Autonomia, il Consiglio approva la Risoluzione

Via libera a larghissima maggioranza in Consiglio regionale con voti 67 voti a favore, 1 astenuto e 4 contrari alla Risoluzione sull’autonomia che da giovedì 9 consentirà a Regione Lombardia di aprire formalmente il negoziato con il Governo sulle competenze, ai sensi del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione.

Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza Lega Nord, Forza Italia, Maroni Presidente, Lombardia Popolare, Fratelli d’Italia e Pensionati, a cui si aggiunti i gruppi di minoranza Partito Democratico (con la sola eccezione di Corrado Tomasi), Patto Civico e M5Stelle: astenuta Chiara Cremonesi (Insieme per la Lombardia), contrari i soli rappresentati del Gruppo Misto.
Sono molte le materie che a livello regionale possono essere gestite meglio che a livello statale –ha evidenziato il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneoe tra queste voglio ricordare innanzitutto la scuola, l’ambiente, i beni culturali, il territorio e le grandi opere infrastrutturali che insieme al coordinamento della finanza pubblica abbiamo messo in cima alle nostre priorità. Oggi giunge un messaggio di grande serietà da parte del Consiglio regionale della Lombardia, che ha scelto la strada della responsabilità decidendo di procedere tutti insieme rinunciando a strumentalizzazioni ideologiche e a posizioni di mera convenienza politica nell’interesse dei cittadini. In questi giorni abbiamo fatto un lavoro serio e intenso, consapevoli che più autonomia significa servizi migliori per la gente. Come prevede la Risoluzione –ha concluso Cattaneoora il Consiglio parteciperà alla delegazione, la cui composizione verrà definita in una apposita riunione dei capigruppo insieme al Presidente Maroni, che convocherò per lunedì prossimo. L’obiettivo è quello di continuare col metodo fin qui adottato per poter arrivare entro i prossimi cento giorni all’accordo col Governo”.

La Risoluzione impegna il Presidente della Regione e la delegazione  chiamata ad affiancarlo nella negoziazione col Governo ad attenersi agli indirizzi concordati. In particolare si fa riferimento alle 23 competenze specificate nell’articolo 117 della Costituzione, accorpate in 6 aree tematiche: AREA ISTITUZIONALE: Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; Ordinamento della comunicazione; Organizzazione della giustizia di pace (lett. I) – AREA FINANZIARIA: Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Previdenza complementare ed integrativa; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale – AREA AMBIENTE, TERRITORIO ED INFRASTRUTTURE: Ambiente ed ecosistema: tutela e valorizzazione; Protezione civile; Governo del territorio; Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; Grandi reti di trasporto e di navigazione; Porti e aeroporti civili – AREA ECONOMICA E DEL LAVORO: Tutela e sicurezza del lavoro; Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; Commercio con l’estero; Professioni –  AREA  CULTURA, ISTRUZIONE E RICERCA SCIENTIFICA: Norme generali sull’istruzione (117, secondo comma lett. n) e istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale (117, terzo comma); Beni culturali: tutela e valorizzazione; Ordinamento sportivo –  AREA SOCIALE E SANITARIA (WELFARE): Tutela della salute; Alimentazione.
La Risoluzione approvata recepisce molti dei contributi e delle indicazioni pervenute dalle Commissioni consiliari, dagli enti istituzionali e dalle parti sociali tra cui ANCI Lombardia, Unione delle Province Lombarde (UPL), Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura, Confcommercio, Confindustria, Unioncamere e Conord.
Nel corso dei lavori, al termine del dibattito generale, si è tenuta la riunione conclusiva del gruppo di lavoro con i Capigruppo consiliari presieduto dal Presidente Raffaele Cattaneo, che ha permesso di condividere le ultime integrazioni e “limature” sui 69 emendamenti inizialmente presentati: ne sono stati così ritirati una trentina con l’aggiunta di 32 nuovi emendamenti e di 1 subemendamento a firma del relatore e della Giunta regionale che hanno recepito e integrato il testo della Risoluzione, raccogliendo le ultime indicazioni pervenute dai Gruppi consiliari. L’ultimo emendamento concordato, il n°101, prevede che Regione Lombardia possa chiedere competenza e autonomia “sulla disciplina attuativa delle norme in materia di scolastica, nel rispetto dei principi di libertà e di servizio pubblico stabiliti dalla Costituzione e validi per tutte le istituzioni scolastiche”.

