Donna e malattie neurologiche al centro di un convegno a Palazzo Pirelli

Possono alimentazione, stili di vita e approcci non farmacologici contribuire alla cura delle patologie neurologiche? Vi sono differenze di genere in questi approcci? Sono stati questi gli interrogativi al centro del convegno sulla medicina di genere, che si è tenuto oggi all’Auditorium Giorgio Gaber di Palazzo Pirelli.

Ad aprire i lavori, promossi dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, anche la Vice Presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi che ha sottolineato in particolare la necessità di un coordinamento delle attività a livello della Direzione generale Welfare: “La Lombardia -ha detto- è stata una delle prime Regioni a incentivare politiche di genere, dimostrandosi attenta alla medicina che studia la relazione tra le differenze di genere e l’efficacia della terapia. Ma è necessario che queste politiche restino centrali e siano coordinate a livello della Direzione Generale Welfare e Sanità, garantendo continuità in questo campo per non perdere il patrimonio costruito in tutti questi anni”.

Le differenze di genere, intese non solo in senso biologico ma anche sociale, influiscono sui modi in cui una patologia si sviluppa, viene diagnosticata e affrontata dai pazienti. Del resto il genere è riconosciuto come fattore determinante anche dal documento Salute 2012, che rappresenta un modello di politica europea a sostegno di un'azione trasversale al governo e alla società a favore della salute e del benessere.

La sessione pomeridiana del convegno si è concentrata in particolare sulle cosiddette terapie complementari per la gestione del dolore e della sofferenza. Al termine, si è svolta una tavola rotonda, durante la quale si sono confrontate associazioni di pazienti.