Milano, 6 dicembre 2016 – Distinguere le attività di pesca professionale con licenza dalle azioni di bracconaggio. E’ quanto chiede la mozione promossa da Francesco Dotti (FdI), approvata a maggioranza (59 a favore, 1 contrario, 1 astenuto; M5S non ha partecipato al voto) che impegna la Giunta a istituire un tavolo di confronto con le Associazioni dei Pescatori professionisti per valutare insieme le difficoltà emerse a seguito della normativa nazionale in materia di pesca (154/2016). La legge approvata dal Parlamento – spiega Dotti – contrasta il bracconaggio ma non tiene conto di alcune prassi tradizionali della pesca e mette così a rischio un antico mestiere e una tradizione che, sia pure a fatica, si mantengono vivi in alcuni territori lombardi.
A favore del provvedimento si sono espressi Dario Bianchi (Lega Nord) per il quale “è importante far sentire la nostra condanna del bracconaggio che impoverisce i nostri fiumi e sostenere i professionisti onesti che con la loro attività presidiano l’ambiente” e Daniela Maroni (Lista Maroni) che ha sottolineato come “la pesca sia un’antica attività da tutelare come patrimonio del nostro territorio”.
Contraria, invece, Chiara Cremonesi (SEL) perché “è più importante preservare i corsi d’acqua da comportamenti non responsabili che impoveriscono le risorse naturali”.
Anche il PD, tramite Mario Barboni, si è detto favorevole al potenziamento del ruolo e della presenza dei pescatori professionisti.
Giampiero Maccabiani ha invece annunciato che il Movimento Cinquestelle non partecipa al voto in quanto la mozione “non chiarisce quali siano le specifiche difficoltà della pesca tradizionale lombarda messe in discussione dalla legge nazionale”.
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