Nell’illustrare il documento, il relatore e Presidente della Commissione Affari istituzionali Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha evidenziato come “il principio del regionalismo differenziato rappresenta nella sua concreta realizzazione l’attuazione diretta dei principi del riconoscimento e della promozione delle autonomie: solo la piena applicazione di questo principio può valorizzare l’azione sinergica di Comuni, Province, Città metropolitana e Regione, potenziando la capacità finanziaria in particolare di Comuni e Province nella gestione delle rispettive funzioni amministrative e alimentando un “federalismo dell’efficienza” in grado di aumentare la capacità pubblica di rispondere adeguatamente alle esigenze di cittadini, imprese e realtà sociali. La forma più autentica di autonomia –ha aggiunto Malvezzi– potrà essere raggiunta solo se saremo capaci di garantire maggiore libertà alle persone, alle famiglie e alle imprese, che lo Stato e le istituzioni hanno il compito di valorizzare e servire”.
Il Presidente della Giunta Roberto Maroni, intervenendo in Aula, ha ribadito che punta a chiudere la trattativa sull'autonomia col governo "entro fine gennaio" ma che molto probabilmente sarà il "prossimo Parlamento a discutere la legge che attuerà l'accordo. Ho sentito il sottosegretario Bressa: proporremo sei macroaree tra cui infrastrutture, finanza locale, welfare, istruzione e cultura e quindi sei tavoli, uno dei quali vorrei che fosse a Milano", ha spiegato Maroni, che ha sottolineato come "la squadra che mi accompagnerà nella trattativa è ancora da costruire, ma ne faranno sicuramente parte esponenti significativi degli enti locali, delle associazioni, delle realtà imprenditoriali e delle parti sociali. Giovedì vado a Roma per insediare il tavolo –ha concluso il Presidente della Giunta regionale- e discuterò con Bonaccini e Bressa se si possono fare i sei tavoli: a quel punto si potranno selezionare i componenti della squadra in base alle competenze, con il coinvolgimento del Consiglio regionale anche tramite una diretta partecipazione dei suoi rappresentanti all’interno della delegazione stessa".

“L’autonomia produce livelli di maggiore efficienza dei servizi e contenimento dei costi -ha evidenziato Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente)- e ciò è nell’interesse sia della Lombardia che dell’intero Paese. Noi, con questa Risoluzione, dimostreremo adesso che il regionalismo differenziato produrrà questi risultati”.
Il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo ha evidenziato i punti più qualificanti e autonomisti della Risoluzione tra cui “l’autosufficienza nel campo ambientale e dei rifiuti e la gestione del corpo dei Vigili del Fuoco, la possibilità di ottenere maggiore gettito sull’IVA evasa, la compartecipazione all’IRES e l’istituzione di zone economiche speciali.

Finalmente potremo concretizzare la “specialità” della nostra regione – ha rimarcato Vittorio Pesato (Forza Italia)- e la trattativa che vedrà il coinvolgimento di altre regioni può essere spunto per la realizzazione del sogno di una grande macroregione del Nord”.

Questo documento non ha colore politico –ha sottolineato Angelo Capelli (Lombardia Popolare)- ma ha a cuore solo i destini e gli interessi dei cittadini lombardi indipendentemente da chi nei prossimi anni governerà la Regione. Introduciamo un principio riformatore nell’ambito del regionalismo: nella differenza si resta uniti e si dà più forza al Paese”.

“Comincia oggi un percorso che dovrà rispondere ai lombardi che si sono recati alle urne per il referendum –ha detto Riccardo De Corato (FdI)-. Condivisione piena sui contenuti e gli obiettivi della Risoluzione: mi auguro che ora anche altre regioni possano seguire la nostra strada”.
Il voto di oggi è stato definito da Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) “un passo storico per la Lombardia, che ci consente di iniziare a realizzare in concreto il regionalismo differenziato previsto dalla Costituzione e che in nessuna altra Regione italiana è stato finora avviato”.

