Milano, 15 giugno 2017 – Lo stabilimento della Ceme a Carugate (MI) chiuderà i battenti e la decisione è irrevocabile. La proprietà, però, garantisce massima disponibilità a valutare l’utilizzo delle misure messe in campo dalla Regione per attutire l’impatto della decisione e si impegnerà a favorire il ricollocamento dei 97 dipendenti presso terzisti della zona.
E’ quanto è emerso questa mattina in Commissione Attività produttive, presieduta da Pietro Foroni (Lega Nord) dove si è svolta l’audizione sulla vertenza apertasi nella sede della azienda leader nella produzione di pompe e valvole industriali. Con la decisione di investire e potenziare la sede di Trivolzio (PV), la dirigenza ha avviato le procedure per licenziare 97 dipendenti dello stabilimento milanese.
Oggi in Commissione erano presenti una delegazione di lavoratori, i rappresentanti sindacali, l’amministratore delegato Roberto Zecchi, il sindaco di Carugate, Luca Maggioni, Arifl e Città Metropolitana.
Le parti sociali hanno parlato di “fulmine a ciel sereno”, chiedendo di congelare la procedura e concordare una riorganizzazione mirata all’efficienza e al contenimento dei costi, ricordando l’impatto sociale che sarebbe “devastante” per i lavoratori (per la maggior parte donne) e per il tessuto sociale di Carugate. L’azienda, che al momento conta 4 poli produttivi di cui uno in Cina con 500 dipendenti (su 900 attuali), ha rimarcato le difficoltà a sostenere la concorrenza asiatica, ricordato un investimento di 7 milioni per potenziare la sede di Trivolzio, messo sul tavolo la disponibilità al confronto e ad accompagnare il ricollocamento dei lavoratori presso quattro terzisti della zona. “La decisione della chiusura dello stabilimento di Carugate è però irrevocabile”, ha ribadito più volte Zecchi.
“Abbiamo messo all’ordine del giorno questa audizione perché è diritto e dovere delle istituzioni intervenire – ha detto il Presidente Pietro Foroni – Le conseguenze di questa scelta aziendale avranno pesanti ripercussioni sociali, e la Regione metterà in campo tutti gli strumenti possibili per essere al fianco dei lavori, ma anche di politiche aziendali più sostenibili”. “Nel sito di Carugate lavorano, in alcuni casi, mariti e mogli, dunque stiamo parlando di famiglie che si ritroveranno da un giorno all'altro senza stipendio e di un territorio che si impoverirà drasticamente. L'azienda ha appreso oggi in Commissione che può accedere a bandi, misure e finanziamenti che Regione Lombardia può mettere a disposizione. Se c'è la volontà, gli strumenti a supporto certamente non mancano”, ha detto il consigliere PD Fabio Pizzul. Stefano Buffagni (M5S) ha condiviso che “la Commissione non può rimanere inerme davanti ad un licenziamento di questa portata”, Onorio Rosati (PD) ha rimarcato che “la situazione sarà costantemente monitorata”, mentre Arifl ha elencato gli strumenti messi a disposizione dalla Regione a livello di ammortizzatori e di sostegno alla competitività, mettendosi a disposizione per un intervento presso il Ministero dello Sviluppo Economico”. Sulla vertenza Ceme, il Vice Presidente del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti, insieme al collega Jari Colla (Lega Nord), ha presentato una interrogazione urgente alla Giunta per sollecitare attenzione sulla crisi occupazione ed evidenziare come “l’azienda sarebbe comunque in salute arrivando anche a esportare l’85% dei propri prodotti con commesse in 60 Paesi esteri. E’ necessario chiarire le intenzioni della proprietà e se c’è davvero una crisi aziendale occorre aprire un tavolo con Regione e Ministero per trovare una soluzione il prima possibile: la priorità è la salvaguardia di tutte quelle persone che in questo momento stanno rischiano il proprio posto di lavoro”.
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Massimiliano Capitanio
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