Consorzi di bonifica e irrigazione: il riordino è sulla strada giusta

Quali risultati ha portato il riordino dei Consorzi di bonifica e quali le criticità emerse nel processo di cambiamento? Quali le nuove attività sviluppate? Questi gli interrogativi posti dalla missione valutativa, curata da PoliS-Lombardia, e presentata oggi al Comitato paritetico di controllo e valutazione, presieduto da Barbara Mazzali (FdI), in seduta congiunta con la Commissione consiliare Agricoltura, presieduta da Ruggero Invernizzi (FI).

L’indagine, condotta in collaborazione con docenti di Idraulica Agraria, di Scienze Agrarie e Ambientali e di Scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano, ha preso in considerazione il riordino dei Consorzi di Bonifica (CdB)  previsto dalla Legge Regionale n. 25/2011 che ha portato alla riduzione dei Consorzi da 20 a 12.
Complessivamente la riforma ha costituito un’importante occasione per implementare il processo di adattamento alla nuova legislazione europea e statale e anche alle esigenze provenienti dal mondo produttivo e dalla società civile.

Fra gli esiti più rilevanti a seguito della riforma, si segnalano la revisione della struttura organizzativa consortile (organigrammi, servizi tecnici, servizi generali), il rinnovo della programmazione con nuovi piani di bonifica, il potenziamento degli uffici tecnici e il miglioramento delle conoscenze delle reti di canali di irrigazione e bonifica.
Il riordino ha avuto come effetto la semplificazione della rete di rapporti, con un numero di interlocutori quasi dimezzato per l’ente regionale e con maggiori capacità di risposta e d’intervento rispetto al passato.
Alcune criticità riguardano, invece, i 500 enti irrigui privati, dove il livello delle conoscenze è generalmente molto scarso e, soprattutto, non strutturato e di fatto inaccessibile sia da parte di Regione sia dei Consorzi.

Complessivamente il sistema dei Consorzi di bonifica in Lombardia serve una superficie irrigata di 750mila ettari, 40.000 km di canali, 245 derivazioni superficiali e una portata di 700 metri cubi/secondo, 156 pozzi e 92 impianti di sollevamento.