Clownterapia: Risoluzione in Commissione Sanità per promuoverne le attività in ospedale

Valorizzare le attività di clownterapia in particolare all’interno delle strutture ospedaliere, favorire percorsi di formazione condivisi per i volontari che svolgono l’attività di clownterapia all’interno di enti e associazioni riconosciute, predisporre un apposito elenco di soggetti del Terzo Settore abilitati a svolgere interventi di clownterapia. Sono gli obiettivi principali della proposta di Risoluzione illustrata oggi in Commissione Sanità dalla relatrice Lara Magoni (Lista Maroni), che nel documento ha recepito anche molte delle indicazioni emerse durante le audizioni effettuate con i soggetti interessati.
“E’ necessario e indispensabile che le attività di clownterapia a supporto e integrazione delle cure, in particolare quelle fornite negli ambiti ospedalieri, siano oggi riconosciute e sostenute –sottolinea il Presidente della Commissione Fabio Rolfi (Lega Nord)-. E’ stato sperimentato e verificato come tali tipologie di attività producono effetti benefici sui pazienti non solo sotto il profilo psicologico, ma anche sotto quello più strettamente terapeutico e riabilitativo. Attenzione e preoccupazione particolare dovrà essere ora quella di distinguere i soggetti veramente abilitati a svolgere questo tipo di attività, a seguito anche di un preciso percorso formativo, da chi invece non ne ha né titolo né competenza”.
La proposta di Risoluzione dovrebbe essere approvata in Commissione entro fine maggio, per poi essere portata a giugno in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.
La Commissione si è quindi confrontata con l’Assessore regionale al Reddito di Autonomia e Inclusione sociale Francesca Brianza sulle iniziative regionali conseguenti all’approvazione della legge “Dopo di Noi” in materia di assistenza a favore delle persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare. Su questo fronte Regione Lombardia potrà disporre nel prossimo triennio di uno stanziamento complessivo pari a 30milioni e 800mila euro, il 43% dei quali sarà destinato a interventi infrastrutturali come l’eliminazione di barriere, messa in opera di impianti e adattamenti domotici, il sostegno a canoni di locazione e spese condominiali, mentre le risorse restanti copriranno interventi gestionali, di accompagnamento all’autonomia e di supporto alla domiciliarità.