Sveglia, è arrivata la Primavera!

E’ l’equinozio a segnare l’avvio della primavera. Il giorno e l’orario cambiano di anno in anno, seppur si faccia sempre riferimento al 21 marzo. Quest’anno l’equinozio cadrà lunedì 20 marzo alle ore 10.29, momento in cui ci sarà un totale equilibrio tra ore di luce e di buio. Successivamente, si allungheranno le giornate, anche per l’effetto dell’ora legale. L’entrata in vigore sarà fissata nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo: alle ore 2bisognerà spostare le lancette degli orologi un’ora avanti. La stagione culminerà con il solstizio d’estate mercoledì 21 giugno alle ore 4:24.
Le quattro stagioni si alternano ciclicamente ogni anno. La primavera inizia con l’equinozio di primavera (20-21 marzo) quando il giorno e la notte hanno la stessa durata, e finisce con il solstizio d’estate (20-21 giugno). In questo giorno, si ha la maggior numero di ore di luce, poiché il Sole è più alto sull’orizzonte. L’equinozio d’autunno si pone a metà strada (22-23 settembre) verso l’inverno che inizia nel giorno più buio dell’anno, poco prima di Natale (20-21 dicembre).
Le stagioni non hanno sempre lo stesso numero di giorni poiché iniziano e finiscono in istanti astronomici che variano di anno in anno. Ogni anno solstizi ed equinozi ritardano di circa 6 ore, ma ogni 4 anni tornano indietro di un giorno. Il perché è presto spiegato: la Terra non ci impiega mai un anno esatto a ruotare intorno al Sole, ma circa 365 giorni e 6 ore. Quindi per tornare nello stesso punto dell’orbita (in questo caso quello del solstizio o dell’equinozio) ogni anno ci impiega circa 6 ore in più che vengono recuperate ogni 4 anni con un giorno bisestile.
L'equinozio di marzo nei prossimi anni si verificherà sempre più spesso il giorno 20 e, a partire dal 2044, saltuariamente anche il 19 marzo. Questo anticipo è dovuto all'organizzazione dei giorni bisestili nel calendario gregoriano che, non coincidendo esattamente con l'anno siderale, ha comportato il mantenimento dell'alternanza quadriennale per l'anno 2000, e causato quindi un progressivo spostamento di un giorno di tutti gli avvenimenti celesti, fino al prossimo riallineamento, previsto nell'anno 2100. L'originale calendario giuliano fu promulgato da Giulio Cesare che incaricò l’astronomo Sisogene di sistemare le stagioni, all’epoca completamente sfasate rispetto a quelle che realmente avrebbero dovuto essere: basti pensare che nel 46 d.C. l’equinozio primaverile cadde addirittura a settembre! Sisogene, per fare ciò dovette inventarsi un anno composto da 445 giorni, che chiamò ultimus annus confusionis, e stabilì gli anni bisestili. All’epoca giuliana, dopo l’intervento di Sisogene, l'equinozio di primavera cadeva il 25 marzo.
La ragione dell'odierno spostamento al 21 marzo si lega al fatto che Papa Gregorio XIII ripristinò l'allineamento fra date del calendario ed eventi astronomici esistenti al tempo del Concilio di Nicea tenutosi nel 325. Papa Gregorio con l’aiuto di astronomi si accorse, nel 1582, che c’era ancora qualcosa di sbagliato nei dati, e accorciò dunque quell’anno di 10 giorni, sempre seguendo i calcoli astrali. Con lui infatti vennero anche soppressi gli anni bisestili degli anni centenari non multipli di 400, e infatti il 2100, il 2200 e il 2300 non avranno 29 febbraio.
La riforma gregoriana, inoltre, non recuperò i tre giorni del 29 febbraio degli anni 100, 200 e 300 né il quarto giorno, che si era già aggiunto a causa del caos nell'applicazione del giorno bisestile intervenuta fra l'omicidio di Cesare e il definitivo decreto di riordino di Augusto dell'anno 8. Fu così che l'equinozio fu stabilmente anticipato di quattro giorni rispetto alla sua data originaria.