Fusioni dei Comuni, coinvolte 58 Amministrazioni. Si vota il 1 dicembre

Si terrà domenica 1 dicembre il “Referendum day” in Lombardia per la fusione di piccoli Comuni.  La consultazione (urne aperte dalle 8 alle 21) interessa 58 Comuni lombardi che potrebbero fondersi in 19 nuove Amministrazioni. Sono circa 120 mila cittadini interessati dalla consultazione. Trattandosi per legge di referendum consultivi, la decisione finale sul procedimento spetterà al Consiglio regionale della Lombardia che dovrà tenere conto dell’indicazione elettorale complessiva e dell’espressione dei singoli Comuni interessati.

Queste le Amministrazioni interessate dal voto del 1 dicembre.

Bergamo
Sant’Omobono Terme e Valsecca
Brembilla e Gerosa
Covo, Fara Olivana con Sola e Isso

 
Como
Bellagio e Civenna
Drezzo, Gironico e Parè
Faloppio, Ronago e Uggiate Trevano
Claino con Osteno, Corrido, Porlezza, Valsolda e Val Rezzo
Lenno, Ossuccio, Tremezzo e Mezzegra
Menaggio, Grandola ed Uniti, Plesio e Bene Lario
Musso e Pianello del Lario

Lecco
Verderio Inferiore e Verderio Superiore

Mantova
Virgilio e Borgoforte
San Giorgio di Mantova e Bigarello

Pavia 
Cornale e Bastida de’ Dossi
Pieve del Cairo e Gambarana

Sondrio
Grosotto, Mazzo di Valtellina, Tovo di Sant’Agata, Vervio e Lovero
Chiavenna, Mese, Gordona, Menarola e Prata Camportaccio.

 

Varese
Maccagno, Pino sulla sponda del Lago Maggiore e Veddasca
Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Grantola, Masciago Primo e Mesenzana

 

Cos’è la fusione 
I Comuni, frutto delle fusioni, sono nuove realtà con una denominazione diversa e organi amministrativi nuovi. Una volta, infatti, formato il nuovo Comune, si procederà alle nuove elezioni. I Comuni che accettano di fondersi non saranno tenuti al rispetto dei vincoli del patto di stabilità e riceveranno dallo Stato il 20% in più dei trasferimenti.
Per procedere alla fusione, l’iter prevede una richiesta da parte dei Comuni interessati alla Giunta regionaleche istruisce la procedura per l’indizione del referendum consultivo. Il documento arriva poi sul tavolo della Commissioni competenti e del Consiglio Regionale che vota il via libera o meno al referendum. 

 

Il panorama Italiano – La Lombardia è sicuramente la Regione che vanta il maggior numero di richieste di referendum. In Italia la situazione è differente tra Nord e Centro-Sud, dove in quest’ultimo caso lo strumento maggiormente utilizzato è l’unione dei Comuni (esempio sono l’Umbria e la Puglia), che si differenzia dalla fusione perché i singoli Comuni sopravvivono a pieno titolo, condividendo nell’Unione sedi e funzioni amministrative.

La Toscana insegue la Lombardia con 57 comuni coinvolti per un totale di 21 ipotesi di fusione. Di queste, 15 sono già state sottoposte a referendum consultivo (tra maggio 2012 e ottobre 2013) e in 7 casi le proposte di fusione sono state convalidate a maggioranza dalla popolazione. Le Unioni dei Comuni, invece, sono 25 e riguardano 153 comuni.

In Piemonte sono in corso due procedure di fusione che riguardano 4 Comuni (che diventerebbero dunque 2), in Friuli V.G. una fusione tra due Comuni è già stata realizzata e per altri tre si aspetta l’esito del referendum indetto anche per il Friuli domenica prossima. Sempre domenica primo dicembre anche i cittadini di alcuni Comuni delle Marche si dovranno esprimere a favore o contro la fusione. Si tratta di due operazioni di fusione che riguardano rispettivamente 2 e 3 Comuni nel Pesarese. 
In attesa, invece, di conoscere l’esisto della consultazione popolare sono due Comuni veneti ( il referendum si è svolto a fine ottobre). IlVeneto, in particolare, attraverso una serie di norme e provvedimenti vuole favorire questo e altri processi aggregativi, con l’obiettivo di arrivare per gradi, dagli attuali 581 a circa 150 Comuni: di recente il Consiglio Regionale veneto ha approvato all’unanimità i disegni di legge relativi all’istituzione di due nuove realtà amministrative derivanti dalla fusione di Comuni nel bellunese e nel rodigino: (Longarone e Castellavazzo, da una parte, e Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle Polesine, Pincara, Villamarzana e Villanova del dall’altra).

In Emilia Romagna, la fusione di 12 Comuni ha portato alla creazione di 4 nuove amministrazioni.

Discorso a parte per il Trentino Alto Adige, dove nella Provincia di Bolzano non c’è stato alcun accorpamento, mentre in quella di Trentosono nati due nuovi Comuni: uno per la fusione di 6 Comuni e l’altro di 2. Attualmente sono interessati all’iter di fusione 10 Comuni che si ridurranno a 3. Ancora in Commissione, invece, i progetti di legge per la fusione di due Comuni nella Regione Liguria. Per quanto riguarda la Campania una fusione riguardante due comuni è stata già approvata la proposta di indizione di referendum. Per un’altra ( che riguarda la fusione di 7 comuni in 1) è stata riproposta dopo che il referendum non ha raggiunto il quorum.

Nessuna operazione invece è stata realizzata nè è in programma nel Lazio e in Calabria. In Valle d’Aosta, invece, pur non essendo ancora stata realizzata nessuna fusione, sono comunque state approvate in Consiglio regionale le linee guida per una possibile riforma che vada in questa direzione.

Per quanto riguarda infine l’Umbria va segnalata la soppressione delle Comunità montane per istituire le Unioni speciali di comuni e l’Agenzia forestale regionale al fine di favorire il processo di razionalizzazione dei servizi e di riduzione dei costi. Le Unioni speciali previste dal Piano di riordino territoriale approvato dalla Giunta regionale sono otto, ma ad oggi ancora nessuna Unione speciale di comuni ha adottato lo statuto. 
In Puglia, infine, le Unioni fino ad ora costituite sono 6 e coinvolgono 28 comuni per un numero totale di circa 395.000 cittadini.

Lo scorso 27 novembre la Commissione Affari istituzionali in seduta congiunta con la Commissione Speciale Riordino delle Autonomie ha approvato anche la proposta di indizione del referendum consultivo per la fusione in un unico Ente dei Comuni di Borgo di Terzo, Luzzana e Vigano San Martinoin provincia di Bergamo. Il provvedimento deve ora passare all’esame del Consiglio regionale per la sua approvazione definitiva.

 

LE UNIONI DEI COMUNI

Questa invece la fotografia (fonte Ancitel) delle Unioni di Comuni presenti in Italia. Anche in questo caso la Lombardia guida questa particolare graduatoria.

Clicca qui per i dettagli: http://goo.gl/48dSDi