Per Enrico Brambilla (PD) il testo finale della Risoluzione “in buona parte risponde ai requisiti necessari, nonostante la ristrettezza dei tempi in cui è stato formulato. Il presupposto vero di questa operazione resta comunque la necessità di riformare completamente la spesa pubblica e far ripartire dal basso il percorso di riforma delle istituzioni. Sarà un percorso lungo e articolato, che purtroppo parte solo ora, a legislatura regionale e nazionale agli sgoccioli”.
Certo non mancano le perplessità –ha detto Michele Busi (Patto Civico)- e le abbiamo evidenziato con alcuni emendamenti, a partire dal tema infrastrutturale rispetto al quale riteniamo che sulle grandi reti occorra mantenere una competenza statale. Ma non sono tali da impedirci di esprimere un voto favorevole perché il punto è tutto politico: il regionalismo differenziato va attuato, oggi si definisce una strada valida che va percorsa”.
Secondo Dario Violi (M5Stelle) “il voto di oggi segna un cambio di rotta importante rispetto alle politiche neocentraliste nazionali di questi ultimi anni che hanno cercato di svuotare di competenze le Regioni. Si apre pertanto un nuovo capitolo nel quale il regionalismo differenziato è il nuovo paradigma”.

Chiara Cremonesi (Insieme per la Lombardia) ha motivato così il suo voto di astensione: “Siamo a favore del regionalismo differenziato, ma il giudizio resta sospeso, poiché siamo all’inizio di un percorso che non sappiamo ancora come si svilupperà e in cui rimangono diverse criticità, per esempio sul tema delle grandi reti dei trasporti e delle infrastrutture”.
Hanno espresso voto contrario Corrado Tomasi (PD) e Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto Fuxia People) perché “il percorso scelto attraverso questa proposta di Risoluzione tradisce il risultato e lo spirito autonomista del referendum”, e i Consiglieri del Gruppo Misto MDP Onorio Rosati e Massimo D’Avolio perché, come avevano già spiegato in Commissione “questa risoluzione esplicita un modello neo centralista a livello regionale: da un lato chiede di acquisire competenze statali e dall'altro sottrae competenze di autonomia proprie degli enti locali”.

IL DIBATTITO

Diversi i Consiglieri intervenuti nella discussione generale svoltasi nell seduta del mattino e nel primo pomeriggio (è seguito il lavoro sugli emendamenti e il voto). “Abbiamo costruito – ha detto Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) – un bel manifesto del regionalismo differenziato, di un’autonomia consentita dalla Costituzione. Abbiamo creato un tracciato da seguire e imitare. La Risoluzione contiene elementi importanti tra cui il rafforzamento degli strumenti e delle sedi chiamati a ridisegnare i rapporti con lo Stato (le Conferenze Stato Regioni e soprattutto la Commissione Parlamentare per i rapporti regionali) e le clausole di garanzia, necessarie ad assicurare il rispetto del finanziamento integrale delle funzioni attribuite alle Regioni”. Per Enrico Brambilla (PD) “è stato un referendum inutile, costoso e non tempestivo, ma siamo favorevoli a una forma di regionalismo differenziato che rinnovi il sistema costituzionale e rafforzi le potenzialità delle Regioni. La Risoluzione di oggi tradisce però alcuni limiti dovuti alla fretta con la quale è stata elaborata e all’ambiguità del quesito referendario. Ma troviamo positivo che nel documento non ci siano forzature e che si rispetti la Costituzione. Si tratta della strada giusta  verso una riforma vera”. 

