Information literacy, cultura dell’informazione e un database tematico in Biblioteca

Un’importante risorsa per lo studio, l’informazione e la ricerca: questo è la Biblioteca del Consiglio regionale, fondata nel 1972, subito dopo l’istituzione del Consiglio regionale.
La disponibilità degli oltre 30.000 volumi monografici, tutti on line con catalogo Opac (il sistema di catalogazione e indicizzazione bibliotecaria nazionale), i testi di tutte le leggi regionali dalla prima legislatura  alla decima, ossia ad oggi, gli “scaffali” tematici a disposizione dei ricrcatori,  sono solo una parte dei servizi al cittadino.
La Biblioteca consiliare lavora da anni a quello che si potrebbe considerare  un welfare di secondo livello, il welfare relativo all’informazione, alla conoscenza, ai diritti, alla trasparenza.
La biblioteca del Consiglio nasce come servizio a disposizione dei consiglieri e delle strutture consiliari, ma da diversi anni si è aperta non solo  al circuito SIREG ( il sistema degli Enti regionali, una trentina di istituzioni con cui si è creato uno scambio sulla base  della fruibilità dei database) ma anche alle Associazioni, alle professioni, alle Università e alla ricerca.
In questo senso è fondamentale il contributo della consulenza di “reference”, che implica quella che in termine in termine tecnico si dice “information literacy”, una cultura dell’informazione, ossia il metodo con cui  si identificano, individuano, valutano, organizzano e raccordano fra loro le informazioni. Un aspetto, questo, di grande valore e rilevanza nel contesto dei new media, attraverso i quali le informazioni circolano velocemente ma spesso senza adeguata verifica e senza una chiave metodologica che le colleghi. Se  si considera che un metodo corretto ha anche risvolti deontologici, in quanto garantisce la rispondenza delle informazioni ai dati di realtà, si chiude virtuosamente il cerchio del contributo alla ricerca,  che tale “reference” fornisce.
Su questo tema, dal 2013,  in collaborazione con la Biblioteca universitaria della LIUC di Castellanza, la Biblioteca del Consiglio organizza delle vere e proprie lezioni di “metodo documentale” per gli studenti delle superiori: mini corsi/esercitazione su temi diversi di anno in anno.
Poiché il patrimonio documentale a disposizione   è ovviamente orientato principalmente alle discipline giuridico-amministrative e politico-istituzionali, l’interesse dei “territori” di riferimento è alto e crescente.
In questi giorni, per esempio, trenta giuriste della sezione lombarda dell’ADGI (l’Associazione Donne Giuriste Italiane) sono state ospiti della Biblioteca del Consiglio e ne hanno apprezzato le risorse ed i contributi di metodo. L’ADGI -che ha sezioni anche in altre regioni italiane e referenti europei che dialogano anche con l’ONU – è  stata costituita a  Milano, il 21 marzo del 2006 ed aderisce alla Fèdèration Internationale des Femmes de Carrières Juridiques (F.I.F.C.J.), con sede a Parigi .E’  un’associazione attenta al tema dei diritti,  fa anche formazione per i giuristi ed ha contribuito al gruppo di lavoro per la stesura della legge regionale sul cyber bullismo http://bit.ly/2oCMJyb , approvata dal Consiglio a gennaio.

Tutte le informazioni e gli approfondimenti sulla Biblioteca, con i link di accesso ai dati consultabili, si trovano sul sito del Consiglio  http://bit.ly/1vOnHrN