Minori tra diritto di cronaca e diritto di tutela. Ha richiamato oltre 500 persone tra giornalisti, avvocati e psicologi il corso di formazione promosso dal Consiglio regionale in collaborazione con il Garante regionale per l’infanzia, Massimo Pagani, e con l’ordine lombardo dei giornalisti, rappresentato dal presidente, Gabriele Dossena. Nell’auditorium Gaber di Palazzo Pirelli si è scattata una fotografia a 360° dell’universo minorile e del modo di trattare le relative informazioni, passando dalla deontologia professionale (il riferimento principale è la Carta di Treviso del 1990) al Codice penale, dalle dinamiche psicologiche alle regole dei social network. Coordinati dal direttore dell’Ufficio Stampa, Paolo Costa, sono intervenuti oltre al Garante Massimo Pagani e al presidente lombardo dell’Odg Gabriele Dossena, la presidente del Corecom Federica Zanella, lo psicoterapeuta Luca Vallario, Susanna Galli, responsabile Formazione e Pari Opportunità della Città Metropolitana, Grazia Cesaro, presidente della Camera Minorile di Milano, Ciro Cascone, Procuratore Tribunale per i Minorenni di Milano, Massimo Conte, presidente di Codici Ricerca e Intervento.
“Volevamo mettere a confronto giornalisti, avvocati e psicologi sulla condivisione di pratiche a tutela dei minori e ci siamo riusciti – spiega Massimo Pagani – Senza mettere alcun tipo di bavaglio, credo sia emerso chiaramente i diritti di bambini e ragazzi debbano avere la precedenza sul diritto di cronaca. Ascoltando l’elenco delle sanzioni decretate dall’Ordine ma anche gli episodi citati da Corecom, Tribunale dei Minorenni e Camera Minorile, posso dire che non siamo di fronte a un vuoto normativo e di controllo: le regole ci sono, vanno diffuse e applicate. Spero che da questo riuscitissimo evento possa scaturire un protocollo condiviso”.
Alcuni dati. Il Consiglio regionale della Lombardia, ha approvato il 24 gennaio 2017 la Legge contro bullismo e cyberbullismo. Sono almeno 71.000 i giovani lombardi tra i 15 e i 24 anni ad aver subito forme di cyber bullismo. Secondo una Ricerca OssCom/Università Cattolica per il Co.Re.Com.Lombardia effettuata nel 2016 il 19% dei ragazzi lombardi tra gli 11 e 14 anni ha ricevuto messaggi o materiale digitale con parole, foto o video a sfondo sessuale, percentuale che sale al 27% tra i giovani tra i 15 e i 18 anni (il 53% dei casi il cosidetto “sexting” avviene via Facebook). Tra i casi di cronaca di cui si è dovuto occupare il Garante quello relativo ai problemi comportamentali di un minore che portò i genitori della classe a ritirare i figli per un giorno dalla scuola: episodio che, uscito sulla stampa, ha reso identificabile il minore. L’avvocato Cesaro ha citato esplicitamente il Codice deontologico sulla privacy per cui “Al fine di tutelarne la personalità, il giornalista non pubblica i nomi dei minori coinvolti in fatti di cronaca, né fornisce particolari in grado di condurre alla loro identificazione. La tutela della personalità del minore si estende, tenuto conto della qualità della notizia e delle sue componenti, ai fatti che non siano specificamente reati”.