Il carnevale di Grosio (So), il “Carneval Vecc”, è un carnevale unico in tutta la Valtellina. Si svolge infatti la prima domenica di Quaresima, quando i festeggiamenti del più comune rito ambrosiano sono già terminati. E quest’anno la data della sfilata è il 5 marzo, giusto per concedersi un’ultima giornata di bagordi prima dell’inizio del digiuno quaresimale. Le antichissime “Maschere Vecchie” aprono la sfilata fin dagli albori del “Carneval Vecc”, quando ancora non esisteva quella dei carri. Ideate dagli abitanti di Grosio, le maschere conservano la vocazione contadina del territorio e mettono alla guida il corteo la coppia formata dalla “Magra Quaresima”, una vecchina scarna, vestita in modo umile e recante un cesto vuoto al braccio, e dal “Carneval Vecc”, un signore barbuto, pasciuto e ridanciano nella sua tenuta da montagna. Poi arrivano l’Orso e il suo accompagnatore, rievocazione della figura del domatore d’orsi che animava le fiere nei tempi andati. Seguono la “Bernarda“, raffigurazione di una vecchietta che procede china sotto il peso di una gerla in cui trasporta un neonato; il poppante, sostenuto da forti spalle contadine, che alterna pianti infantili a poppate da un improbabile biberon contenente vino rosso; il burlone, impersonato nel carnevale grosino “dal Toni”, una sorta di Arlecchino povero che rallegra i bambini stretto nel suo abito di pezza.
Al seguito delle “Maschere Vecchie” sfilano i carri, fiabeschi o satirici, spesso ispirati ad avvenimenti che hanno segnato la vita del paese. Chiude la giornata “il rogo della Vegia”, rito che qualcuno ricollega agli antichi “fuochi di carnevale”, ovvero gli incendi dei rovi con cui in primavera si rendevano transitabili ai mezzi agricoli i sentieri di campagna.
Come ogni anno, dopo la sfilata ci saranno le premiazioni per le varie categorie: i carri allegorici di Grosio e quelli provenienti da fuori, gruppi mascherati, famiglia mascherata, “soci” in maschera e mascherine.