Riforma Province: parte la Commissione Riordino Autonomie

Partito l’iter della Commissione di Riordino delle Autonomie (Presidente Giulio Gallera, PdL) che ha incontrato l’Unione delle Province lombarde per fare un bilancio sul destino di tali enti, alla luce delle sollecitazioni del Governo di una riforma istituzionale. Obiettivo della Commissione è quello arrivare a un testo di riforma condiviso, anche dall’Upl, che vada nella direzione di una riorganizzazione del governo degli enti locali ad area vasta nel rispetto delle specificità territoriali e senza portare obbligatoriamente all’eliminazione delle Province. “L’intenzione della Commissione – ha detto Gallera – è quella dunque di trovare percorsi e modalità che, sì contengano i costi, ma allo stesso tempo non procurino disagi e anzi migliorino l’efficacia e l’efficienza dei servizi per cittadini. Questo non significa automaticamente eliminare i Governi di area vasta ma solo identificare strumenti di gestione migliori”.
In Commissione sono stati forniti interessanti dati nazionali.
La situazione attuale in LombardiaLe Province in Lombardia sono 12: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese. 2 sono già state commissariate: Como dal 2012 e Varese dal 2013. La provincia di Lodi, che andrebbe a naturale scadenza nel 2014, è al momento governata dal Vicepresidente dalla Giunta, a seguito dell’elezione in Consiglio regionale del suo Presidente. In Italia tra il 2013 e il 2014 sono state commissariate 23 Province (tra cui le 2 lombarde). Per quest’anno sono previsti altri 6 commissariamenti (5 in Regione Sicilia, l’altra sarebbe appunto Lodi).
Il Commissariamento si rende necessario in attesa delle decisioni che saranno prese sul futuro delle Province a fronte anche della sentenza della Corte Costituzionale programmata per il 2 luglio. In sostanza 9 di queste vanno a scadenza naturale tra quest’anno e l’anno prossimo, ma le elezioni non saranno indette fino a che la Corte non deciderà in merito al ricorsi presentati contro il Decreto “Salva Italia” che, di fatto, svuota le Province delle loro deleghe, riducendole a enti di coordinamento e controllo dei Comuni e quindi a enti di secondo livello.
Il decreto Salva Italia – Il Parlamento, nel decreto legislativo del dicembre 2011, ha fissato alcuni principi tra i quali “la modifica dell’assetto delle funzioni e degli organi di governo dell’ente Provincia, soppressione della Giunta provinciale, prefigurazione dei futuri Consigli provinciali come organi rappresentativi di secondo grado, previsione della decadenza degli organi in carica delle Province”. Alcune Province hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale chiedendo un giudizio sulla legittimità di questa norma. Appare dunque evidente che sarà proprio la Corte a riportare un po’ di chiarezza sul futuro delle Province italiane. Un accoglimento dei ricorsi in relazione al “Salva Italia” riporterebbe, indietro le lancette dell’orologio e tutto tornerebbe come prima (elezioni dirette, giunta, ecc).
Le funzioni delle Province – Rappresentano l’ente intermedio tra Regione e il microcosmo dei Comuni, che in Lombardia sono 1544, responsabili a tutti gli effetti delle politiche di area vasta. Per esempio le Province si occupano della progettazione e gestione delle strade e hanno responsabilità sulle grandi infrastrutture; ad esse fa capo l’istruzione scolastica superiore che, a livello provinciale, si è dimostrata efficace dal punto di vista dell’autonomia, della partecipazione scolastica e della valorizzazione dell’offerta formativa. E’ responsabile dell’organizzazione dei servizi di pubblica utilità (acqua, energia, gas, raccolta e smaltimento rifiuti). E’ infine il soggetto che attua le politiche attive sul lavoro, accompagna le trasformazioni produttive e la competitività delle imprese, riorganizzando anche la formazione professionale sulla base delle esigenze in un’economia in rapida evoluzione.

I numeri nelle province lombarde – La popolazione complessiva di residenti è grosso modo di oltre 9 milioni con una media di 1 dipendente ogni 1500 abitanti. Complessivamente il personale assunto nelle Province ammonta a 6345 di cui 6082 a tempo determinato. Milano, Brescia e Bergamo sono quelle con più dipendenti a carico: rispettivamente 1801 (1 dipendente ogni 1696 abitanti), Brescia con 806 dipendenti (1 su 1529) e Bergamo (614, 1 ogni 1778). Seguono le province di Varese, Cremona, Pavia, Mantova, Como, Monza-Brianza, Lecco e Lodi. Fanalino di coda Sondrio con 188 dipendenti ossia 1 ogni 960 abitanti.
Le province lombarde gestiscono 633 edifici scolastici con 321 mila studenti, 10.300 kilometri di strade, oltre 200 deleghe in materia di territorio, ambiente, agricoltura, mercato del lavoro, caccia e pesca.
La posizione di UPL – Favorevoli al riordino dell’assetto istituzionale e di una riforma che coinvolga anche le Province ma non solo. E’ dunque necessaria una semplificazione attraverso una fase costituente portata avanti dalla Regione per arrivare ad una proposta che coniughi il contenimento dei costi, la tutela dei territori e dei cittadini, le esigenze di rappresentanza anche democratica e popolare, la garanzia di servizi migliori in termini di efficacia, efficienza ed economicità. L’Upl, nell’auspicare l’istituzione della Città metropolitana di Milano anche in vista di Expo, conferma la disponibilità a un dialogo costruttivo che arrivi a una riforma dell’organizzazione istituzionale senza disagi e disservizi per i lombardi.