Posti di lavoro in crescita (da 16 mila a 20 mila negli ultimi quattro anni), collegamenti ferroviari in continuo sviluppo (prossima tappa la linea Gallarate-T2 e l’aumento delle corse da e per Stazione Cerntrale ), nuove tratte con volumi di traffico che portano nei periodi di punta fino a 90 mila passeggeri al giorno. A dieci anni esatti dall’addio di Alitalia, l’aeroporto di Malpensa può vantare cifre positive inequivocabili che ne testimoniano la rinascita.
Nel marzo del 2008 la compagnia di bandiera decise di trasferire la maggior parte dei suoi voli dalla brughiera lombarda a Fiumicino, cancellando quasi 900 voli settimanali su 1238. Di colpo, Malpensa vide crollare i passeggeri da 24 milioni a 17 milioni: un disastro, con temibili ripercussioni negative su un’area dall’economia florida e con grandi capacità di traino nei confronti del resto del Paese.
A giudicare dalla situazione odierna fu anche però l’inizio di un nuovo decollo, che dovrebbe portare -ha detto ieri il Presidente di Sea Pietro Modiano ai vertici di Regione Lombardia- “a ulteriori diecimila occupati nei prossimi 6-7 anni, poiché la regola è per ogni milione di passeggeri mille occupati in più”.
“Siamo reduci da un lungo viaggio in Cina per attrarre voli diretti verso Malpensa e abbiamo concordato che tutte le iniziative che potenziano attrattività di Milano e della Lombardia nei confronti degli altri paesi vanno coordinate. Fare sistema è veramente la chiave di volta di tutto”, ha proseguito Modiano, che ha anche sottolineato il legame dello scalo col territorio e l’esigenza di sviluppare iniziative di formazione. Per questo, ha detto, “occorre fare pressione sul sistema formativo, che va adeguato in modo che il sistema scolastico si prepari a garantire la formazione delle professionalità necessarie”. Lavoro e questioni ambientali sono i temi al centro anche delle preoccupazioni dei Sindaci dei Comuni dell’area, che chiedono più coinvolgimento nella gestione di uno sviluppo che appare continuo.