"La campanella è suonata da tempo, i cittadini non si riconoscono più in questa Unione europea: torniamo a dare ascolto e voce ai territori"
Presente anche il Consigliere Segretario Giovanni Malanchini
che partecipa ad alcune sessioni previste nel programma dei lavori
dedicato alla Settimana europea delle Regioni e delle Città
Milano, 9 ottobre 2018 – "La campanella di fine ricreazione è già suonata da un pezzo. Se i territori non tornano ad essere i veri protagonisti delle scelte e delle decisioni prese in sede europea e se Regioni e Città non saranno messe in grado di incidere in modo significativo nelle politiche europee, l'Europa così come la concepiamo oggi rischia di essere un soggetto sempre più astratto e lontano dalla volontà e dalle esigenze dei cittadini e di scomparire. Ce lo dicono e ce lo confermano tutte le indagini e le rilevazioni di questi ultimi mesi, guai a sottovalutare il grido di allarme e di protesta che giunge dalle realtà locali".
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi che oggi e domani partecipa alla 131° Sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni che si tiene a Bruxelles presso l’Edificio Charlemagne sede della Commissione europea nell’ambito della Settimana europea delle Regioni e delle Citta'.
I lavori hanno avuto inizio con un focus specifico dedicato al punto di vista delle Regioni e delle Città sulla situazione dell’Unione europea: nell’occasione sono intervenuti il Presidente del Comitato europeo delle Regioni Karl Heinz Lambertz e il Presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, che hanno introdotto l'analisi dei risultati dell'ultima indagine promossa dal Comitato europeo delle Regioni sulla percezione dei cittadini europei nei confronti dell'Unione.
| Il Comitato delle Regioni si è infatti impegnato nell’iniziativa Reflecting on Europe, promuovendo l’organizzazione di dialoghi con i cittadini e dibattiti civici a livello locale, allo scopo di raccogliere e trasmettere le idee e le preoccupazioni dei cittadini in merito al progetto europeo. Sono stati coinvolti oltre 160 rappresentanti del Comitato delle Regioni in questo processo e circa 30mila partecipanti hanno preso parte agli incontri organizzati in 81 regioni di tutti gli Stati membri. Dai dialoghi con i cittadini è emerso che: 1.I cittadini sono preoccupati per la lentezza con cui vengono attuate le soluzioni dall’Unione europea, soprattutto in materia di disoccupazione e migrazione, oltre che sul quadro socioeconomico generale. I cittadini richiamano inoltre l’attenzione sulla necessità di maggiore solidarietà all’interno dell’Unione Europea; 2.L’Unione Europea è percepita come troppo lontana e molti cittadini hanno la sensazione di non sapere ancora cosa sia e cosa faccia; 3.La generazione più entusiasta dell’Unione Europea è quella di chi ha meno di 30 anni, che attribuisce grande importanza alla libertà di circolazione e alle opportunità d’istruzione offerte dall’Unione; 4.La fiducia nei livelli di governante locale e regionale è, in media, maggiore di quella riposta nel governo centrale, e nella maggior parte degli Stati membri è decisamente superiore anche alla fiducia riposta nelle istituzioni europee ; 
 "I settori prioritari su cui l’Unione europea deve concentrare la propria azione e indirizzare la politica di coesione – ha sottolineato il Presidente Fermi alla luce dei risultati emersi dall'indagine- sono la migrazione, la mobilita', l'istruzione, le politiche economiche legate all'occupazione e alla crescita e le questioni ambientali. Nello specifico l'Unione europea deve sostenere le città e le regioni nella gestione della crisi migratoria e nell’integrazione di lungo periodo e in questo ambito deve definire fornire un’assistenza finanziaria e tecnica che deve aggiungersi a quella erogata dagli Stati nazionali. Contemporaneamente -ha sottolineato Fermi- l'Unione deve potenziare la dimensione sociale in tutti i programmi e le politiche europee, in modo complementare ai sistemi di protezione sociali esistenti ai veri livelli nazionali e regionali. Nel fare questo -ha concluso il Presidente del Consiglio regionale lombardo- occorre rafforzare la capacità d’investimento degli enti locali e regionali, offrendo loro il margine di bilancio necessario a sostenere gli investimenti pubblici e agevolando gli strumenti di partenariato". | 
Nel corso del pomeriggio e nella giornata di domani i lavori proseguiranno con la discussione e la votazione di alcuni pareri e risoluzioni su diversi temi tra cui il programma quadro per la ricerca e l’innovazione, il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, l’autorità europea del lavoro, il fondo “asilo e migrazione”, il programma per l’ambiente e per il clima, la strategia europea per la plastica, il pacchetto di equità fiscale, il piano d’azione per l’istruzione digitale, l’analisi del rischio nella filiera alimentare e l’inserimento dello sport nel programma di lavoro dell’Unione europea per il periodo successivo al 2020.
