Di seguito la sintesi di alcune mozioni discusse e votate questo pomeriggio in Consiglio regionale.
Imprese – Via libera alla mozione suIl tema dell’internazionalizzazione delle imprese presentata da Michele Busi (Patto Civico), che invita la Giunta regionale a favorire anche tramite le Università e i Cluster lombardi l’attivazione di corsi professionali per creare figure capaci di supportare le piccole e medie imprese coinvolte in processi di internazionalizzazione. L’assessore alla Ricerca e Innovazione Mario Melazzini ha sottolineato che nel 2014 la Lombardia ha avviato una serie di attività propedeutiche allo sviluppo e al consolidamento dei 9 Cluster Tecnologici lombardi.
Corsi Ospedale Poma (MN) – Evitare la chiusura dei corsi universitari al Carlo Poma di Mantova, sede distaccata dell’Università di Brescia.E’ l’obiettivo della mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale e presentata dai consiglieri del territorio Marco Carra (PD) e Andrea Fiasconaro (Movimento 5 Stelle) che invitano la Giunta ad adoperarsi per scongiurare la soppressione dei corsi di fisioterapia, tecniche sanitarie di radiologia medica ed educazione professionale. Ogni anno al Poma escono circa 75 laureati e il 70% di loro trova lavoro. Nel dibattito è intervenuta anche la consigliera Annalisa Baroni (FI). L’assessore alla Sanità Mantovani ha garantito che l’Università ha assicurato il massimo impegno per garantire la prosecuzione dei corsi inserendo anche la teledidattica.
Unioni civili – Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto la mozione del gruppo Movimento 5 Stelle (prima firmataria, Iolanda Nanni) con 37 voti contrari e 31 favorevoli. Il documento chiedeva alla Regione di promuovere la trascrizione nei registri di stato civile dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero e la costituzione di registri delle unioni civili nei Comuni lombardi. Con questa mozione il Movimento 5 Stelle proponeva anche di estendere le agevolazioni regionali previste per i nuclei familiari a coloro che sono iscritti ai registri, di prevedere atti di riconoscimento delle convivenze e di promuovere nelle scuole medie e superiori incontri di educazione alla diversità.
Franco Tosi di Legnano – Approvata all’unanimità mozione sulla Franco Tosi (primi firmatari Carlo Borghetti– PD e Carolina Toia– Lista Maroni) che chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinchè l’azienda di Legnano venga inserita nel progetto di sostegno delle grandi aziende attualmente in crisi, operanti in settori di mercato ad elevato valore strategico. "Oggi, attraverso questa mozione frutto di un lavoro sinergico tra tutte le forze politiche – channo dichiarato Borghetti e Toia- chiediamo con urgenza che il Governo non resti fermo di fronte alle richieste di salvaguardia e tutela di un’azienda storica e all’avanguardia e di tutti i suoi lavoratori. È necessario che il governo coinvolga l'azienda legnanese in questo progetto, inserendola nella lista delle aziende ammissibili al sostegno". L’assessore Massimo Garavaglia ha assicurato l’impegno della Giunta: “Chiediamo al Governo di fare oggi quello che avrebbe dovuto fare già un anno fa. Chiediamo che venga scelto un operatore serio, che abbia una visione di lungo periodo garantendo la produzione e l’occupazione ed evitando le speculazioni edilizie”.
Aree di confine e frontalieri – Lombardia parte attiva nelle trattativa tra Roma e Berna sui nuovi accordi bilaterali, garanzie per i ristorni ai Comuni di frontiera e monitoraggio sui rischi di iniqui aumenti fiscali per i frontalieri. Sono queste le richieste che il Consiglio regionale ha formalizzato nei confronti della Giunta con l’approvazione di una mozione illustrata da Francesca Brianza (Lega Nord) nella quale si evidenzia come gli esiti delle trattative ricadranno su 62.000 lavoratori (di cui 25.000 varesini e 20.000 comaschi). La novità sostanziale dei futuri accordi (presumibilmente in vigore dal 2018) riguarda il fatto che la Confederazione elvetica tasserà il 70% del reddito, mentre la parte restante verrà tassata in Italia, in modo tale da allineare gradualmente nell’arco di 10-15 anni l’aliquota media imposta ai lavoratori frontalieri in Svizzera rispetto a quella applicata ai frontalieri attivi in altri Paesi europei.