Commemorazione del centenario della Grande Guerra, la sintesi del dibattito in Consiglio regionale

Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge regionale relativa alla promozione e valorizzazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale in Lombardia. Il testo del progetto di legge approvato oggi in Aula nasce dall’elaborazione di 4 provvedimenti di iniziativa consiliare proposti da Lista Maroni, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Pd.
Di seguito alcuni degli interventi in Aula. La sintesi completa è pubblicata su www.lombardiaquotidiano.it
Luca Ferrazzi (lista Maroni Presidente) relatore del provvedimento: “il provvedimento approvato quest’oggi inserisce modifiche necessarie per consentire un’adeguata comprensione dell’impatto della Prima guerra mondiale sulla società lombarda e per meglio comprendere la commemorazione del centenario. Anche se l’Italia ha preso parte al conflitto nel 1915, il periodo di inizio delle celebrazioni lombarde del Centenario della Grande Guerra avverrà nell’estate del 2014 proprio per tener conto della valenza sovranazionale e della dimensione europea dell’evento. Con l’approvazione di questo provvedimento oggi il Consiglio regionale lombardo, rinnovando il triste ricordo di questo conflitto, dà simbolicamente il via alle commemorazione che si pone come obiettivo quello di non dimenticare quanto avvenuto sul territorio lombardo, valorizzando i luoghi della memoria e favorendo la promozione didattica di luoghi legati a questo conflitto”.
Donatella Martinazzoli (Lega Nord): “E’ un dovere morale e civile ricordare gli avvenimenti della storia che hanno segnato la vita delle popolazioni lombarde. La legge oggi approvata dal Consiglio non si limita a commemorare l’avvenimento, ma si propone soprattutto di valorizzare le eccellenze museali e il patrimonio monumentale presente sul territorio. Una eredità storica e culturale che ha visto nella linea dell’Adamello-Presanella, al confine tra Valcamonica e Trentino, il principale teatro di guerra nella nostra regione, come possono apprendere i numerosi ospiti che ogni anno visitano il Museo della Guerra Bianca di Temù.”La Un comitato scientifico ad hoc collaborerà nella definizione degli obiettivi, priorità e criteri in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio diffuso e dei beni immobili di particolare interesse che sono la memoria tangibile del conflitto bellico”.”
Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia): “Il governo si sta impegnando nel reperimento dei
fondi necessari per lo svolgimento di questa ricorrenza: si parla di 10 milioni di euro l’anno.
Ma la Regione Lombardia, sul cui territorio sono presenti luoghi e testimonianze
importantissime, non può aspettare. Per questo il gruppo Fratelli d’Italia ha presentato uno
dei quattro progetti di legge, confluiti in un unico documento, del quale si è discusso oggi.
L’obiettivo è istituire il Comitato regionale che si occuperà del coordinamento e della
programmazione di tutte le iniziative atte a celebrare questo importante centenario.
L’organo costituirà il punto di riferimento e il motore di ricerche storiche, studi, attività
didattiche ed editoriali, per il recupero dei beni storici e poi per l’organizzazione di
spettacoli e mostre su tutto il territorio. Con questo impegno la Regione vuole contribuire a
recuperare e valorizzare i siti collegati ai fatti della Prima guerra mondiale, svolgendo al
tempo stesso un’azione educativa e dando impulso allo sviluppo del turismo socioculturale.
Vogliamo ricostruire, migliorare e ridare fiducia in un momento difficile. Anche se
non di guerra. E ridare lustro al patrimonio presente sul nostro territorio”.
Luca Marsico (FI): “L’approvazione di questa legge ci consentirà di onorare in maniera
degna sia i caduti della prima guerra mondiale che i luoghi lombardi teatro di quei fatti
dolorosi. La revisione legislativa apportata con questo provvedimento ha un valore non
solo simbolico ma assolutamente di rilievo per dare nuova luce storica, culturale,
ambientale e paesaggistica che consentiranno anche alle giovani generazioni di
conoscere meglio una parte di storia d’Italia che ha coinvolto milioni di soldati e di nostri
connazionali, fermo restando il principio, in cui credo fermamente, che la guerra è la cosa
più stupida che l’uomo possa fare. Il patrimonio storico e le vestigia di quegl’anni sono
eredità culturale che dobbiamo trasmettere anche attraverso la valorizzazione di tutti i
reperti e luoghi ancora oggi esistenti. A tal riguardo larghi tratti della zona di confine a nord
della Provincia di Varese sono tuttora attraversati dal sistema di fortificazioni della Linea
Cadorna, costruita anche con maestranze locali varesine: un segno indelebile di ciò che è
stato resta, perciò, parte integrante del nostro territorio provinciale”.
