarichi pubblici”. Nel documento, facendo seguito a una serie di indagini giudiziarie si parlava “di pervasività di un sistema di malaffare che ruota intorno ai grandi appalti, tra gli altri, della sanità lombarda”. E si aggiungeva che “l’assessore competente anziché impegnarsi nel ripristino della regolarità della sanità regionale si è invece intrattenuto in iniziative pubbliche nelle quali – si legge nel testo della mozione – ha fatto sfoggio di promesse di raccomandazioni come metodo per ricoprire incarichi pubblici”.
“Questa mozione di censura che presentiamo oggi – ha detto Ambrosoli nel suo intervento – non ha solo la volontà di stigmatizzare comportamenti precisi messi in atto dall’Assessore alla Sanità e vice Presidente Mario Mantovani, ma ha la finalità anche di segnalare l’assenza di una guida affidabile in un settore fondamentale per la Regione Lombardia quale è quello della salute”.
L’Assessore Mario Mantovani è intervenuto respingendo le accuse e sottolineando “le finalità chiaramente elettorali e fortemente strumentale della mozione di censura. Il male e il marcio, per usare una frase d’attualità, vanno sempre presi a calci. Ma in questo primo anno di legislatura questa Giunta ha lavorato con estremo rigore. Pertanto – ha detto Mantovani – non accettiamo lezioni di moralità da parte di nessuno, né tanto meno, accettiamo di essere influenzati da lanci d’agenzia guerrafondai”. Nel suo intervento Mantovani ha evidenziato che la Giunta ha agito “con tempestività e che in campo sanitario è stata messa in campo una discontinuità basata su professionalità e merito degli operatori”. – L’Assessore alla Salute ha poi affrontato il tema della vigilanza . “E’ l’accusa più pesante che mi si rivolge” – ha detto – “ma le cose non stanno così”. Mantovani ha citato a questo proposito le nuove regole di sistema che in materia di vigilanza prevede una serie di azioni in termini di trasparenza ed efficienza che ha ricevuto il plauso anche da parte del Presidente della Regione Lazio. “Un sistema di controlli che funziona – ha evidenziato – e che ha portato a risparmiare oltre 23 milioni di euro in un’ottica di tutela delle risorse assegnate”. Sul contestato video del comizio di Arconate, Mantovani ha detto: “Certo è stata una frase infelice, ma non ho mai raccomandato nessuno perché ho sempre privilegiato il merito e le capacità personali”.