“Non è possibile fare delle buone leggi senza porsi il problema di verificare i risultati che esse producono per la collettività. Legiferare, controllare e indirizzare non sono tre ambiti distinti dell’attività consiliare, ma devono essere frutto di un’unica azione continuativa che testimonia attenzione alle esigenze dei cittadini. L’efficacia delle leggi non si misura però solo sulla loro produzione, non necessariamente nuove leggi producono sempre effetti positivi: altrettanto importante sarà pertanto in questa legislatura il lavoro di semplificazione amministrativa, fondamentale per assicurare procedure più snelle e accessibili. Già nell’ultima legislatura, a fronte della approvazione di 192 nuove leggi, ne sono state abrogate 223 e allo stato attuale in Lombardia le leggi vigenti sono 410: è il numero di leggi vigenti più basso in assoluto nel panorama delle Regioni italiane, paragonabile solo a quello di una provincia autonoma”.
Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi introducendo questa mattina a Palazzo Pirelli i lavori del seminario “Le politiche regionali funzionano? La valutazione a servizio dei cittadini” promosso dall’Ufficio di Presidenza e dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, a cui spetta il compito di monitorare le conseguenze delle politiche regionali, analizzandone i risultati per migliorarne l’efficacia e, se necessario, correggere il tiro del contenuto normativo.
“Il lavoro di semplificazione e di delegificazione dovrà ora proseguire –ha aggiunto il Presidente Fermi- e credo importante che il Comitato Paritetico con il coinvolgimento delle Commissioni preposte, svolga nei prossimi mesi una ulteriore ricognizione sul corpus normativo regionale per valutare ulteriori interventi di snellimento e semplificazione: a chiedercelo sono i cittadini e chi ogni giorno si trova a confrontarsi con procedure burocratiche ancora troppo farraginose e dispendiose, che comportano costi economici e di tempo ancora troppo pesanti”.
Durante il suo intervento il Presidente del Consiglio regionale lombardo ha portato l’esempio della legge di riforma sociosanitaria: “una legge importante –ha detto Fermi-, ma i cui effetti dovranno essere sperimentati e verificati nel tempo alla prova della sua attuazione pratica, senza timore di introdurre correzione e aggiustamenti, come quelli che saranno portati in Giunta regionale la prossima settimana e che interesseranno anche la revisione di alcuni azzonamenti delle ASST”.
Dopo l'intervento del Presidente Fermi, la parola è passata ad esperti del settore che hanno illustrato metodologie e approcci di questa frontiera che vede pubblica amministrazione e politica rispondere alle esigenze di rendicontazione ed accountability.
Una sfida che ormai da dieci anni impegna le strutture del Consiglio regionale della Lombardia, vera avanguardia nel settore. Tre le buone ragioni per intraprendere l’attività di controllo e verifica in ambito legislativo indicate dalla professoressa Gloria Regonini, docente dell’Università degli Studi di Milano. Innanzitutto, “un motivo interno agli esecutivi” e che riguarda la necessità di evitare sprechi controllando e verificando come si investono i soldi pubblici, rendendo ragione a tutti i cittadini dell’uso delle risorse pubbliche.
La seconda ragione riguarda uno dei nodi vitali della democrazia, ovvero la competenza delle Assemblee legislative di controllare e valutare dall’esterno gli interventi pubblici. Infine, una corretta impostazione della valutazione non può prescindere dall’apporto delle competenze dei cittadini stessi, favorendo il riavvicinamento tra istituzioni e opinione pubblica.
Il punto sull'attività di controllo delle leggi regionali in Lombardia
I risultatii del lavoro del Comitato paritetico di controllo e valutazione negli ultimi cinque anni sono stati illustrati da Carlo Borghetti, Vice Presidente del Consiglio regionale, ed ex Presidente del Comitato stesso.
Grazie all’introduzione di clausole o di altre norme di rendicontazione nella scorsa legislatura sono poste sotto esame 87 leggi (il 21% delle 420 leggi regionali vigenti); il tasso di risposta dalla Giunta alle strutture tecniche del Consiglio è passato in 5 anni dal 22% al 46%; le clausole valutative attualmente ancora vigenti sono 43, più di 50 sono state le politiche e gli interventi presi in esame dal Comitato, occupandosi di molte importanti leggi (consumo suolo, abbandono scolastico internazionalizzazione delle imprese, inquinamento atmosferico, servizio ferroviario regionale, liste di attesa in sanità).
“Occuparsi di controllo e valutazione significa impegnarsi in un’azione di profondo cambiamento culturale, sul piano politico ed istituzionale – ha dichiarato il Vice Presidente Borghetti -. Dopo cinque anni d’intensa attività, possiamo notare che sono stati compiuti molti passi avanti, ma che almeno altrettanti se non forse di più andranno realizzati nell’attuale legislatura. E l’aspetto forse più problematico è senz’altro rappresentato dalla volontà della politica di utilizzare effettivamente i risultati della valutazione all’interno dei processi decisionali. Per questo ho promosso una legge, poi approvata dal Consiglio, che introduce innovazioni importanti per quanto riguarda i rapporti tra Giunta e Consiglio in tema di aggiornamento e condivisione sui risultati delle valutazioni. Le decisioni sono e restano politiche. Tuttavia, se le decisioni fanno a meno delle evidenze fattuali saranno sicuramente meno buone”.
Un modello innovativo rivolto al futuro
“Un’intensa mattinata di confronto e di formazione, di condivisione di esperienze molto importanti, che contribuisce a rafforzare e diffondere il modello innovativo e compente svolto dal Comitato – ha concluso Barbara Mazzali (FdI), che presiede ora il Comitato -. E’ onesto ammettere che purtroppo ancora spesso la funzione di controllo è stata svolta in tono minore, quasi fosse una Cenerentola degli organismi istituzionali. Ma l’esperienza ci insegna che non basta fare una legge per risolvere i problemi dei cittadini. Deliberare, controllare se e come vengono attuate le decisioni, valutare i risultati, contribuire ad orientare esecutivo, rafforza il ruolo del Consiglio regionale, nell’interesse dei cittadini coinvolgendoli nella politiche pubbliche. Più che il colore politico all’interno del Comitato vale il confronto e la condivisione dei diversi punti di vista nell’interesse del ben comune e di tutti i cittadini”.
A fondamento dell’attività del Comitato, il Progetto CAPIRe, illustrato da Valentina Battiloro (ASVAPP): un’iniziativa promossa dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome che ha lanciato la metodologia.
Grande interesse e apprezzamento per le attività svolte dal Comitato paritetico lombardo sono stati espressi dai Presidenti dei Consigli regionali di Liguria, il leghista Alessandro Piana (accompagnato dai consiglieri regionali Pippo Rossetti, Andrea Melis e Angelo Vaccarezza e da alcuni funzionari) e del Friuli Venezia-Giulia, Mauro Zanin accompagnato da Franco Iacop, Presidente del Comitato Legislazione Valutazione e Controllo del Consiglio regionale FVG.
L’evento, trasmesso in diretta streaming, è stato anche tradotto in simultanea nella Lingua internazionale dei segni (LIS).