Nel piatto, nutrimento e salute. Lo sosteneva già Ippocrate nel 460 ac, ma oggi a certificare che quello che mangiamo influisce direttamente sulla nostra salute arrivando addirittura a fermare e bloccare processi degenerativi, lo dice la scienza. La serata svoltasi nei giorni scorsi a Palazzo Pirelli su “Il cibo intelligente e la medicina nel piatto: la sfida della ricerca scientifica”, che ha visto protagonisti alcuni giovani ricercatori dell’Urological Reserch Institute (URI) dell’Ospedale San Raffaele e del progetto RE.ME.DIET, con la partecipazione di una selezione di chef stellati, è servita proprio per sottolineare l'importanza di assumere cibi "giusti e sani".
L’evento, promosso dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia e dalla Onlus URO.SOL (Urologia e Solidarietà), è stato moderato dal dottor Alessandro Piccinelli, responsabile dell’Unità operativa di Urologia del Policlinico San Pietro – Gruppo ospedaliero San Donato e fondatore della Onlus URO.SOL, e dalla conduttrice televisiva e radiofonica Irene Colombo.
Nel corso della serata è stato sottolineato più volte il legame sempre più stretto che esiste tra salute e cucina, scienza e arte culinaria. “Fa che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo”, diceva Ippocrate; aforisma confermato oggi non solo dal mondo medico e della ricerca ma messo nero su bianco anche da tutto il ghota del mondo food, dolce e salato, che ha affollato il Belvedere di Palazzo Pirelli. Tra gli interventi di Francesco Trevisani (nefrologo e Diabesity board member di URI dell’Ospedale San Raffaele e del progetto RE.ME.DIET), Arianna Bettiga (nutrizionista di URI dell’Ospedale San Raffaele e del progetto RE.ME.DIET), Riccardo Vago (phD Chimico farmaceutico e ricercatore) e Annalisa Romani (responsabile scientifico laboratorio DiSIA-Phytolab dell’Università degli Studi di Firenze), si è fatto il punto sul tema della prevenzione delle malattie metaboliche correlate all’obesità. Scienza e cucina dunque si mettono insieme, perché è stato sottolineato – con la condivisione di chef e maestri pasticceri presenti all’evento come Chicco Cerea, Carlo Cracco e Giuseppe Iannotti, il Maître Chocolatier Davide Comaschi, il Maestro Pasticciere Roberto Rinaldini, il Maestro Pizzaiolo Alessio Rovetta – che c’è un cibo che cura e che trovare un medicamento nel piatto è molto più semplice, e invitante, che prendere una medicina, senza rischiare di cadere tra l’latro in qualche probabile effetto collaterale.
Cibo buono e giusto allora. Ma quale? Scienza, ricerca e chef non hanno dubbi: tutto sta nella dieta mediterranea. Che facesse bene si sapeva, ma ora – e qui sta l’obiettivo del progetto RE:ME:DIET – la ricerca punta a dimostrare che la dieta mediterranea è capace di modificare nientedimeno che il DNA, dunque stoppare le malattie legate al benessere e al tempo stesso riparare quei mattoncini compromessi che sono le fondamenta del nostro DNA. Il cibo, medicina e alimento, dunque. Come diceva proprio cientifico ha mostrato tutto il suo interesse nel sottolineare l’importanza di adottare giusti modelli alimentari. Scienza e cucina dunque si mettono insieme, perché è stato sottolineato – con la condivisione di chef e maestri pasticceri presenti all’evento come Chicco Cerea, Carlo Cracco e Giuseppe Iannotti, il Maître Chocolatier Davide Comaschi, il Maestro Pasticciere Roberto Rinaldini, il Maestro Pizzaiolo Alessio Rovetta – che c’è un cibo che cura e che trovare un medicamento nel piatto è molto più semplice, e invitante, che prendere una medicina, senza rischiare di cadere tra l’latro in qualche probabile effetto collaterale.
Cibo buono e giusto allora. Ma quale? Scienza, ricerca e chef non hanno dubbi: tutto sta nella dieta mediterranea. Che facesse bene si sapeva, ma ora – e qui sta l’obiettivo del progetto RE:ME:DIET – la ricerca punta a dimostrare che la dieta mediterranea è capace di modificare nientedimeno che il DNA, dunque stoppare le malattie legate al benessere. Il cibo, medicina e alimento, dunque.
Come diceva proprio Ippocrate.