PdL sul contenimento del consumo di suolo all’esame della Commissione Territorio

Disincentivi al consumo del suolo, incentivi per la rigenerazione urbana e per il recupero delle aree dismesse, nuovi strumenti per il riallineamento delle previsioni urbanistiche locali ai reali fabbisogni. Sono questi i tre obiettivi principali del provvedimento per il contenimento del consumo di suolo presentato il 6 marzo in Commissione Territorio dall'Assessore al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi e di cui è relatore il Presidente della Commissione Alessandro Sala (Maroni Presidente).

L’esame di questo provvedimento –ha detto Alessandro Saladovrà andare di pari passo con la revisione della legge 12 e dovrà introdurre in modo compiuto il concetto di area vasta. Per mantenere e conservare il suolo agricolo esistente, dovremo lavorare soprattutto sugli incentivi per le ristrutturazioni e il recupero dei patrimoni edilizi esistenti”.
Tra gli obiettivi anche l’introduzione, quale disincentivo al consumo del suolo, della compensazione preventiva (cessione di aree o monetizzazione) e la definizione di criteri per il dimensionamento dei PGT correlato all’effettivo fabbisogno di sviluppo insediativo.

Secondo le analisi dell’Osservatorio permanente della programmazione territoriale e del monitoraggio dei PGT, in Italia il consumo di suolo è cresciuto negli ultimi 5 anni al ritmo di 8 metri quadrati al secondo, pari a 340 metriquadrati per abitante all’anno, corrispondenti nel 2011 a oltre 20.500 chilometri. In questo quadro spetta alla Lombardia il primato per aver superato la soglia del 10% di suolo consumato. Va inoltre evidenziato che in Italia negli ultimi quarant’anni la superficie agricola utilizzata è diminuita del 28%, ovvero di una superficie pari a 5 milioni di ettari, equivalente a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna messe insieme. La riduzione maggiore riguarda la superficie a seminativi e i prati permanenti, che sono i due ambiti da cui provengono i principali prodotti di base dell’alimentazione degli italiani. La continua perdita di terreno agricolo porta l’Italia a dipendere sempre più dall’importazione.

Vi è infine il tema delle aree dismesse e del patrimonio inutilizzato che degradano le città. Su 29 milioni di abitazioni, quasi 5 milioni risultano non occupate. Solo a Milano sono 3,5 i milioni di metri cubi di edifici pubblici o privati non più in uso.
Il provvedimento presentato in Commissione prevede di utilizzare il suolo non edificato solo in mancanza di alternative, nei limiti stabiliti dal Piano territoriale regionale e a fronte di compensazioni ecologiche preventive e misure di semplificazione per il recupero del patrimonio edilizio esistente. “La legge –ha spiegato il relatore Alessandro Salavuole promuovere in particolare  la cosiddetta “rigenerazione urbana”, che verrà sostenuta da incentivi: oggi infatti troppi centri storici delle nostre città sono in condizioni pessime e favoriscono insediamenti abitativi a bassissimo costo favoriti dalla domanda crescente di chi cerca alloggi in affitto e trova disponibilità in appartamenti 'storici' ma fatiscenti e mai ristrutturati. Questa situazione è dovuta alle regole attuali che incentivano i nuovi insediamenti nelle periferie, con conseguente consumo di suolo vergine, e che vanno evidentemente riviste”.
All’interno della Commissione Territorio è stato insediato il gruppo di lavoro a cui spetta lavorare sull’abbinamento dei tre progetti di legge esistenti in materia di consumo di suolo, e di cui fanno parte, oltre al relatore Alessandro Sala, anche Agostino Alloni (PD) in qualità di coordinatore dei lavori, Roberto Anelli (Lega Nord), Lino Fossati (Lista Maroni), Fabio Altitonante (Forza Italia), Luca Del Gobbo (NCD), Jacopo Scandella (PD), Paolo Micheli (Patto Civico) e Paola Macchi (M5Stelle). Il gruppo di lavoro sta proseguendo l’esame dei documenti con l’obiettivo di presentare prossimamente in Commissione il testo unificato sul quale avviare la discussione.