Call Center Telecom Italia, audizione con l’azienda: IV Commissione chiede di sospendere la chiusura delle 8 sedi lombarde

Sospendere la chiusura degli 8 call center lombardi di Telecom Italia prevista per il 1 maggio. E’ questa la richiesta della Commissione Attività Produttive, presieduta da Angelo Ciocca (Lega Nord) che oggi ha incontrato i vertici dell’Azienda e i le parti sociali in merito alla riorganizzazione della divisione Caring Services.

Il piano prevede a livello nazionale la chiusura di 47 sedi, 19 delle quali (tra queste le 8 lombarde) a decorrere dal 1 maggio. Le opzioni per i 120 operatori interessati sono al momento: il trasferimento ad altre sedi o il telelavoro, opzione, quest’ultima, a cui hanno già aderito 62 dipendenti. Durante l’audizione  il responsabile delle risorse umane della divisione Caring Services, Massimo Pollara, ha ricordato la proposta di accordo, frutto del confronto coi sindacati, presentata lo scorso  18 dicembre ma poi rifiutata dai lavoratori con il referendum interno. Da qui l’entrata in vigore della ristrutturazione proposta il 27 marzo 2013, dettata da perdite nella Divisione pari a 100 milioni all’anno, secondo i dati forniti durante l’audizione. L’azienda ha ricordato che l’accordo sfumato a dicembre prevedeva la riconversione di 8 sedi con il re-impiego del personale e che la ristrutturazione in corso è mirata alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro.

Questa riorganizzazione pesa troppo sulla Lombardia – ha dichiarato il Presidente CioccaRingraziamo Telecom per questo importante momento di confronto, ma chiediamo ora uno sforzo ulteriore per ascoltare la voce che viene dai territori. Dobbiamo replicare l’azione di pressing messa in campo con Poste Italiane. Dall’azienda ci attendiamo un segnale di attenzione, un eventuale braccio di ferro con i Comuni e le istituzioni non gioverebbe a nessuno”.

Durante il dibattito sono intervenuti i consiglieri Iolanda Nanni (Movimento 5 Stelle), Onorio Rosati (PD) Daniela Maroni (Lista Maroni) e Donatella Martinazzoli (Lega Nord).

 

I sindacati (soprattutto i rappresentanti delle sedi di Pavia e Monza, con 25 e 34 dipendenti costretti a migrare) hanno ribadito le perplessità sugli effettivi risparmi comportati dall’operazione. Dubbi anche sullo strumento del telelavoro che non garantirebbe gli attuali orari di lavoro.

Presente in Commissione anche il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli.

 

Quella di oggi è la seconda audizione dedicata alla vertenza dopo quella dello scorso 12 marzo. La Commissione ha in programma una visita diretta alla sede del call center di Pavia il prossimo 7 aprile alle ore 11.