Approvato all’unanimità con alcune prescrizioni specifiche il parere sulla delibera di Giunta relativa ai requisiti di esercizio e di accreditamento nelle strutture a bassa intensità assistenziale
La Commissione Sanità chiede di includere nell’offerta sociosanitaria residenziale a bassa intensità assistenziale anche spazi per i cittadini lombardi affetti da ludopatia.
E’ questa una delle prescrizioni con cui la Commissione Sanità ha approvato oggi, all’unanimità, il parere sulla deliberazione di Giunta relativa alla “Definizione della nuova unità d’offerta sociosanitaria residenziale a bassa intensità per la cronicità nell’area delle dipendenze”.
Il provvedimento, illustrato da Antonio Saggese (Lista Maroni), contiene una serie di raccomandazioni anche sulla durata dei percorsi ambulatoriali e residenziali, specifica che i programmi assistenziali devono mirare all’autonomia dell’utente, evitando permanenze definitive nelle strutture e chiede di valutare, nell’interesse dell’assistito “la possibilità di eliminare la eventuale richiesta di compartecipazione alla spesa da parte di utenti o dei comuni di residenza definendo una quota di remunerazione giornaliera omnicomprensiva e congrua a carico del fondo sanitario regionale”.
DEFINIZIONE
Le unità d’offerta residenziali a bassa intensità assistenziale per la cronicità sono unità d’offerta sociosanitarie rivolte a persone con problemi di tossico o alcol dipendenza, pregressi pluriennali percorsi terapeutici ambulatoriali o residenziali (almeno cinque anni nel sistema ambulatoriale o tre anni in comunità), difficoltà di reinserimento sociale, abitativo, relazionale. La Regione sostiene in questo modo chi, per condizioni di salute, precarietà abitativa e insufficienza di reddito, non è in grado di costruirsi propri spazi di autonomia. I programmi vedono una durata massima di 18 mesi, con la possibilità di ripetere i percorsi assistenziali quando necessario.