Oggi in Consiglio: la sintesi delle mozioni In Aula confronto su vaccinazioni, legge 194 e Navigli aperti

Milano, 4 aprile 2017 – Con 34 voti a favore, 9 contrari e 7 astenuti (19 consiglieri non hanno partecipato al voto), il parlamento lombardo ha approvato la mozione che chiede l’obbligo di vaccinazione per l’accesso ai servizi per la prima infanzia. Le vaccinazioni per i bambini nati nel 2013, riferite quindi a livello nazionale all'anno 2015, sono diminuite in quasi tutte le regioni. Un calo che riguarda sia quelle obbligatorie (antidifterica, antipolio, antitetanica, anti epatite B) sia alcune tra quelle raccomandate: in Lombardia scendono di oltre il 2% quelle per poliomielite, tetano, pertosse, difterite, epatite B; un calo maggiore per le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia. Questa tendenza è ritenuta un rischio concreto di estesi focolai, come si è registrato per le epidemie di morbillo negli anni 2003, 2008, 2013. Di fronte alle iniziative di movimenti “antivaccinisti” e a una certa “disinformazione scientifica”, il capogruppo Angelo Capelli (Lombardia Popolare) ha proposto una mozione che impegna la Giunta regionale a introdurre come requisito d'accesso ai servizi sociali per la prima infanzia, pubblici e privati, l'avere assolto gli obblighi delle vaccinazioni prescritti dalla normativa vigente e sostenere, all'interno della conferenza Stato-Regioni, la proposta di una nuova legge nazionale che renda obbligatorie tutte le vaccinazioni previste nel Piano di prevenzione vaccinale 2017-2019 per l'accesso ai nidi e alle scuole materne. I fase di dichiarazione di voto hanno dichiarato il voto contrario M5S e Sel, a favore si sono dichiarati FI, PD, Lombardia Popolare, Patto Civico. La Lega Nord e la Lista Maroni non hanno partecipato al voto, avendo preferito trattare una legge ad hoc e non una mozione.

 

Legge 194. In Italia, solo il 30% dei ginecologi è disponibile a praticare l’interruzione di gravidanza. Un dato che rispecchia la situazione della Lombardia, con un’accentuazione del problema nei piccoli centri lontani dalle aree metropolitane. A chiedere iniziative per garantire l’applicazione uniforme su tutto il territorio regionale della legge 194 è stata Chiara Cremonesi (SEL), con una mozione discussa in Consiglio regionale e respinta a larga maggioranza dopo un ampio dibattito. In Aula sono intervenuti Carlo Malvezzi  e Vittorio Pesato (Lombardia Popolare), Sara Valmaggi ed Enrico Brambilla (PD), Fabio Fanetti (Lista Maroni), Paola Macchi (M5S), Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) Fabio Rolfi (Lega Nord) e Daniela Mainini (Patto Civico). Nel suo intervento la Consigliere Cremonesi ha sottolineato come sia necessario agire come in altre Regioni e assicurare nei presidi ospedalieri medici non obiettori attraverso bandi ad hoc. “Con la mozione chiediamo esclusivamente l’applicazione della legge 194 assicurando il rispetto dell’obiezione di coscienza dei medici ma allo stesso tempo la libertà di scelta delle donne, che non può essere sacrificata sull’altare di visioni ideologiche o di scelte personali di ginecologi e anestesisti, senza che le Istituzionii si sentano chiamate a intervenire”. In Lombardia – ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera –  la libertà delle donne di interrompere volontariamente la gravidanza è garantita con tempestività, omogeneità ed efficacia. Non si può fare riferimento a ciò che avviene da altre parti d'Italia o del mondo, noi siamo in Lombardia dove le leggi si applicano, i diritti si attuano e si ha grande rispetto delle donne e per le loro scelte”. L’Assessore ha ha precisato che lo scorso anno sono state effettuate 14.111 interruzioni volontarie di gravidanza, il 15% provenienti da fuori regione. Non vi sono liste d'attesa e il servizio viene fornito attraverso l'attività di 163 consultori pubblici e 81 consultori privati, che gestiscono gran parte delle fasi del pre intervento e della certificazione. Il tempo che intercorre tra il rilascio della certificazione e l'atto di interruzione va da un minimo di 8 giorni a un massimo di 14.

Galleria fonica a Cologno Monzese (MI). La Regione solleciti il Governo a trovare un accordo con Milano Serravalle e Milano Tangenziali SPA per garantire la copertura finanziaria necessaria alla realizzazione della galleria fonica nel comune di Cologno Monzese, in provincia di Milano, dove una parte della tangenziale Est attraversa il centro abitato. E’ l’impegno che la mozione, presentata dalla Lista Maroni (primo firmatario  Antonio Saggese), chiede alla Giunta,  invitando a rivedere il piano di investimenti in modo da consentire la  costruzione dell’opera destinata a mitigare l’inquinamento acustico. “Su quel tratto di strada – ha detto Saggese – passano fino a 100mila veicoli con conseguenze sulla salute dei cittadini che abitano nei palazzi e nelle case circostanti, senza contare che la revoca del bando – relativo alla realizzazione dell’opera, il cui studio di fattibilità risale al 2006 – procurerebbe una perdita delle risorse fino ad ora utilizzate”. “La Regione – ha spiegato Ugo Parolo, Sottosegretario in Giunta – non ha alcuna competenza, che è esclusiva dello Stato. Quel che possiamo fare è solo chiedere ai Ministeri competenti la conferma dell’investimento riguardante l’opera”.

E’ in corso la discussione della mozione sulla riapertura dei Navigli. Segue comunicato su esito votazione e chiusura dei lavori

 

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