Le mille scoperte di Angera, perla del Lago Maggiore

Il 27 giugno del 1657 la fronte del viso di Maria dipinto su un’edicola (una sorta di piccola cappella) versa del sangue. Prima alcune donne e poi numerosi testimoni accertano il prodigio. La Chiesa approfondisce e ci mette il timbro: è miracolo, il primo di altri che si verificheranno successivamente.

Siamo ad Angera, cittadina in provincia di Varese adagiata sulle sponde del lago Maggiore, e precisamente presso il Santuario della Madonna della Riva, imponente edificio seicentesco sorto accanto al piccolo porto austriaco per dare un riferimento alla devozione popolare cresciuta in breve tempo.

Il progetto originario della chiesa non venne mai completato, ma fascino del luogo e bellezza dei dipinti conservati suggeriscono una visita, da prevedere magari nell’ambito di un tour dedicato a una località ricca di testimonianze storiche e di paesaggi mozzafiato (è consigliato un assaggio dei tramonti con lo sfondo dei monti prealpini e alpini).

La Rocca Borromeo, con il celebre affresco della Sala della Giustizia e il museo della bambola (un unicum a livello internazionale), il Museo Archeologico, le case e i cortili del centro storico, il colle di san Quirico e le spiaggette sempre balneabili (quella della Noce e quella della Nocciola): Angera ha messo in rete queste e altre “attrazioni” riunendole nel progetto Museo Diffuso, una definizione che rende efficacemente l’idea di un insieme di punti di interesse di richiamo turistico e culturale.

Fu Gian Galeazzo Visconti, ottenuto dall’imperatore il titolo di Duca di Milano, a promuovere Angera a capoluogo della Contea del Lago Maggiore. Da allora i Borromeo, gli spagnoli e gli austriaci si contesero il territorio e il ruolo di principale protagonista nel racconto di storie che hanno lasciato tracce indelebili.

Con gli austriaci le sponde del grande lago divisero le loro sorti, di qua la Lombardia e di là il Piemonte. Oggi esiste solo il confine orografico, che spinge a fare un salto ad Arona, via battello. Dieci minuti per l’attraversamento e dieci per tornare attirati da un aperitivo bagnato da uno dei prodotti tipici angeresi (oltre alla grappa): il vino IGT Ronchi Varesini.