Natale sta arrivando e milioni di lombardi si apprestano a celebrare la festività: rispetto e partecipazione al culto religioso, corsa ai regali e naturalmente la ritualità conviviale. E a proposito di convivialità il vasto territorio della regione pullula di ricette tipiche culinarie, che proprio con l’avvento della ricorrenza natalizia, riprendono forma e concretezza, imbandendo tavole e banchetti. Un fiore all’occhiello della gastronomia lombarda sono senza dubbio i dolci. E se le feste sono alle porte e un pizzico di dolcezza non guasta mai, è il momento giusto per andare a scoprire, provincia per provincia, il dessert della tradizione.
Bergamo, Polenta e osei: no, non è un errore. Non si tratta del piatto salato di uccellini e polenta, anche se ne prende spunto. E’ una cupola di pan di spagna bagnato in liquore all’arancia, su cui si stende pasta di mandorle. A completare l’opera s’incastonano sulla cupola uccellini di cioccolato o di marzapane. Una pietanza che si tramanda dall’Ottocento.
Brescia, Bossola (o bissòla, o bussòla): l’origine del dolce è incerta, quel che si sa senza dubbio è invece la ricetta. Pasta lievitata dalla forma tonda che resta cava al centro. Un ciambellone frutto di tre impasti e una lunga lievitazione, che rendono un piatto sostanzioso da essere preferibilmente inzuppato, magari nel caffèlatte.
Como e Lecco, Miascia, Pan Mataloch, Matoch, Torta Grigna: posti e varianti dolciarie, la zona lariana presenta diverse tipicità. La Miascia, a base di pane raffermo, farina e frutta è la delizia cittadina. Da Bellagio arriva invece il pan Mataloch, pane dolce simile al panettone. La farcitura infatti è di uva sultanina e canditi. Una variante del piatto s’imbandisce a Olgiate Comasco dove c’è il Matoch con mandorle e amaretto. A Lecco infine c’è da deliziarsi con la torta Grigna, la cui creazione è attribuita a un pasticciere di Mandello del Lario e dove convivono i sapori di caffè, nocciole e mandorle.
Cremona, Torrone: la leggenda vuole che il Torrone sia stato creato per il matrimonio tra la figlia di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, e Francesco Sforza. Altri dicono che giunga addirittura dall’antica Roma. Tra miti, storie vere o presunte, resta, in quanto a dolciumi, una verità sicura: di Cremona, il Torrone ne è il simbolo.
Lodi, Tortionata: una storia narra che la torta iniziò a essere gustata a inizio Ottocento, un’altra che arrivi dal più lontano Medioevo. Origine a parte, il dolce è basso, friabile e a base di mandorle ed è considerato il ‘cugino’ della Sbrisolona mantovana.
Mantova, L'Anello di Monaco: morbida specialità dalla farcitura ricca di zucchero e frutta secca, il dolce è un’esclusività d’arte culinaria artigianale tramandata da oltre due secoli. Il nome stesso fa comprendere con immediatezza le fattezze del dessert, un anello, decorato con glassa reale. Sull’appellativo ‘di Monaco’ tante le ipotesi. Quella che va per la maggiore parla di una connotazione geografica, che fa riferimento alla città di Monaco di Baviera.
Milano, Panettone: racconti e leggende sulla nascita del dolce si mescolano nelle narrazioni folcloristiche. Le più accreditate lo vogliono come frutto dell’invenzione di uno sguattero, un certo Toni, vissuto al tempo di Ludovico Moro. È ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova, al quale si aggiungono uvetta, frutta candita, scorzette di arancio e cedro, in egual misura. Attraverso i secoli si è diffuso in tutta la Penisola con molteplici varianti.
Monza Pan Tramvai: la tradizione rivela che agli albori del secolo scorso fosse acquistato con il resto del biglietto del tram (da qui il nome), mezzo che iniziò a viaggiare nel 1899 con la linea Milano – Monza. Molto simile ad un pane, l’impasto è arricchino con molta uvetta.
Pavia , Offelle di Parona: biscotti secchi al burro, dalla forma ovale e le estremità appuntite, offerti spesso con zabaione caldo, sono frutto del genio culinario pavese risalente alla fine dell’Ottocento. La fortuna del dessert ha fatto proliferare tante varianti, particolarmente apprezzate quelle al cioccolato o allo strutto d’oca.
Sondrio, Bisciola (Besciola o Pan di Fich): tipica pagnottella valtellinese, abbonda di frutta secca, burro, uova e, in alcuni casi, si cucina pure con ricette al miele. Un dolce nutriente e corposo, che al tempo che fu – e in rari casi ancor oggi – sostituì il panettone.
Varese, Cammelli di pasta sfoglia: astronomi e doni, culto e folclore, i Re Magi. A proposito: arrivarono con i cammelli o i dromedari? Narrazioni che si perdono tra le pagine, ora storiografiche e religiose, ora mitologiche. Ma poco importa. I varesini hanno scelto i cammelli e non i dromedari, ‘elaborandoli’ in pasta sfoglia. Busto Arsizio, Gallarate e Varese offrono diverse varianti: farciti alla crema, al cioccolato e tante altre. Il grande classico resta però il cammello liscio, di semplice pasta sfoglia.
MV