Bergamo, Accademia di Carrara: la tela Resurrezione di Cristo, databile 1492-1493, è stata attribuita definitivamente ad Andrea Mantegna. La notizia, data in esclusiva dal Wall Street Journal, ha presto fatto il giro del mondo. La vicenda della tavola intreccia il suo percorso con la prestigiosa pinacoteca orobica più di 150 anni fa: correva infatti il 1866 quando il dipinto entrò a far parte delle proprietà dell’Accademia. Da allora fino a oggi però è stato considerato un’opera di bottega, una copia di un quadro perduto del Maestro o una realizzazione del figlio dell'artista. Per questo esperti e storici dell’arte l’avevano confinata negli archivi dell’Accademia, assicurandola per circa 30mila euro. Una piccola cifra se paragonata a 25/30 milioni di dollari, ossia la quotazione odierna stimata dopo l’attribuzione al celebre pittore padovano. Un’attribuzione che ha anche ricevuto l’avallo di Keith Christiansen del Metropolitan Museum of Art di New York, il più importante esperto al mondo sull'artista rinascimentale.
Il lavoro negli archivi di un museo può subire soste, ma non si ferma mai definitivamente. Anche perché la storia dell’arte spesso nasconde nei meandri delle opere segreti centenari da portare in luce. Da qui l’incredibile scoperta dell’attribuzione ad Andrea Mantegna della “Resurrezione di Cristo”, avvenuta in occasione di recenti studi, realizzati in concomitanza con la pubblicazione del catalogo “Accademia Carrara, Bergamo Dipinti Italiani del Trecento e del Quattrocento”, curati da Giovanni Valagussa (storico dell’arte e conservatore della collezione Carrara). L’indubbia qualità artistica della tela era fuori discussione. Tuttavia non era un elemento discriminante per stabilire con certezza la paternità del dipinto. Serviva una prova del nove che è giunta grazie all’individuazione di una piccola croce sul margine inferiore dell’opera, sotto l'arco di pietra; una croce che doveva avere un prosieguo e dunque una corrispondenza in una porzione di un altro dipinto. Ma quale? Gli esperti non hanno dubbi: la corrispondenza è stata riscontrata nella parte superiore della “Discesa al Limbo”, opera del 1492 (naturalmente di Mantegna), oggi appartenente alla collezione privata di Barbara Piasecka Johnson conservata a Princeton. Fugati i dubbi, la tela sarà ora sottoposta a un attento e delicato restauro e sarà inserita nel sopracitato catalogo Bergamo Dipinti Italiani del Trecento e Quattrocento che uscirà in giugno per Officina Libraria Editore.
MV