Rappresentanze sindacali della Fondazione Maugeri in Commissione Sanità

Lavoratori e rappresentanti sindacali della Fondazione Maugeri sono intervenuti oggi in Commissione Sanità per contestare la decisione della fondazione di risolvere i propri problemi di bilancio disdicendo il contratto in vigore per passare a quello della sanità privata, con conseguente riduzione di stipendio, diritti e tutele. Come riferito, i tagli di stipendio ammontano mediamente al 15%, ma per gli stipendi più elevati arrivano anche al 30%. I rappresentanti sindacali hanno chiesto l’azzeramento dei vertici della fondazione e proclamato lo stato di agitazione: i lavoratori interessati sono oltre 1700 impiegati nei presidi di Pavia, Montescano, Lumezzane e Castelgoffredo. Complessivamente la perdita di bilancio per l’intera fondazione a fine 2013 ammontava a circa 15milioni di euro.
Il problema posto dai lavoratori richiede un intervento immediato da parte di Regione Lombardia e merita risposte tempestive –ha detto il Presidente della Commissione Sanità Fabio Rizzi (Lega Nord)-. Domani incontreremo in audizione i rappresentanti della proprietà della Fondazione Maugeri per richiamarli alle loro responsabilità, pronti poi a fare azione comune con la Commissione Attività produttive e gli Assessorati regionali competenti per trovare una soluzione che non scarichi i problemi di bilancio solo sui lavoratori”.
Gianantonio Girelli (PD) ha evidenziato come “ad un atteggiamento responsabile su questa vicenda da parte di Regione Lombardia, deve conseguirne uno altrettanto responsabile anche da parte dei vertici della fondazione”, mentre Giuseppe Villani (PD) ha sottolineato come “i lavoratori abbiano già abbondantemente fatto la propria parte e come la ricerca di una soluzione non possa non tenere conto anche della necessità di rivedere e diminuire le attuali consulenze quantificate in circa 20 milioni di euro”.
Iolanda Nanni (M5Stelle), che sul tema ha presentato una interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, ha ribadito la necessità di trovare percorsi alternativi; tra le ipotesi avanzate, quella di “ricorrere ai fondi accantonati dalla fondazione o al suo patrimonio immobiliare non direttamente collegato alle attività istituzionali”. In alternativa, la Nanni ha proposto che le aziende partecipate o controllate dalla Regione subentrino ai creditori della fondazione con prestiti a tasso agevolato.