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Via libera dell’Ufficio di Presidenza al regolamento che attua la legge sulle attività di lobbying

Milano, 25 gennaio 2017 – Niente regali dal valore superiore ai 150 euro. Obbligo di iscriversi a un apposito elenco, la cui revisione sarà triennale, e di presentare ogni anno una relazione sull’attività svolta. E poi sanzioni che vanno dalla censura alla sospensione fino, nei casi più gravi, alla cancellazione dall’elenco per chi trasgredisce o fornisce informazioni mendaci. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano il regolamento di attuazione della legge regionale sulle attività di lobbying in Lombardia, approvato oggi all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nella riunione coordinata dal Presidente Raffaele Cattaneo. La normativa approvata dal Consiglio regionale definisce il ruolo delle organizzazioni e delle persone che rappresentano i “portatori di interessi collettivi” (lobbysti) nella relazione con i decisori pubblici e prevede che sia Consiglio che Giunta abbiano un regolamento in materia. “Il provvedimento approvato oggi -ha detto Cattaneo- attua nei tempi previsti una legge che risponde alla domanda di trasparenza rivolta alla pubblica amministrazione, in un settore che vede la nostra regione protagonista di una soluzione attenta agli interessi dell’istituzione dei cittadini”.

Vediamo nei dettagli gli aspetti salienti della legge che fa della Lombardia una regione “apripista” in questo settore:

Chi sono i soggetti cui ci si riferisce: si definisce attività di rappresentanza di interessi ogni attività dei soggetti che vengono individuati da organizzazioni, enti società, associazioni, fondazioni e comitati per presentare ai decisori pubblici le proprie proposte, richieste, valutazioni, ricerche, analisi. I decisori pubblici sono individuati come i rappresentanti dei cittadini eletti nelle istituzioni, i dirigenti regionali e tutti coloro che, in ragione del loro pubblico ufficio, concorrono alla formazione delle decisioni.

Che misure introduce: la misura innovativa è quella dell’accreditamento dei rappresentanti di interessi presso il Consiglio regionale, con la relativa stesura di un apposito elenco, del quale fanno parte di diritto le organizzazioni sindacali e di categoria e i soggetti del Terzo settore. Tra i requisiti per l’accreditamento, l’assenza di condanne passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio. Fra gli obblighi di chi intende accreditarsi quello della trasparenza, della tracciabilità e della correttezza delle informazioni fornite.

Elementi di scenario: a livello di Parlamento nazionale – in attesa di un provvedimento legislativo, al cui proposito sono state presentate diverse proposte- lo scorso aprile è stato approvato dalla Giunta per il regolamento della Camera un provvedimento di regolamentazione dell'attività di rappresentanza di interessi nelle sedi della Camera dei deputati.

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