Il Referendum sull'autonomia – ha spiegato Roberto Bruni (Patto Civico) – e il conseguente dibattito odierno in Consiglio regionale sono arrivati in zona Cesarini viste le ormai prossime scadenze delle elezioni politiche e regionali. Rimangono alcune perplessità soprattutto sul tema delle infrastrutture (strade, autostrade, ferrovie) ma ho apprezzato il metodo adottato per la stesura della Risoluzione, in particolare la soluzione trovata di suddividere in macroaree le materie di cui si richiede la competenza e che consente una lettura politicamente agevole delle richieste di Regione Lombardia”. Per Massimiliano Romeo (LN): “Quando si vuole raggiungere un obiettivo, e la politica si compatta, questo è il risultato. Oggi portiamo a casa un atto formale che ci fa tirare un sospiro di sollievo .Non è certo un passaggio storico né occasione per trionfalismi perché non abbiamo ancora in mano nulla di concreto, ma mi auguro che il Governo abbia la volontà di fare sul serio arrivando almeno a una intesa. Quello che chiede la Lombardia è di essere messa in condizione di competere con le altre Regioni d'Europa”. Per Dario Violi (M5S), “la Risoluzione è l'ennesimo punto di partenza ma dobbiamo fare squadra per ottenere risultati. Precariato, sanità e ambiente devono essere i temi al centro dell'azione di autonomia in un sistema basato sulla valorizzazione degli enti locali, delle Comunità montane, delle Province, anche se siamo contrari all'istituto di questo ultimo ente. Se cresce la nostra regione, cresce l'Italia. Al momento non esprimiamo alcuna indicazione di voto perché attendiamo l'esito del confronto su alcuni aspetti del documento”.

Abbiamo fatto un lavoro serio e concreto – ha sottolineato Alessandro Colucci (Lombardia Popolare) – concentrato in poco tempo ma che non ha impedito di entrare nel merito dei contenuti. Il coraggio di lanciare l’iniziativa referendaria è stato accompagnato da una mancanza di personalizzazione che ci ha consentito di portare avanti un testo che non fosse solo di qualcuno ma di tutti. Non si chiede una Regione a statuto speciale ma un nuovo e moderno sistema di organizzazione regionale. Il nostro percorso è stato tutto lombardo, senza strumentalizzazioni ma fondato sulle potenzialità e le specialità della nostra Regione”. “Comincia un percorso a tempo scaduto, alla fine delle legislature – ha evidenziato Chiara Cremonesi (SEL) – I tempi sono stretti e abbiamo una Risoluzione elaborata in fretta non approfondendo a dovere il confronto con gli enti locali e le parti sociali. Alcuni aspetti ci preoccupano. Soprattutto l’autonomia nelle materie di tutela della gestione faunistico-venatoria e nel campo dell’istruzione. E’ mancata una valutazione d’insieme e si dà vita a un testo meramente compilatorio”.

Onorio Rosati (Mdp-Art1) ha annunciato invece il voto contrario del proprio Gruppo “Nel nostro Paese siamo in assenza di un nuovo assetto istituzionale e alla richiesta di una maggiore autonomia non corrisponde una riforma degli enti locali. Le materie di cui si chiede la competenza regionale, anche se definite per macroaree, sono eccessive e siamo contrari ad un neo centralismo di carattere regionale. Oggi non ci sentiamo di dare il nostro mandato a questa trattativa con il Governo”.
Una più meditata proposta con più tempo per lavorarci – è stata la riflessione di Laura Barzaghi (PD)-avrebbe avuto il coraggio di cogliere aspetti fondamentali e non si sarebbe limitata a un elenco di cose da fare col rischio di non essere ascoltati. Penso all’autonomia in particolare nel campo dello smaltimento dei rifiuti. I nostri obiettivi si scontreranno certamente con le norme statali ed europee e difficilmente saranno accolte dallo Stato. Scegliere toni realistici, salvando comunque il desiderio lombardo di  autonomia, sarebbe stata la premessa per un risultato migliore”. Silvana Santisi Saita (LN) ha elogiato la "maratona" fatta per arrivare a questo documento: “Siamo una Regione speciale ma non ancora eccellente a causa della scarsità di risorse. L’autonomia ci consentirà di ottenere fondi che sono indispensabili per fare una buona politica e dare servizi ancora più qualificati ai cittadini”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche Vittorio Pesato (FI): “Il referendum consultivo è stata una dimostrazione di democrazia, che ha portato al dibattito odierno e alla legittima richiesta di maggiori competenze in pieno spirito di cambiamento”; Donatella Martinazzoli (LN) ha posto l'attenzione sull'esigenza di politiche regionali autonome in materia di risorse idriche e energetiche, dei beni culturali e la gestione della montagna. Critico invece Corrado Tomasi (PD), per il quale la Risoluzione “tradisce lo spirito del referendum” laddove si chiedevano più risorse da tenere in Lombardia, mentre invece manca ogni riferimento sul tema nell'atto. Perplessità, soprattutto sull’autonomia in materia di professioni, sono state espresse da Maria Teresa Baldini (Fuxia People) perché “riconoscere professioni a livello regionale sarebbe un danno per la collettività e lo sfascio delle professioni stesse”.
Gian Antonio Girelli (PD) ha invece sottolineato come Referendum e Risoluzione siano nati per dare risposte a un sentire lombardo: “Non so se sarà il manifesto del regionalismo differenziato ma è una buona base di partenza, costruita con serietà”. Per Riccardo De Corato (FdI) “oggi inizia una fase interlocutoria con un Governo che sta facendo gli scatoloni. Mi auguro che sia la prossima legislatura nazionale a dare seguito alle richieste della Lombardia. Confido comunque nel Presidente della Repubblica quale figura di garanzia per questa nostra iniziativa”.