Mauro Parolini, (NCD): “Sul territorio alpino e prealpino lombardo si è combattuto e sono
state realizzate opere di difesa militari permanenti. Dobbiamo considerare la ricorrenza del
centenario anche in chiave di sviluppo turistico, ancorandola all’imminente avvio di Expo
2015, una vetrina internazionale che può fare da ulteriore volano alla crescita del turismo
valorizzando anche i luoghi della ricorrenza storica del primo conflitto mondiale. Proprio
per questo, l’ordine del giorno approvato impegna l’assessore al Turismo a creare itinerari
turistico/culturali anche sovra regionali; una sezione permanente sul portale di Regione
Lombardia per la raccolta di informazioni su iniziative della Grande Guerra; percorsi
didattico/culturali per incentivare il turismo scolastico; e a sostenere, infine, studiosi ed
esperti nella diffusione della conoscenza di quegli avvenimenti”.
Andrea Fiasconaro (M5S): “La legge proposta al Consiglio ha argomenti positivi come il
coinvolgimento di Istituzioni e istituti scolastici ,nella promozione e valorizzazione del
patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale. Ci siamo astenuti sul provvedimento
perché le risorse finanziarie sono esigue (per volontà dell'Assessore alla Cultura) e
rischiano di sovvenzionare solo le (pur importanti) iniziative di commemorazione del
centenario della guerra. Inoltre l'astensione è motivata anche dal fatto che non sono stati
accolti alcuni nostri emendamenti .Un emendamento riguardava le nomine del Comitato
scientifico, lasciate in capo solo all'Assessore alla Cultura, noi chiedevamo di coinvolgere
anche la commissione consiliare nella nomina per garantire pluralità. L'altro emendamento
chiedeva, in merito alle iniziative previste nel programma delle commemorazioni, che tali
iniziative potessero essere proposte dagli enti locali, dagli istituti scolastici e dalle
università in modo autonomo e non solo legati al tema delle celebrazioni del 4 novembre,
ma anche ad altre questioni inerenti la Grande Guerra. La nostra astensione non vuole
rappresentare una chiusura su questo tema, del quale abbiamo profondo rispetto e di cui ne riconosciamo l'importanza e la valenza storica”.
Fabio Pizzul (PD): “Abbiamo contribuito a mettere nero su bianco ciò che può essere fatto per ricordare quanto accadde in quegli anni e dunque il nostro voto è stato favorevole. Tuttavia, abbiamo espresso una perplessità che è stata raccolta poi da tutti i gruppi: la posta a bilancio per il recupero dei manufatti dell’epoca presenti in Lombardia, per il restauro dei monumenti, per le eventuali opere di studio e approfondimento e la perpetuazione della memoria, a partire dalle scuole, è veramente risicata. Nonostante siano tempi di crisi, quello che si decide di fare va fatto bene. Ci siamo, perciò, augurati e lo abbiamo chiesto alla stessa assessore Cappellini, che negli anni a venire la Regione incrementi i finanziamenti”.
Umberto Ambrosoli (Patto civico): “Ho aperto la mia dichiarazione parlando del senso della prima guerra mondiale nel nostro presente. Pur con tutti i suoi limiti, il presente dell’identità delle nuove generazioni si chiama Europa. Quell’Europa che – ci ricorda il consigliere Galli con le parole di Kundera – è stata (seppure non tutta) il teatro di una guerra talmente totalizzante da essere definita mondiale. Orbene, quei popoli che solo cento anni fa ( e ancora vent’anni dopo la fine del primo conflitto) si sono combattuti facendo decine di milioni di morti, hanno poi preso una strada diversa, hanno tragicamente verificato che farsi la guerra non ha avuto alcun “ esito giusto” per lo sviluppo umano e sociale. Quei popoli hanno avviato una coesistenza nella pace. Dal nazionalismo, ( i cui rigurgiti non hanno perso attualità, coalizzando egoismi delle più diverse matrici, ma, come ci ricorda la grande guerra, comunque forti quanto mai, soprattutto nei momenti di crisi) siamo così passati alla pace e all’unione. Ecco perché l’utilità è anche quella di creare nelle nuove generazioni la consapevolezza del fondamento della loro/ nostra attualità che si chiama Europa e che se fatta maturare, può portare a compimento il passaggio da guerra ad unione, trasformando un vincolo politico-amministrativo in comunità di valori condivisi per un futuro più sereno per i nostri figli”.
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