All’auditorium Gaber il convegno del Consiglio regionale per rilanciare gli strumenti messi in campo dalla Regione e confrontarli con le azioni attuate dal privato In Lombardia è occupato il 55% delle donne, in Italia il 46,5%: obiettivo UE il 75%
Come conciliare i tempi del lavoro e della famiglia: è stato questo il tema del convegno organizzato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e svoltosi oggi a Palazzo Pirelli. Nel corso dei lavori sono state illustrate alcune interessanti esperienze in atto in aziende lombarde e sono state ascoltate le testimonianze di consiglieri regionali, degli assessori al Lavoro e alle Pari opportunità, dei Direttori generali alle Attività produttive e alla Famiglia, di rappresentanti dell’imprenditoria lombarda, delle parti sociali, della Consigliera di Parità regionale e del componente del Consiglio per le Pari opportunità della Lombardia.
Ha chiuso i lavori il Presidente del Consiglio regionale notando come la relazione tra i tempi del lavoro retribuito e i tempi della famiglia sia un tema essenziale, con una valenza culturale, sociale ma anche politica, che investe la nostra società. “In Lombardia – ha aggiunto – sono state attuate in questi anni politiche non prive di tratti originali, tese a costruire un modello di welfare sussidiario che mette al centro la famiglia nella produzione dei servizi di cura e che riconosce anche un ruolo non secondario alle imprese e reti locali quali soggetti in grado di sostenere iniziative di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura”.
“Lo scopo di questo convegno è rafforzare la rete tra Consiglio regionale, Giunta, imprese e parti sociali – ha spiegato la Consigliere Segretario – Oggi abbiamo dimostrato la volontà di arrivare in tempi stretti a risultati concreti, prendendo spunto dalle buone pratiche esistenti sul territorio lombardo e ispirando a queste le prossime azioni amministrative, coniugandole con i tanti strumenti già messi in campo dalla nostra Regione”.
Nell’anno europeo della conciliazione, ha ricordato la Vicepresidente del Consiglio regionale, la UE si pone come obiettivo il raggiungimento del 75% in fatto di occupazione femminile. Oggi, ha sottolineato, in Italia la percentuale si attesta attorno al 46,5% mentre quella maschile è di circa 20 punti superiore. In Lombardia c’è ancora troppa frammentazione di competenze tra assessorati (Famiglia, Lavoro, Pari opportunità) per rendere omogenee le iniziative in questo settore. I progetti in atto si basano ancora su azioni sperimentali mentre le politiche per la conciliazione devono diventare strutturali.
Un tema sul quale Regione Lombardia, che tra l’altro ha già previsto 15 “Reti territoriali” specifiche assumendosi il ruolo di “cabina di regia”, investirà, come annunciato dal Direttore generale dell’Assessorato alla Famiglia, 5 milioni di euro nel biennio per
finanziare interventi di sostegno alle famiglie e alle donne per la creazione di servizi mirati
e progetti per le imprese.
BUONE PRASSI
Nel corso del convegno sono stati portati esempi messi in atto da alcune aziende quali la
“Castiglioni” di Bregnano (CO), la “Robert Bosch” di Milano, la “Lubiam” di Mantova per
favorire la conciliazione dei tempi di lavoro dei dipendenti con le esigenze familiari, a
partire dalla creazione di nidi aziendali fino a servizi di assistenza messi a disposizione
anche dei territori. Don Claudio Burgio, cappellano dell’Istituto penale minorile “Beccaria”
di Milano, ha sottolineato come sia fondamentale riconoscere anche ai padri l’applicazione
di tali principi per assistere i propri figli.
La Fiom Cgil ha ricordato come in Lombardia solo il 55% delle donne abbiano una
occupazione stabile, ben al di sotto della media europea, mentre Rete imprese Italia
Lombardia ha confermato piena disponibilità a formare e informare sugli strumenti a
disposizione per l’effettiva conciliazione.
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Giulio Rezzola
Redattore Struttura Stampa
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- 24 Marzo, 2014
- 12:00 am
- Categorie: COMUNICATI
Conciliazione famiglia-lavoro, a Palazzo Pirelli in primo piano le buone prassi amministrative e aziendali