Soddisfatta la Vice Presidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi (PD): “Si è fatto uno sforzo nella stesura della Risoluzione e nella definizione dei contenuti, soprattutto in materia di tutela della salute. Particolarmente importanti sono i passaggi riferiti alla richiesta di gestione in autonomia degli accessi alle scuole di sperimentazione medica e alla possibilità di rimodulare i superticket per prestazioni socio-sanitarie”.
"La Regione fa sentire la sua voce in questo passaggio cruciale della propria storia e da' la risposta a migliore possibile ai cittadini lombardi" ha detto Lara Magoni (Lista Maroni) che ha espresso piena soddisfazione e convinto sostegno per il lavoro svolto. Mario Barboni (PD) ha sottolienato che: "l'aver coinvolto le comunità della Lombardia, le comunità locali, di impresa, del commercio, di ricerca, dell'università e socio-sanitarie, è molto importante perchè significa aver ricompreso in questa richiesta di autonomia l'intera Regione".
"Dipenderà molto – ha spiegato Fabio Pizzul (PD) – da come sarà condotta la trattiva a Roma e come verrà gestita l'autonomia da chi poi l'avrà in mano. Al momento è come una cellula staminale che potrebbe svilupparsi o in un arroccamento regionalista in chiave competitivo-contrappositiva o in una vera autonomia collaborativa e multilivello all'insegna della reale collaborazione"

ECCO PER COSA LA LOMBARDIA CHIEDE AUTONOMIA  E RISORSE

LE MATERIE ACCORPATE PER TEMATICHE

AREA ISTITUZIONALE

·         Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle regioni

·         Ordinamento della comunicazione

·         Organizzazione della giustizia di pace (lett. I)

AREA FINANZIARIA

·         Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario

·         Previdenza complementare ed integrativa

·         Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e                 agrario a carattere regionale

AREA AMBIENTE, TERRITORIO ED INFRASTRUTTURE

·         Ambiente ed ecosistema: tutela e valorizzazione

·         Protezione civile

·         Governo del territorio

·         Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia

·         Grandi reti di trasporto e di navigazione

·         Porti e aeroporti civili

AREA ECONOMICA E DEL LAVORO

·         Tutela e sicurezza del lavoro

·         Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi

·         Commercio con l’estero

·         Professioni

AREA  CULTURA, ISTRUZIONE E RICERCA SCIENTIFICA 

·         Norme generali sull’istruzione (117, secondo comma lett. n) e istruzione, salva l’autonomia delle                   istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale (117, terzo                 comma)

·         Beni culturali: tutela e valorizzazione

·         Ordinamento sportivo

AREA SOCIALE E SANITARIA (WELFARE)

·         Tutela della salute

·         Alimentazione