Questa mattina a margine della sessione plenaria si è tenuto anche un seminario sulle politiche di coesione sociale promosso dalla CALRE, la Conferenza delle Assemblee legislative regionali d’Europ. La politica di coesione è la principale politica di investimento dell’Unione europea e integra le politiche dell’Unione in ambiti specifici come istruzione, occupazione, energia, ambiente, mercato unico, ricerca e innovazione. L’attuazione della politica di coesione passa attraverso tre fondi principali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) che mira a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita al fine di migliorare la competitività e creare posti di lavoro e finanzia progetti di cooperazione transfrontaliera; il Fondo sociale europeo che investe nelle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione e si propone di aiutare le persone svantaggiate a rischio di povertà o esclusione sociale; il Fondo di coesione che investe nella crescita verde e nello sviluppo sostenibile e migliora la connettività negli Stati membri con un PIL inferiore al 90% della media europea.
A Bruxelles è presente anche il Consigliere Segretario del Consiglio regionale Giovanni Malanchini (Lega), che partecipa ad alcune sessioni previste nel programma dei lavori dedicato alla Settimana europea delle Regioni e delle Città.
“L'attuale Ufficio di Presidenza, fin dal suo insediamento, ha mostrato grande interesse a rafforzare il ruolo della Lombardia all'interno del Comitato delle Regioni -ha sottolineato Malanchini-. Credo che il nostro ruolo, a livello europeo, sia determinante per l'importanza politica ed economica della nostra Regione. Portiamo ai tavoli di Bruxelles una visione di Europa rispettosa dei territori e delle loro potenzialità, ispirata ad un principio di sussidiarietà che rappresenta l'unica via per garantire la coesione dell'Unione. Anche in questa sessione plenaria -evidenzia Malanchini- il nostro contributo, su temi fondamentali quali l'immigrazione, la tutela delle produzioni agricole e agroalimentari di qualità, le politiche ambientali e l'innovazione, é determinante. L'autonomia ci obbligherà ad essere sempre più un punto di riferimento in Italia e in Europa”.
COMITATO DELLE REGIONI
Il Comitato delle Regioni è un organo consultivo dell'Unione europea istituito nel 1994: rappresenta gli enti regionali e locali d’Europa ed è composto da 350 rappresentanti provenienti da tutti i 28 Stati membri. Il Comitato delle Regioni offre alle Città e alle Regioni la possibilità di esprimere formalmente la loro opinione nel processo legislativo dell’Unione europea per assicurare che la posizione e le esigenze degli enti regionali e locali siano rispettate. La Commissione europea, il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo devono consultare obbligatoriamente il Comitato delle Regioni quando elaborano norme in settori che riguardano l'amministrazione locale e regionale come la sanità, l'istruzione, l'occupazione, la politica sociale, la coesione economica e sociale, i trasporti, l'energia e i cambiamenti climatici; in caso contrario, il Comitato delle Regioni può ricorrere alla Corte di Giustizia. Una volta ricevuta una proposta legislativa, il Comitato delle Regioni elabora e adotta un parere e lo comunica alle pertinenti istituzioni dell'Unione europea. Il Comitato delle Regioni può esprimere pareri anche su propria iniziativa. Ogni anno il Comitato delle Regioni si riunisce in 6 sessioni plenarie nelle quali vengono adottati pareri che riguardano mediamente dai 50 agli 80 progetti legislativi. I componenti del Comitato delle Regioni sono rappresentanti eletti negli enti locali e regionali. Ciascun Paese indica i membri di sua scelta che vengono nominati dal Consiglio dell'Unione europea per un periodo rinnovabile di cinque anni.

Aurelio Biassoni
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